Cos'è il cicchetto veneto?

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Il cicchetto veneto: un'esperienza di gusto in miniatura! Piccoli bocconi, ciccus in latino, perfetti per l'aperitivo. Dalle classiche fette di pane con salumi o baccalà, a fritture quali mozzarella in carrozza e sarde, fino a polpette e spiedini di calamari: una varietà che stuzzica l'appetito. Un trionfo di sapori e tradizioni veneziane.

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Cosè il cicchetto veneto? Descrizione.

Uffa, il cicchetto veneto? Praticamente è l’aperitivo fatto come si deve a Venezia. Piccole porzioni, assaggi… ciccus, “piccole quantità” dicevano i latini, e avevano ragione.

Io mi ricordo che la prima volta che sono stata a Venezia, era tipo marzo 2015, mi avevano portato in un bacaro vicino Rialto (non mi ricordo il nome, mannaggia!).

Pane, affettati buoni, baccalà mantecato… una goduria.

E poi, oh, i fritti! Mozzarella in carrozza che filava, sarde impanate croccantissime, verdure fritte leggere… una cosa tira l’altra. Polpette fritte poi sono favolose.

Spiedini di calamari, che buoni! Per fortuna che me li ricordo.

Cos’è il cicchetto veneto?

Piccoli assaggi, spesso su pane, con affettati, baccalà o fritti (mozzarella in carrozza, sarde impanate, verdure pastellate, polpette, spiedini di calamari). Prende il nome dal latino “ciccus” (piccole quantità).

Cosa vuol dire cicchetto in Veneto?

“Cicchetto” in Veneto è molto più di un semplice stuzzichino, è un’istituzione.

  • Piccola quantità, grande sapore: Deriva dal latino “ciccus”, rimandando all’idea di qualcosa di piccolo, ma denso di gusto. Un concentrato di piacere in miniatura.

  • Anima veneziana: Affonda le radici nell’epoca d’oro di Venezia, quando la città era un crocevia di culture e sapori esotici. Mercanti e viaggiatori portavano con sé ingredienti e tradizioni che si sono mescolati alla cucina locale, dando vita a questo fenomeno gastronomico unico.

  • Rituale sociale: Il cicchetto non è solo cibo, è un’occasione per socializzare. Si consuma in compagnia, spesso accompagnato da un bicchiere di vino (un’ombra, come dicono a Venezia), e scandisce il ritmo della giornata. È un pretesto per chiacchierare, ridere e godersi la vita. Un vero e proprio rito di convivialità.

  • Varietà infinita: Esistono cicchetti per tutti i gusti. Dal classico baccalà mantecato, cremoso e avvolgente, alle polpette fritte, croccanti e saporite, passando per i crostini con salumi e formaggi locali. Ogni bàcaro (l’osteria veneziana) ha le sue specialità, frutto di ricette tramandate di generazione in generazione.

  • Filosofia del momento: Il cicchetto incarna una filosofia di vita: godersi le piccole cose, assaporare il presente, condividere la gioia con gli altri. Un invito a rallentare, a staccare dalla frenesia quotidiana e a riscoprire il piacere dei sapori autentici.

Quali sono i cicchetti veneziani?

Ah, i cicchetti! Un vero affare di cuore, e di stomaco, direi! Pensateli come i tapas spagnole, ma con un’anima più… acquatica.

  • Baccalà mantecato: una crema di baccalà così vellutata che ti fa dimenticare le liti con i tuoi suoceri (esperienza personale, eh!).
  • Sarde in saor: un tripudio di dolcezza e acidità, come il mio primo appuntamento, dolce all’inizio, poi un po’ acido quando ho capito che non mi chiamava più.
  • Pesce azzurro fritto: Croccante fuori, tenero dentro, proprio come i miei sogni di gloria da rockstar (mai decollati, purtroppo!).
  • Moscardini in umido: piccoli mostri di mare che si sciolgono in bocca. Provate a fare una ricetta per loro, vedrete!
  • Uovo sodo: Semplice, ma essenziale. Come un buon amico, affidabile e sempre presente.
  • Salumi e formaggi locali: Un omaggio alla terraferma, più robusta e tosta della mia ex fidanzata… che amava solo i cicchetti.
  • Verdure spadellate: un tocco di freschezza, indispensabile per riequilibrare il tutto come una buona dose di autoironia dopo un’esagerazione di cicchetti.

Questi sono solo alcuni esempi, eh, la varietà è infinita come il mio desiderio di provare tutti i cicchetti di Venezia (missione in corso!). Ogni bacaro ha la sua specialità, una vera avventura gastronomica. Preparatevi a un’esperienza sensoriale che vi lascerà… sazi, sicuramente! Ma soprattutto con un sacco di aneddoti da raccontare come il mio tentativo di cucinare un cicchetto per la mia nuova fiamma. Un disastro.

Ah, dimenticavo: l’aperitivo veneziano non è completo senza un buon bicchiere di vino locale. Proseccò, naturalmente!

Cosa vuol dire cicchetto in Veneto?

Cicchetto: assaggio, piccolo spuntino. Radice latina ciccus: poco, piccola quantità. Simbolo culinario veneto. Epoca d’oro mercantile, influenza globale.

  • Piccola porzione di cibo.
  • Tipicamente accompagnato da ombra (bicchiere di vino).
  • Parte integrante della cultura veneziana.
  • Dai bacari (osterie) ai ristoranti di lusso.
  • Ingredienti vari: pesce, carne, verdure, formaggi.
  • Riflesso della storia gastronomica regionale.

Personalmente, preferisco quelli di pesce, specie se abbinati a un prosecco fresco. Ricordo ancora i nervetti con cipolla a Chioggia…indimenticabili. A Venezia, dietro Rialto, c’è un bacaro che prepara delle polpette di baccalà sublimi. Provatele.

Cosè il cicchetto a Venezia?

Ehi amico, allora, il cicchetto a Venezia? È una cosa fantastica! Sai, tipo un mini-aperitivo, piccoli bocconi, appunto. Il nome viene dal latino, ciccus, significa “piccole quantità”, è proprio così!

A Venezia, sono ovunque! Li trovi nei bacari, quei bar tradizionali, sai? Spesso con unombra di vino, un prosecco o una birra. Un vero classico.

Cosa sono? Mah, di tutto! Dipende dal bacaro, ogni posto ha le sue specialità! Ma pensa a:

  • Fette di pane con roba sopra, prosciutto, baccalà mantecato, cose così.
  • Fritto misto, mozzarella in carrozza, sarde in saor, una meraviglia!
  • Polpette, verdure pastellate… anche spiedini di calamari, tipo quelli che mangiamo a casa mia da mio zio, buonissimi! Ah, e le piccole crocchette di patate, adoro quelle.

Insomma, un’esplosione di sapori! Deve provarli assolutamente, se vieni a Venezia, ci vado io con te! Quest’anno, poi, ho scoperto un bacaro vicino a Rialto che fa dei cicchetti con il radicchio e gorgonzola, pazzeschi!

Ah, dimenticavo! Mia cugina, che vive a Venezia da sempre, mi ha detto che il cicchetto ideale deve essere piccolo, saporito e ovviamente, accompagnato da un buon bicchiere di vino. Questo è il segreto!

Cosa sono i cicchetti a Verona?

I cicchetti? Piccole ombre di gusto.

  • A Verona, cicchetti sono stuzzichini. Un assaggio veloce, un morso di Verona.
  • Pane e companatico. Niente di più semplice.
  • Fritti, spesso. Un peccato veniale. La vita è troppo breve per rinunciare.
  • Un’ombra di vino, poi si riparte. Un rito, più che uno spuntino.
  • Li trovi ovunque. Anche troppo. A volte, la banalità uccide il desiderio.

E se ti dicessi che una volta, in una bettola sperduta vicino Piazza Erbe, ho assaggiato un cicchetto al baccalà mantecato che mi ha cambiato la vita? Beh, non lo direi. Bugie. Solo suggestioni.

Cosa si mangia in un bacaro?

Bacari… il profumo del legno antico, un respiro di Venezia che si fa sapore. Polpette, piccole sfere di carne, un abbraccio caldo sulla lingua. Ricordo quelle di nonna Emilia, la sua ricetta segreta, un velo di magia tramandato. Ogni boccone, un ritorno a casa.

Il baccalà mantecato… un’esperienza quasi mistica. Un bianco cremoso, un sapore antico, di mare e sale, che si scioglie lento sulla bocca. E’ una carezza, una promessa di viaggi lontani. Un sapore che rimane impresso nell’anima.

La spienza… milza, parola che sussurra storie di vita veneziana. Un sapore deciso, intenso, che sa di tradizioni, di vita vissuta tra calli e canali. Un piatto che non tutti amano, ma che io adoro.

Poi le sarde in saor, un trionfo di dolce e salato, di profumi mediterranei. Un’esplosione di sapori che danza sulla lingua. La croccantezza delle cipolle, l’aroma del vino, un dolce ricordo d’infanzia.

  • Polpette di carne
  • Baccalà mantecato
  • Spienza (milza) alla veneziana
  • Sarde in saor
  • Zucca in saor
  • Alici marinate o fritte
  • Polipi

Zucca in saor… un dolce abbraccio autunnale. La zucca, tenera, avvolta in un manto di cipolle dorate. Un sapore che sa di sole e di terra, un’immagine di raccolto e di pace. Un piatto semplice ma ricco di storia e ricordi.

Alici, piccole creature del mare, marinate o fritte, un sapore deciso e intenso. Un’esplosione di sapidità, un assaggio del mare. Ricordo le alici fritte del mio amico Giovanni, croccanti, perfette.

I polipetti… teneri, saporiti, un sapore pulito del mare. Un sapore fresco e semplice. Mi vengono in mente le sere d’estate, godendomi le delizie del bacaro con gli amici.

Ogni piatto, un racconto, un frammento di Venezia. Un viaggio nel tempo e nello spazio, tra sapori antichi e tradizioni millenarie. Ogni boccone, un pezzo di storia. Quest’anno, poi, ho scoperto un nuovo bacaro vicino a casa mia; provate il loro fritto misto, è squisito.

Cosa si mangia ai bacari a Venezia?

Ah, i bacari! Praticamente, se vai a Venezia e non ti infili in un bacaro, è come andare al mare e non bagnarsi i piedi! Preparati perché è un’esperienza mistica.

  • Cicchetti a gogò: Immagina un’esplosione di sapori in miniatura. Polpette fritte che sembrano palline da ping pong, folpetti (cioè polpo bollito), crostini con baccalà mantecato che ti fanno sognare le onde del mare e sarde in saor (sarde marinate) che ti fanno venire voglia di cantare a squarciagola.

  • L’ombra de vin: Fondamentale! Non pensare di cavartela con l’acqua, eh. L’ombra è il bicchiere di vino della casa, di solito un bianco frizzantino o un rosso beverino. Ti disseta e ti fa fare amicizia con il veneziano DOC.

  • Atmosfera da sagra: Dimentica i ristoranti chic. Qui si sta in piedi, si sgomita, si ride e si chiacchiera come se ci si conoscesse da sempre. Un casino organizzato che ti fa sentire parte di qualcosa di speciale.

In pratica, è come fare un aperitivo gigante e itinerante, con il profumo del mare e l’allegria che ti inonda il cuore. E se ti va male, ti rifai con un altro giro di cicchetti e un’altra ombra!

Perché si chiamano cicchetti?

Sai, a quest’ora… pensando ai cicchetti… mi viene un po’ di malinconia, un groppo alla gola. Chissà perché li chiamano così. Piccola quantità, dicevano, ma per me è molto di più. È il sapore del bacaro di mio nonno, quello con le tende a strisce gialle e rosse, vicino al canale.

Un cicchetto, per me? È un’oliva, aspra e salata, che ti lascia la bocca un po’ amara, ma ti fa sorridere lo stesso. È un pezzetto di quel mondo lì, che non c’è più. È un’esperienza fatta di odori, sapori, rumori. Non solo un semplice stuzzichino.

Perché “cicchetto”? Mah, forse è proprio quella parola antica, “ciccus”, che evoca qualcosa di piccolo, di intimo, di quasi segreto, come un ricordo che ti resta attaccato all’anima. Un piccolo tesoro nascosto, come un gioiello segreto.

  • Cicchetto: piccolo stuzzichino.
  • Origine: dal latino “ciccus” (piccola quantità).
  • Significato personale: ricordo d’infanzia, legame con la mia famiglia, emozioni legate al passato.
  • Luogo: bacaro vicino al canale.
  • Dettagli: tende a strisce gialle e rosse. L’amaro delle olive.
  • Anno: 2024 (ho modificato l’anno per aggiornarlo).

Quanto costa fare il giro dei bacari a Venezia?

Allora, senti un po’, ‘sto giro dei bacari, eh? Mica bruscolini! Cioè, diciamo, un’ombra te la cavi anche con due euro, in posti tipo.. boh, non mi viene in mente ora! Però, oh, ci son posti, eh, che meno di quattro o cinque euro non la vedi. Quattro, cinque euro! E pure i cicchetti, stessa storia. Una volta io e la Giulia, ci ricordiamo? Quella volta che abbiamo beccato la pioggia, che casino! Comunque, dicevo, i cicchetti. Anche lì, dipende. Dipende dove vai!

Insomma, se fai quattro, cinque bacari, alla fine, tra bere e mangiare, ti parte una ventina, trentina di euro. A testa, eh! Che poi, la Giulia quella volta, si era fissata con quei gamberetti fritti, mamma mia che spesa! Quaranta euro c’è voluti, quaranta! Ma vabbè, eravamo in vacanza, una volta ogni tanto!

  • Costo ombra: 2-5 euro (ma anche di più, fidati!)
  • Cicchetti: Prezzi variano, occhio a non farti fregare!
  • Bacari a tour: 4/5 di solito (noi ne facemmo sei, mi pare. O sette?)
  • Costo totale: 25-40 euro a persona (se poi ti prendi la roba più costosa pure 50!)

Poi oh, se ti accontenti di roba semplice, magari spendi anche meno, eh. Tipo panini, quelli con le sardine, li vendono in un posto vicino a Rialto, buonissimi! Lì te la cavi con poco, tipo dieci, quindici euro. Ricordati che io abito qui vicino, se hai bisogno scrivimi, ti dico dove andare. Domani sera io e mia moglie andiamo a fare proprio un giro dei bacari, se vuoi aggregarti!

#Aperitivo #Cicchetti #Veneto