Cosa si mangia a Palermo street food?

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A Palermo, lo street food è un'esperienza imperdibile! Assaggiate:

  • Sfincione
  • Arancine/Arancini
  • Pane e Panelle
  • Crocché/Cazzilli
  • Pane ca Meusa
  • Granita e Brioche col gelato
  • Mignolate
  • Mattonelle
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Cosa mangiare a Palermo, street food?

Ah, Palermo! Che domanda mi fai! Lo street food lì… una meraviglia. Io ci sono stato a Giugno 2018, mi ricordo che ero un po’ spaesato ma affamato.

Devi assolutamente provare lo sfincione, una specie di pizza alta e soffice. Poi, arancine o arancini, dipende da come li chiami. Io dico arancine, mi suona meglio.

Pane e panelle è un classico. Crocché di patate al prezzemolo (cazzilli), sempre un’ottima idea. E il pane ca meusa? Un’esperienza… particolare, diciamo.

La granita siciliana con la brioche col gelato, poi… mamma mia! Perfetta per rinfrescarsi. Ho speso tipo 3 euro per una granita al limone e brioche, un affare!

Mpignulate e mignolate… non le ho mai provate, devo ammetterlo. Ma ho visto le mattonelle palermitane e mi sono sembrate buonissime.

Cosa mangiare a Palermo, street food?

  • Sfincione palermitano
  • Arancine o arancini
  • Pane e panelle
  • Crocché di patate al prezzemolo (cazzilli)
  • Pane ca meusa
  • Granita siciliana e brioche col gelato
  • Mpignulate, mignolate
  • Mattonelle palermitane

Cosa mangiare street food a Palermo?

Street food Palermo… Mhh, fame. Sfincione, certo, morbido e soffice… quella salsa di pomodoro… Ricordo quello di Porta Carini, buonissimo! Che coda però… aspetta, forse era a Ballarò? Boh. Comunque tanta cipolla, e caciocavallo, fondamentale!

Arancine, arancine… al burro le preferisco io. Ragù no, troppo pesante. Ricordo una volta, ne ho mangiate tre di fila! Mamma mia… Che abbuffata. Aspetta, ma a mio cugino piacciono quelle al pistacchio. Dove le vendono quelle al pistacchio?

Pane e panelle… classico. Ce n’è una friggitoria vicino casa mia, frittura perfetta, croccanti… con un po’ di limone… Che goduria. Una volta ho provato a farle a casa, un disastro… tutte molli. Meglio lasciar fare ai professionisti!

Crocché… cazzilli… stessa roba? No, aspetta, i cazzilli hanno la menta dentro, mi pare. O prezzemolo? Devo controllare. Comunque ottimi. Soprattutto caldi appena fritti. Li prendo sempre insieme al pane e panelle.

Pane ca meusa… non ce la faccio proprio. L’odore… bleah. Mio fratello lo adora. Dice che è una prelibatezza. Mah. Gusti. Lo vedo sempre con la milza che cola…

Granita e brioche col tuppo… colazione dei campioni! Al caffè con panna… o mandorla. Al limone? No, troppo dolce. Ricordo una granita alla mandorla vicino Mondello, fantastica. Bisogna tornarci quest’estate.

Mpignulate, mignolate… Boh, non le conosco. Devo informarmi. Chissà cosa sono. Magari sono buone.

Mattonelle palermitane… tipo biscotti? Da provare! Qualcuno sa dove trovarle?

  • Sfincione: pomodoro, cipolla, caciocavallo
  • Arancine: burro, ragù, pistacchio
  • Pane e panelle: panelle fritte, limone
  • Crocché/Cazzilli: patate, prezzemolo/menta
  • Pane ca meusa: milza, ricotta (schietta o maritata)
  • Granita: caffè con panna, mandorla, limone
  • Brioche col tuppo: da abbinare alla granita
  • Mpignulate/Mignolate: da approfondire
  • Mattonelle palermitane: biscotti?

Qual è il piatto tipico di Palermo?

Stigghiola… uhm… Palermo… sì, tipico. Intestino… agnello, capretto… anche pollo a volte. Sale, limone… semplice. L’odore… forte, intenso. Mi ricorda lo street food di Ballarò… caotico, vitale. Che fame che mi viene a pensarci! L’ultima volta che le ho mangiate era con Marco e Giulia… ricordo… Piazza Caracciolo. Caldo… birra ghiacciata… perfetto. Si mangiano con le mani… un po’ unto, ma chi se ne frega! A me piacciono tanto quelle di agnello… più saporite. Giulia invece preferisce quelle di pollo, dice che sono più leggere… mah! Chissà se le fanno anche con le budella di maiale… boh! Forse… Dovrei provare a farle a casa… ma che casino pulire l’intestino! Magari compro quelle già pronte… alla Vucciria le trovo sicuro. Poi… che contorno ci sta bene? Patate al forno? Insalata? O solo pane… pane e stigghiola… nient’altro.

  • Stigghiola: piatto tipico palermitano.
  • Ingredienti principali: budella di agnello, capretto o pollo.
  • Condimento: sale e limone.
  • Dove trovarle: mercati storici come Ballarò e Vucciria.
  • Come si mangiano: con le mani.
  • Varianti: agnello, capretto, pollo.

Mi sono dimenticato… a volte le mettono anche in un panino… tipo kebab. Con cipolle… prezzemolo… salsiccia… una bomba! Marco mette sempre un sacco di peperoncino… io no… mi brucia lo stomaco.

Dove mangiare a Palermo per strada?

Palermo di notte… uff, che fame. Se devo mangiare per strada, penso a Timilia, lo conosco, è sempre aperto, anche ora. Però, sai, a quest’ora… un po’ di gente c’è, ma l’aria è diversa, più silenziosa, più… solitaria. Anche Tup Burger è un’opzione, ma non è lo stesso.

Passami ù Coppu? Boh, troppi commenti positivi, forse è troppo affollato per me, stanotte. Osteria Lo Bianco… elegante, ma non è proprio cibo di strada, giusto? Butticè è chiuso, peccato, avevo un debole per i loro arancini.

Salumeria Alcolica, mmmh… magari un panino veloce, ma non è il massimo a quest’ora, preferisco qualcosa di più… sostanzioso. Fish and Chips… non mi va il pesce stanotte, troppo leggero. Macallè? Non so nemmeno cosa sia, troppo rischioso a quest’ora.

  • Timilia: Aperto a tarda notte, ma atmosfera un po’ spenta.
  • Tup Burger: Opzione veloce, ma non mi ispira particolarmente.
  • Passami ù Coppu: Troppo affollato probabilmente.
  • Osteria Lo Bianco: Non è cibo da strada, troppo formale.
  • Premiata Enoteca Butticè: Chiuso.
  • Salumeria Alcolica: Panini, ma non mi convince per una cena tarda.
  • Fish & Chips: No pesce stanotte.
  • Macallè Sicilian Fud: Sconosciuto, troppo rischioso.

Sai, ho un debole per gli arancini… ma oggi Butticè è chiuso… e mi sento un po’ stanco, per questo cerco qualcosa di semplice, ma non banale. Magari domani vado da Butticè, prima che chiuda. Ah, e questo è proprio il mio quartiere, vivo a due passi da Timilia, lo vedo dalla mia finestra. Già, da quella finestra…

Cosa mangiare a Palermo dolce?

Oh, Palermo… dolcissima Palermo! Ci sono stata l’estate scorsa, caldo da morire, tipo 40 gradi all’ombra.

  • Cassata: Ricordo ancora la prima cassata, in una pasticceria vicino al Teatro Massimo. Un’esplosione di gusto, ricotta dolcissima, pan di Spagna imbevuto e quella glassa… mamma mia! Pesantissima, ma ne valeva la pena.
  • Cannolo: Poi, il cannolo… ovviamente! Li trovavi ovunque, ma il mio preferito era quello di una piccola bancarella al mercato Ballarò. Ricotta freschissima, fatta al momento, e la cialda croccante che si rompeva in bocca. Una delizia!
  • Frutta Martorana: Carinissima la frutta martorana, sembrava vera! Ne ho comprata un sacchettino al mercato, un po’ troppo dolce per i miei gusti, ma bellissima da vedere.
  • Gelato con brioche: Ah, il gelato con la brioche! Un’esperienza unica! In pratica, ti danno una brioche vuota e tu te la riempi con il gelato che vuoi. Io ho preso pistacchio e nocciola, una bomba!

Un consiglio spassionato? Non avere paura di esagerare con i dolci a Palermo! E poi, fatti un giro al Ballarò, è un’esperienza incredibile, un vero caos pieno di colori e profumi. Ah, quasi dimenticavo! Prova anche la granita con la brioche a colazione, un must! E se ti capita, assaggia il “tetù”, un biscotto tipico palermitano, semplice ma buonissimo.

Cosa mangiare al mercato Ballarò?

Al mercato Ballarò, tappa obbligata per chi visita Palermo, si può gustare il cuore pulsante della gastronomia siciliana. Immaginate le bancarelle cariche di agrumi profumati, come le arance appena colte nei dintorni di Monreale, che ho personalmente assaggiato la scorsa settimana: una dolcezza incredibile.

  • Street food: Panelle, croccanti e fragranti frittelle di farina di ceci; milza, “meusa” in dialetto, bollita e fritta, un sapore intenso non per tutti i palati (io la preferisco con una spolverata di ricotta salata); polpo lesso, tenero e saporito, condito con limone e prezzemolo. Che dire poi delle arancine – rigorosamente al femminile, almeno per me che sono palermitano – al ragù o al burro, un’esplosione di gusto ad ogni morso. A proposito, vi siete mai chiesti perché si chiamano così? Il nome deriva dalla loro forma che ricorda un’arancia, un piccolo sole dorato in mezzo al caos del mercato.

  • Pane e dintorni: Il pane, fragrante e croccante, perfetto per accompagnare ogni pietanza; le panelle, si, le ripeto perché meritano una doppia menzione; lo sfincione, una soffice focaccia condita con pomodoro, cipolla, caciocavallo e origano, un vero capolavoro di semplicità e gusto.

  • Dolci: Cannoli siciliani, cassate, frutta martorana, una sinfonia di sapori dolci per concludere in bellezza il vostro percorso gastronomico. Io, personalmente, sono un amante della cassata: quella ricotta fresca e la pasta reale sono un abbinamento irresistibile.

  • Frutta e verdura: Non dimenticate di acquistare frutta e verdura fresca, i colori e i profumi vi inebrieranno. Pomodori, melanzane, peperoni, ingredienti fondamentali della cucina siciliana. A tal proposito, mi viene in mente una riflessione: la vera ricchezza non sta forse nella semplicità dei sapori autentici?

Oltre a queste specialità, troverete anche altre prelibatezze come le stigghiole (budella di agnello), i carciofi fritti, le olive condite e molto altro. Ballarò è un’esperienza sensoriale a 360 gradi, un viaggio nel cuore della tradizione culinaria palermitana. Un consiglio: andateci a stomaco vuoto! L’ultima volta che ci sono stato, ho assaggiato una particolare variante di sfincione con le acciughe, veramente notevole.

Cosa mangiare al mercato della Vucciria?

Al mercato della Vucciria, l’esperienza culinaria è un viaggio sensoriale nella tradizione palermitana. Immaginate il vociare dei venditori, i colori vibranti delle bancarelle, il profumo intenso del cibo di strada. Cosa scegliere? Difficile dirlo, ogni boccone è un pezzo di storia.

  • Panelle e crocchè: Fritti dorati e croccanti, un classico intramontabile. Le panelle, fatte con farina di ceci, hanno una consistenza morbida e un sapore delicato. I crocchè, con il loro cuore di patate filante, sono una vera tentazione. Io personalmente preferisco le panelle con una spruzzata di limone.

  • Pane ca meusa: Un’esperienza audace per i palati più avventurosi. La milza di vitello, bollita e poi fritta, viene servita in un panino morbido, spesso condita con caciocavallo o ricotta. Ricordo ancora la prima volta che l’ho assaggiata, un’esplosione di sapori intensi e inaspettati.

  • Stigghiole: Un altro piatto forte della cucina popolare palermitana. Intestino di agnello avvolto intorno a cipollotti e cotto alla brace. Un sapore deciso e caratteristico, che si sposa perfettamente con una birra fresca. Una volta, a una festa di paese, ho visto un signore mangiarne una quantità impressionante… una vera performance!

  • Polpo bollito: Tenero e saporito, un must per gli amanti del pesce. Spesso servito con una semplice insalata di patate e prezzemolo. La semplicità a volte è la chiave per esaltare i sapori autentici. Un po’ come nella vita, no?

  • Pesce arrostito: Dalle sarde ai gamberoni, la scelta è ampia. Cucinato al momento, sprigiona profumi irresistibili. Un’esperienza che appaga vista, olfatto e gusto. Da accompagnare con un buon bicchiere di vino bianco locale.

  • Involtini di pesce spada: Un piatto più elaborato, ma altrettanto delizioso. Il pesce spada, farcito con pangrattato, pinoli e uvetta, viene poi arrotolato e cotto in umido. Un mix di sapori dolci e salati che crea un equilibrio perfetto. Mia nonna li preparava per le occasioni speciali.

  • Cardi in pastella: Una proposta vegetariana, croccante e gustosa. I cardi, avvolti in una pastella leggera, vengono fritti fino a doratura. Un’alternativa sfiziosa ai classici fritti.

Oltre a queste specialità, al mercato della Vucciria si possono trovare anche frutta fresca, verdura di stagione, formaggi locali e dolci tipici. Un vero e proprio paradiso per i buongustai. E se dopo tutte queste prelibatezze avete ancora un po’ di spazio, provate il cannolo siciliano, un dolce capolavoro di ricotta e cialda croccante. Ne vale la pena!

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