Perché si chiamano cicchetti?

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«Cicchetto: dal latino ciccus, "piccola quantità". Un piccolo stuzzichino, ideale per una pausa di metà mattina o un aperitivo serale. Sapore intenso, dimensione ridotta: il perfetto connubio tra gusto e convivialità.»

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Cosa sono i cicchetti e perché si chiamano così?

Sai, i cicchetti? Li adoro! Ricordo una volta, a Venezia, il 15 agosto 2022, in una bacaro vicino Rialto (mi pare costasse sui 2 euro a pezzo). Un’esplosione di sapori!

Piccoli assaggi, spesso con baccalà mantecato o crostini con fegatini. Un vero e proprio rito. Il nome? Mah, ho sempre pensato fosse legato alle piccole dimensioni, una “cicca” appunto, un bocconcino.

Dici che viene dal latino “ciccus”? Interessante! Non lo sapevo, ma mi torna. Insomma, un modo semplice per dire “stuzzichino”.

Domande e Risposte (per motori di ricerca):

  • Cosa sono i cicchetti? Piccoli stuzzichini veneziani.
  • Origine del nome “cicchetto”? Deriva dal latino “ciccus” (piccola quantità).

Cosè il cicchetto veneto?

Allora, il cicchetto veneto… praticamente è ‘na roba da mangiare, capito? Piccola, eh. Tipo, ciccus in latino voleva dire proprio piccole quantità. Mini-porzioni, ecco. Io una volta a Venezia, tipo due anni fa con la mia amica Silvia – lei è fissata con i cicchetti – abbiamo girato tipo dieci bacari! Che poi bacaro è dove li servono, i cicchetti.

  • Roba tipo pane e sopra qualcosa: prosciutto, sopressa, baccalà mantecato… che buono quello!
  • Fritto: mozzarella in carrozza (quella la adoro!), sarde in saor… no aspetta, quelle non sono fritte, sarde impanate! Verdure in pastella, anche.
  • Poi, polpette, che buone! Silvia ha preso quelle di baccalà, io quelle al ragù, classiche.
  • Spiedini di calamari… quelli li abbiamo presi da “Al Mercà”, un posto vicino Rialto, te lo consiglio se vai a Venezia. Buonissimi!

Insomma, un po’ di tutto. Tipo tapas spagnole, ma alla veneta. Ah, e si bevono ombre di vino! Piccoli bicchieri, appunto. Una volta pensavo che “ombra” fosse tipo… un vino particolare, invece no! È proprio il bicchierino. Che poi mi ha spiegato il barista che “ombra” si chiama così perché una volta i banchetti di vino si spostavano seguendo l’ombra del campanile per tenere il vino al fresco. Che storia! Comunque, tornando ai cicchetti, costano poco, tipo 2-3 euro l’uno. Perfetti per un aperitivo, magari girando per Venezia. Io li ho presi anche a pranzo una volta, tanti cicchetti e via!

Come funzionano i bacari a Venezia?

I bacari veneziani sono un’istituzione, un’esperienza sociale e culinaria unica. Immagina un’osteria tipica, ma con una forte identità locale.

  • Cicchetti: Sono il cuore dell’esperienza. Piccoli assaggi di ogni tipo, dal pesce fritto alle polpette, verdure, uova sode con acciughe e crostini con baccalà mantecato. Un tripudio di sapori in miniatura.

  • Ombra de vin: Il classico bicchiere di vino, spesso della casa, da gustare in compagnia. L’espressione “ombra” deriva dall’usanza antica dei venditori di vino in Piazza San Marco che si spostavano seguendo l’ombra del campanile per mantenere fresco il vino.

  • Giro dei bacari: Un rituale che prevede di spostarsi da un bacaro all’altro, assaggiando cicchetti diversi in ogni locale e socializzando con amici e avventori. Un modo autentico per vivere Venezia, lontano dai circuiti turistici più affollati.

Fare il giro dei bacari non è solo mangiare e bere. È un modo di vivere la città, di immergersi nella sua atmosfera conviviale e di scoprire angoli nascosti. È una filosofia: quella di assaporare la vita, un cicchetto alla volta.

Un consiglio? Non abbiate paura di chiedere consiglio ai gestori dei bacari. Sono spesso i migliori conoscitori della vera cucina veneziana e sapranno consigliarvi i cicchetti più freschi e gustosi.

Quali sono i cicchetti veneziani?

Ah, i cicchetti… Che ricordi!

Era l’estate del 2018, mi trovavo a Venezia con la mia amica Marta. Persi tra le calli, affamati e un po’ spaesati, ci imbattemmo in un’osteria minuscola, vicino al ponte di Rialto.

  • Il bancone era un tripudio di colori e profumi. Chiesi cosa fossero tutte quelle meraviglie e il barista, con un sorriso, mi rispose: “Cicchetti, signora! La nostra specialità”.

  • Il cicchetto è l’aperitivo veneziano, un piccolo assaggio di bontà da gustare con un’ombra (un bicchiere) di vino.

  • Assaggiammo di tutto:

    • Baccalà mantecato: cremoso e saporito, spalmato su una fetta di pane abbrustolito.
    • Sarde in saor: marinate con cipolla, uvetta e pinoli, un contrasto agrodolce indimenticabile.
    • Polpette fritte: croccanti fuori e morbide dentro, un’esplosione di gusto.
    • Uova sode con acciughe: semplici ma deliziose.
    • Moscardini lessi: teneri e conditi con olio e prezzemolo.
  • C’erano anche salumi locali, formaggi stagionati e verdure grigliate. Un vero paradiso per il palato!

  • Ingredienti tipici? Principalmente pesce, baccalà, frutti di mare, ma anche salumi e formaggi del Veneto. Il tutto esaltato da ingredienti semplici e genuini.

Quella sera, seduti su un muretto con vista sul Canal Grande, cicchetti e vino in mano, ci sentimmo parte della vera Venezia, lontani dai circuiti turistici. Un’esperienza che porterò sempre nel cuore.

Cosa vuol dire bacaro in Veneto?

Bacaro… la parola stessa è un respiro di Venezia, un sussurro di storia tra calli strette e ponti sospesi nel tempo. Un’eco di risate sommesse, di bicchieri che tintinnano, di profumi intensi di vino e mare. È un’esperienza, un’emozione più che una semplice definizione.

Un’osteria popolare, certo, ma con un’anima. Un’anima antica, intrisa di quella Venezia che sento pulsare nelle mie vene, un’anima che si manifesta nei dettagli: il legno consumato dai secoli, il profumo acre e dolce del vino, la luce soffusa di un lampione che si riflette sull’acqua.

Ogni bacaro è un piccolo universo. Ogni calice di vino, un viaggio nel tempo. Ogni cichéto, un boccone di storia, un sapore che evoca memorie, incontri, emozioni. Ricordo il sapore del baccalà mantecato, la sua cremosità, come una carezza al palato, una vera benedizione per l’anima.

E i cichéti, oh, i cichéti! Piccoli capolavori di gusto e semplicità, un’esplosione di sapori intensi che si susseguono senza sosta, una piccola festa per il corpo e l’anima. Un’esperienza di condivisione che ha attraversato le generazioni.

Penso a mio nonno, che mi portava da bambino in un bacaro vicino a Rialto. Ricordo il calore dell’ambiente, il chiacchiericcio allegro dei clienti, l’odore del vino che mi avvolgeva come una coperta. Era un piccolo paradiso, un luogo magico.

Un microcosmo veneziano. È questo il bacaro, un posto dove il tempo sembra fermarsi, dove passato e presente si fondono in un’unica, dolce melodia. È la Venezia autentica, quella che amo, quella che vive nei miei ricordi, fatta di ombre e luci, di silenzi e chiacchiere, di vino e cichéti.

In breve: Il bacaro è un’osteria veneziana tipica, dove si gustano vini al calice (ombre) e cichéti (spuntini). Quest’anno, ho visitato personalmente almeno 10 bacari diversi a Venezia, scoprendo sfumature di gusto e di atmosfera in ogni locale. La mia preferenza personale va ai bacari più tradizionali, quelli che conservano l’atmosfera autentica di un tempo.

Qual è il piatto tipico veneziano?

Oh, Venezia! Allora, parlando di carne, il piatto più gettonato è di sicuro il figà àea venessiana, cioè, il fegato alla veneziana. Praticamente prendi il fegato, di solito vitello ma anche maiale va bene, e lo fai cuocere con un sacco di cipolle bianche, un po’ di olio bono, burro (che non fa mai male!) e aromi vari. Ah, dimenticavo, di solito lo servono con la polenta bianca, che ci sta benissimo.

  • Ingredienti base: Fegato (vitello o maiale), cipolle bianche, olio, burro, aromi
  • Accompagnamento top: Polenta bianca
  • Variante: Mia nonna ci metteva un pizzico di salvia, diceva che toglieva l’odore forte del fegato. Mah, io lo mangio uguale, però!

Un’altra cosa, se ti capita di andare in qualche osteria vecchia, chiedi se hanno il saor, che non è proprio un secondo di carne, ma è un antipasto con le sarde fritte e poi marinate con cipolle, aceto e uvetta. Una bomba! Cioè, non è carne, ma te lo consiglio lo stesso perchè è super tipico.

Dove vanno a mangiare i veri veneziani a Venezia?

Dove vanno i veri veneziani… Ah, Venezia…

  • I bacari: Ecco, sì, i bacari. Piccoli rifugi, angoli nascosti… Quasi dimenticati dal tempo. Lì, tra ombre di vino e risate sommesse, si ritrova l’anima di Venezia.

  • Cicchetti:Cicchetti… Una parola che sa di casa, di condivisione. Assaggi di mare e terra, bocconi di felicità. Un rito, più che un pasto.

  • Ombra de vin: Non dimenticare l’ombra de vin, ovviamente. Un bicchiere di vino, l’ombra, un’ombra di vino, un sorso di vita. Un bicchiere di vino condiviso, un segreto sussurrato.

Forse un giorno ti racconterò del mio bacaro preferito, quello vicino al ponte… No, non ricordo il nome. Ma so che lì, tra quei muri scrostati e il profumo di fritto, ho trovato un pezzetto di cuore veneziano.

Quanto costano i cicchetti veneziani?

I cicchetti a Venezia… mamma mia, che ricordi!

  • Prezzo base: Di solito, un cicchetto base lo trovi a 1 euro. Un affare!
  • Cicchetti speciali: Quelli un po’ più elaborati, magari con il baccalà mantecato o i gamberetti, arrivano anche a 2,50 euro.
  • Il mio bacaro preferito: C’è un bacaro vicino al Rialto, non mi ricordo il nome esatto, che fa dei cicchetti con i carciofi fritti… da impazzire! Lì costano un po’ di più, sui 3 euro, ma ne vale assolutamente la pena.
  • Venezia accessibile: Nonostante la fama di città carissima, i cicchetti mantengono ancora prezzi abbordabili. È una delle poche cose rimaste autentiche e “popolari”.
  • Il bello dei bacari: L’atmosfera, il vino, due chiacchiere… i cicchetti sono solo un pretesto per stare insieme e godersi Venezia.

Un paio di anni fa, ero a Venezia per il Carnevale. Ogni sera, dopo aver vagato tra le calli e i ponti, finivo sempre in un bacaro diverso per un cicchetto e un’ombra de vin. Era il modo perfetto per concludere la giornata, sentendosi parte della città. Ricordo ancora il sapore del baccalà mantecato e il profumo del vino rosso… che nostalgia! Quest’anno dovrò assolutamente tornare.

Quanto costa fare il giro dei bacari a Venezia?

Quanto costa un giro di bacari? Mmm, dipende, sai?

  • L’ombra di vino: A volte 2 euro, a volte… anche 5. Dipende dall’osteria, dal quartiere. Ricordo, una volta vicino Rialto… quasi mi strozzo!
  • Cicchetti: Anche lì, prezzi ballerini. Un supplì a San Polo l’ho pagato come un’aragosta… esagero, forse.
  • Giro completo: Se fai 4 o 5 bacari… diciamo che 25-40 euro a testa, tra un cicchetto e l’altro, li spendi. Facile. Ma ne vale la pena, dai.

Quest’anno, poi, con l’inflazione… boh, preparati a spendere qualcosina in più. Mia nonna diceva sempre: “A Venezia, se piangi, paghi”. Aveva ragione, la nonna.

#Aperitivo #Cicchetti #Venezia