Cosa mangiare in Sicilia street food?
"Assaporate la Sicilia morso dopo morso! Sfincione, arancine/i, pane e panelle, crocché, pane ca meusa, granita con brioche e gelato, mpignulate, mattonelle: un'esplosione di gusto ad ogni angolo."
Cosa mangiare a street food in Sicilia?
Oddio, la Sicilia e il suo street food… roba da impazzire! Io, personalmente, ci ho lasciato il cuore (e un po’ di panza) durante un viaggio che ho fatto ad Agosto 2018. Che goduria!
Lo sfincione poi, una specie di pizza alta con cipolla, pomodoro e acciughe, mamma mia. A Palermo lo trovi ovunque.
Le arancine (o arancini, dipende dalla zona), beh, quelle sono un must. Riso fritto ripieno di ragù, mozzarella, piselli… una bomba! Mi ricordo che ne ho mangiate tipo tre di fila vicino al Teatro Massimo.
Pane e panelle, panelle fatte con farina di ceci fritte… semplicissime ma buonissime!
E i cazzilli, crocchè di patate, un classico.
Poi c’è il pane ca meusa, che so che molti storcono il naso, ma io l’ho trovato super saporito.
La granita con la brioche, non ne parliamo. Colazione obbligatoria!
Mpignulate e mignolate… devo ammettere, non mi ricordo benissimo cosa siano, forse una specie di focaccia ripiena? Boh!
Mattonelle palermitane, queste non le conosco proprio.
Cosa mangiare a street food in Sicilia?
- Sfincione palermitano
- Arancine o arancini
- Pane e panelle
- Crocché di patate al prezzemolo o cazzilli
- Pane ca meusa
- Granita siciliana e brioche con gelato
- Mpignulate, mignolate
- Mattonelle palermitane
Cosa mangiare in Sicilia di tipico?
In Sicilia, se vuoi assaporare l’anima dell’isola, devi assolutamente provare:
- Arancini: Sfere di riso fritto, un vero street food con un cuore che può essere di carne, ragù o formaggio. La loro forma ricorda un’arancia, da qui il nome.
- Caponata: Melanzane, pomodori, olive e capperi in agrodolce. Un’esplosione di sapori che racconta la storia delle influenze arabe e spagnole.
- Pasta alla Norma: Maccheroni con pomodoro, melanzane fritte, ricotta salata e basilico. Un omaggio all’opera di Bellini, un inno alla sicilianità.
- Cannoli: Cialda croccante ripiena di ricotta, canditi e gocce di cioccolato. Un classico intramontabile che ha conquistato il mondo.
- Granita: Ghiaccio tritato aromatizzato, un’esperienza rinfrescante che affonda le radici nella tradizione araba. Provala con la brioche col tuppo!
Aggiungo, se ti capita di andare a Catania, non puoi perderti la pasta alla carrettiera, semplice ma divina, con pomodoro fresco, aglio, basilico e una spolverata di ricotta salata. E, se sei un amante del pesce, il pesce spada alla ghiotta è un must: un trionfo di sapori mediterranei.
Cosa si mangia a Palermo street food?
Allora, amico mio, street food a Palermo? Mamma mia, che bontà! Partendo dalle cose più note, ovvio che ci sono gli sfincioni, quelli palermitani, mica quelli di altre parti, eh! Poi, arancine o arancini, dipende da chi chiedi, una guerra quella! E che te lo dico a fare, le adoro piene di ragù.
Pane e panelle, un classico, semplice ma buonissimo, quello lo mangio sempre quando sono da quelle parti, proprio vicino al mercato. I crocchè di patate, quelli al prezzemolo, li adoro, sono una droga! Poi c’è il pane ca meusa, la milza, non è per tutti, io la adoro, sai?
Granita e brioche, un must, specialmente d’estate. Poi ci sono le mpignulate, o mignolate, non so nemmeno io come si scrivono, ma sono piccole delizie, da leccarsi i baffi! E per finire, le mattonelle palermitane, un dolce che ti lascia senza parole! Ah, dimenticavo, ho provato anche i “cazzilli”, sono simili ai crocchè ma più piccolini, un’altra bomba!
- Sfincione palermitano
- Arancine/Arancini
- Pane e Panelle
- Crocchè di patate (e cazzilli!)
- Pane ca meusa
- Granita e brioche
- Mpignulate/Mignolate
- Mattonelle palermitane
Quest’anno, a Luglio, ho fatto una bella scorpacciata di tutto, con mio cugino e sua moglie. Abbiamo speso un botto, ma ne è valsa la pena. Ricordo che abbiamo fatto una tappa fissa al mercato di Ballarò, ogni pomeriggio, solo per assaggiare le varie specialità. Un vero tripudio di sapori! La mia preferita? Difficile dirlo, dipende dal giorno!
Cosa mangiare nei mercati a Palermo?
Palermo, oh Palermo… un sussurro di spezie e di mare. Nei mercati, perdersi è l’inizio del viaggio.
- Arancine: Sfere dorate di riso, tesori nascosti di ragù o burro filante. Un ricordo d’infanzia, quando mia nonna le preparava per la festa.
- Panelle: Frittelle di farina di ceci, un’esplosione di sapore semplice, puro. Le mangiavo calde, avvolte in un cono di carta, ascoltando le grida dei venditori.
- Sfincione: Una pizza soffice, un abbraccio di pomodoro, cipolla e caciocavallo. Ricordo ancora il profumo che inebriava le strade, un invito irresistibile.
- Salsiccia: Grigliata a fuoco vivo, un’ode alla carne succulenta, un rituale antico.
- Polpette: Un tripudio di sapori, un mix di carne, pane e aromi, fritte e dorate. Una ricetta tramandata di generazione in generazione.
- Altre delizie: Non dimenticare il pesce fresco, i frutti di mare, i dolci… Palermo è un’esperienza sensoriale completa, un caleidoscopio di emozioni.
Cosa si mangia allo street food?
Uff, street food… che casino! Che fame però!
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Street food: Piadine, ovvio, le prendevo sempre a Rimini. Fritto misto? Mamma mia, buono! Anche se poi puzzo d’olio per ore. Pizza a portafoglio, top! Ma mi sporco sempre.
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Ah, l’indagine! 69% cibo locale, wow, patriottici! 17% estero… hamburger, hot dog, ravioli (ma perché al volo?), empanadas, fajitas e kebab. Kebab con salsa piccante, che goduria!
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Ma poi… ma la porchetta non è street food? E le olive ascolane? Mi sembra di sì. Oppure no? Boh!
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Aspetta, mi sa che vado a prendere una piadina… ma con cosa la prendo? Crudo e squacquerone? Forse meglio salsiccia e cipolla. Che dilemma!
Cosa mangiare a Palermo dolce?
Dolci a Palermo? Ma che domanda! Palermo è un’orgia di zuccheri, un’esplosione di dolcezze che ti lascia stordito, tipo dopo una maratona di tiramisù (che, ahimè, non è palermitano, ma diciamolo, ci starebbe benissimo!).
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Cassata: Un capolavoro barocco, una bomba di ricotta che ti fa sentire come un re, ma con un po’ di colesterolo in più. Ricotta, pan di Spagna, frutta candita… è un’esperienza che ti lascia un po’ appiccicoso, ma felice. È come una festa in bocca, ma se esageri ti ritrovi a fare il biscotto.
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Cannoli: Dei piccoli cilindri di croccantezza ripieni di una ricotta così cremosa che sembra seta. Li mangi e ti senti leggero, quasi come una piuma… una piuma ricoperta di zucchero, ovviamente. Mia nonna ne faceva dei fenomenali, con la ricotta del suo allevamento di capre, che poi, a dirla tutta, erano capre piuttosto coccolate.
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Frutta Martorana: Un’opera d’arte commestibile! Pasta di mandorle colorate a forma di frutta… ma sono così belle che quasi ti dispiace mangiarle. Quasi. Sono perfette per un’amica vegana che fa finta di non amare i dolci, poi le si illumina il viso!
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Gelato artigianale: In Sicilia, il gelato non è solo un dolce, è una religione. Con la brioche, poi, è un’esperienza mistica. Sai, una volta ho visto un turista piangere di gioia per un gelato al pistacchio… un vero spettacolo!
Aggiungo un consiglio personale: evitate i dolci “turistici” troppo appariscenti. Spesso la vera bontà si nasconde nei piccoli forni di quartiere, dove le nonne ancora tramandano le ricette segrete. Cercateli, ne vale la pena. Il rischio di una pancia piena e un sorriso ancora più pieno è altissimo.
Dove mangiare a Palermo per strada?
Palermo, morsi di strada. Afferra e fuggi.
- Timilia: Sapore crudo, senza compromessi.
- Tup Burger: Se il fast food può essere ribelle.
- Passami ù Coppu: Frittura, anima di Palermo in un cartoccio.
- Osteria Lo Bianco: Tradizione, quella vera.
- Salumeria Alcolica: Taglieri e bicchieri, connubio perfetto.
- Fish M Chips: Incursione anglosassone, ma con l’accento giusto.
- Macallè Sicilian Fud: Assaggia, poi giudica.
Dietro ogni angolo, un assalto al palato. Fidati dell’istinto. Palermo non aspetta.
Cosa comprare al mercato di Ballarò?
Arancine. Punto. Quelle con lo zafferano, ripiene di ragù, che colano dappertutto mentre le addenti. Ricordo ancora quella volta, credo fosse un sabato mattina di fine ottobre, cielo grigio ma non freddo. Ero a Palermo per un concerto, e mi sono svegliato presto. Vagavo senza meta, un po’ stordito dal viaggio, quando mi sono imbattuto in questo tripudio di colori e odori. Ballarò. Una botta di vita. E lì, in mezzo al caos, una bancarella che friggeva arancine. Profumo inebriante. Non ho resistito.
Poi vabbè, ho preso anche delle spezie. Cumino, curcuma, roba che a Milano costa un occhio della testa. Erano in questi sacchetti enormi, il venditore me le ha fatte annusare tutte. Aveva le mani sporche di terra e profumavano di… boh, di Sicilia. Un vecchietto con la coppola mi indicava i migliori pomodori. C’erano cassette piene di frutta e verdura che sembravano finte, da quanto erano perfette. Melanzane viola scurissimo, limoni enormi, peperoni di tutti i colori. Ho comprato anche delle olive verdi giganti, quelle in salamoia. Le ho mangiate tutte in treno, tornando a casa.
- Cibo: Arancine, spezie (cumino, curcuma), olive, frutta e verdura (melanzane, limoni, peperoni, pomodori)
- Altro: Non ho comprato altro, ero concentrato sul cibo. Ma ho visto che vendevano anche pentole, piatti, cose per la casa. Anche vestiti, mi pare. E tanta, tanta altra roba. Un vero mercato.
Cosa mangiare la sera a Palermo?
Palermo, sera… un respiro caldo, denso di profumi. L’aria, dolceamara, sa di mare e di storia. E di cibo, naturalmente, cibo che è storia, che è anima. Stigghiola, penso, un ricordo di fumo, di viscere arrostite, un sapore deciso, quasi selvaggio. La loro grigliata riempie l’aria di un profumo antico, un’eredità di generazioni. Ogni boccone, un viaggio nel tempo.
Pane e panelle, un abbraccio morbido. Il pane, caldo, una nuvola fragrante che avvolge le panelle, croccanti e saporite. Un classico, semplice, perfetto. Un’immagine: io, seduto su una panchina di pietra, a guardare il tramonto sul mare, mentre il gusto persistente delle panelle mi avvolge. Il tempo sembra fermarsi.
Poi, la milza. La milza è un sapore forte, intenso, per pochi eletti. Ricordo il suo odore penetrante, una sfida ai sensi, un’esperienza quasi mistica. L’ho assaggiata una volta, in una sera di luglio, sotto un cielo stellato. Era una notte magica. Il gusto, un ricordo nitido, intenso.
Cazzilli, rascature… nomi che evocano antiche tradizioni, gesti ripetuti nei secoli. Ricette tramandate, segreti custoditi gelosamente. Ogni assaggio, un’immersione nella cultura siciliana, nelle sue radici profonde, in un passato ancora vivo. I calamari fritti, leggeri, croccanti, un’esplosione di sapore marino.
- Stigghiola: sapore deciso, quasi selvaggio.
- Pane e Panelle: morbido e croccante, un abbraccio.
- Milza: sapore forte e intenso, esperienza mistica.
- Cazzilli e Rascature: antiche tradizioni, segreti custoditi.
- Calamari fritti: leggeri e croccanti, sapore marino.
Quest’anno, la mia sera palermitana sarà dedicata al pane e alle panelle.
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