Come si chiamano gli stuzzichini a Padova?
A Padova, gli stuzzichini sfiziosi si chiamano "spunciotti". Un'istituzione locale per accompagnare l'aperitivo! A Venezia, invece, si gustano i famosi "cicchetti".
Cicchetti a Padova: cosa sono?
Ok, allora, gli spunciotti a Padova… mamma mia, che ricordi!
Li chiamano cicchetti a Venezia, sì, ma a Padova sono proprio un’altra cosa, un’istituzione te lo dico io.
Io mi ricordo ancora quando andavo all’università, nel 2010, che con 5 euro facevi un aperitivo degno di un re.
Andavamo sempre in quel bar vicino al Bo, non mi ricordo il nome esatto, ma avevano dei crostini con il baccalà mantecato che… oddio, mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci.
Non erano solo crostini, eh! C’erano polpette, fritture, olive ascolane… un bancone pieno di bontà.
Era il modo perfetto per staccare dallo studio e fare due chiacchiere con gli amici. Che tempi!
Cicchetti a Padova: cosa sono?
- Cosa sono: Piccoli stuzzichini, simili ai cicchetti veneziani.
- Dove: Padova.
- Sinonimi: Spunciotti.
Cosa sono i cicchetti a Padova?
Cicchetti a Padova? Ah, i cicchetti… mi ricordo la prima volta che ne ho sentito parlare. Ero all’Università, fuori sede, e un mio amico padovano, Marco, mi disse: “Stasera andiamo a far cicchetti!”. Io, romano de Roma, non avevo idea di cosa volesse dire.
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Cos’è: In pratica, i cicchetti sono come le tapas spagnole, ma in versione veneta. Piccoli assaggi, bocconi di felicità da gustare con un’ombra de vin (un bicchiere di vino).
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Dove trovarli: Si trovano nelle “cicchetterie”, osterie tipiche sparse per la città. Ce ne sono di carine, che offrono una varietà incredibile.
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Cosa si mangia: Dai crostini con baccalà mantecato, ai nervetti (una specialità!), polpette fritte, uova sode con acciughe, mozzarelline in carrozza, tramezzini farciti in mille modi. Una goduria!
Marco mi portò in un posto vicino al Ghetto, una cicchetteria minuscola, sempre piena di gente. C’era un’atmosfera fantastica, tutti che chiacchieravano, ridevano, un bicchiere in mano e un cicchetto nell’altra. Provai i nervetti per la prima volta, all’inizio ero un po’ schifiltoso, ma poi… che scoperta! Da allora, ogni volta che torno a Padova, una tappa obbligata è “far cicchetti”. È un modo di vivere la città, di assaporare la sua anima più autentica.
Come si chiamano gli stuzzichini aperitivo?
Ah, gli stuzzichini dell’aperitivo, croce e delizia dei nostri fegati! Li chiamiamo in tanti modi, un po’ come i soprannomi affettuosi che si danno ai parenti un po’ eccentrici.
- Stuzzichini: Il termine più semplice, diretto, quasi spartano. Come dire “pane al pane, vino al vino… e oliva all’oliva”.
- Finger food: Anglicismo chic, per far finta di essere internazionali anche quando mangiamo patatine fritte.
- Amuse-bouche: Ecco il termine francese, che suona sofisticato come un cameriere con il monocolo. Tradotto, significa “diverti-bocca”, un invito esplicito a godersi la vita, un boccone alla volta.
Poi, se uno si vuole dare delle arie, può sempre dire “entrée mignon”, che fa molto “vorrei ma non posso”. Ma in fondo, che li chiamiamo tartine, pizzette o polpettine, l’importante è che siano buoni e che ci facciano venir sete!
Come si chiamano gli antipasti veneziani?
Cicchetti! A Venezia, giugno 2023, ero con Marco, mio cugino, in un bacaro vicino a Rialto. Un caldo pazzesco, sudavo come un maiale. Ma i cicchetti… mamma mia!
Ricordo il profumo del mare, misto a quello del formaggio. Un’esplosione di sapori. Abbiamo preso un’infinità di cose:
- sarde in saor, dolcissime e leggermente acide;
- baccalà mantecato, una crema delicatissima;
- crostini con l’uovo sodo e maionese, un classico;
- e poi qualcosa di fritto, non ricordo bene cosa, ma era croccante e buonissimo.
Marco ordinava e io pagavo, un po’ di stress per la spesa, ma ne valeva la pena. Quel vino bianco fresco, la chiacchierata… un ricordo bellissimo. Quasi mi sento ancora il gusto di quel baccalà in bocca. Era tutto così buono, saporito, autentico. Venezia, i cicchetti, Marco… un tripudio di emozioni. Ah, e l’ombra costava meno di un caffè a Milano!
Poi, dopo, abbiamo fatto un giro in gondola. Una giornata perfetta. Però, devo ammettere che il gonfiore dopo tutti quei cicchetti…beh, non è stato piacevole. Ma ne è valsa la pena!
Cosè il cicchetto veneto?
Amico, il cicchetto veneto? Una bomba! Un’esplosione di sapore in formato mignon! Pensa a un’opera d’arte culinaria, ma in miniatura, tipo una versione commestibile del David di Michelangelo, solo che invece di marmo c’è il baccalà mantecato. Delizioso!
- Pane? Si, ma solo come base, tipo il piedistallo di una statua.
- Affettati? Ovvio! Prosciutto, salame, culatello… una sfilata di sapori!
- Baccalà? Il re indiscusso! Mantecato, fritto, arrostito… lo mettono pure nella zuppa.
- Fritto misto? Mamma mia, una sinfonia di croccantezza! Mozzarella in carrozza (la mia preferita, da ubriaco!), sarde in saor, verdure pastellate… un tripudio di grassi buoni!
Sai, l’anno scorso, a Venezia, ho mangiato un cicchetto così buono che mi sono dovuto sedere per dieci minuti a metabolizzare la cosa. Mi sa che ho ancora un pezzetto di quel baccalà che mi si aggrappa allo stomaco! Un vero capolavoro!
*Polpette? Spiedini di calamari? Ci mancherebbe altro! Un vero picnic nel piatto!
Quest’anno ho aggiunto alla mia lista anche le “frittole”, a base di polenta, un’aggiunta che mi ha cambiato la vita. Ah, dimenticavo! Il tutto innaffiato da un bel bicchiere di vino, ovviamente! Un vero e proprio rito!
Ah, dimenticavo una cosa: mia zia Bruna, grande esperta di cicchetti (e di grappa!), dice che il vero cicchetto è quello che ti fa desiderare il prossimo… e poi ancora il prossimo… Insomma, una dipendenza a base di cibo e vino. Ma che dipendenza!
Quali sono i cicchetti veneziani?
Cicchetti veneziani? Mmmh, che fame! Baccalà, ovviamente! Quello mantecato è una bomba. Poi, sardine in saor, quelle sì che sono buone. E le verdure? Non mi ricordo mai quali mettono, ma sempre saporite. Devo provare a fare i miei cicchetti, ma non ho tempo, cavolo!
- Baccalà, un sacco di baccalà!
- Sardine in saor, la ricetta di Zia Rina? Devo chiedergliela.
- Formaggi, tipo quelli del mercato di Rialto, ah, che profumi!
- E poi? Ah già, le verdure! Zucchine, cipolle, peperoni… devo guardare qualche ricetta.
Oggi ho visto un documentario sui cicchetti, ma ho dormito per metà! Sarà stata la cena troppo pesante… Ah, e i moscardini, li ho dimenticati!
- Uova sode, semplici, ma perfette.
- Salumi, prosciutto crudo, sopressa… dipende dal budget, eh!
- Pesce azzurro, non ricordo se era solo sgombro o anche altro… devo controllare.
Mamma mia, devo andare a fare la spesa! Devo ricordare tutto… questo diario è un disastro! Ma almeno ci sono tutte le cose importanti! Quest’anno, per i cicchetti di Natale, proverò a fare tutto da me.
Ingredienti Aggiuntivi (2024): Ho visto usare anche polpette di carne, e mini crostini con paté di fegato. Non li ho mai provati, ma sembrano buoni. Mia cugina usa anche piccole bruschette con diverse salse.
Cosa si mangia in un bacaro?
Cicchetti, signori, cicchetti! Mica bruscolini, eh. Parliamo di vere e proprie opere d’arte in miniatura, capaci di stregarti più di un quadro del Tintoretto (con tutto il rispetto, Jacopo).
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Polpette: morbide, succulente, rotonde come il mondo… o quasi. Se non ti piacciono, beh, forse sei un alieno.
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Baccalà mantecato: una crema soffice e vellutata, che si scioglie in bocca come un sogno. Attenzione però, crea dipendenza. Io, personalmente, l’ho inserito nella mia piramide alimentare, alla base.
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Spienza alla veneziana: non per i deboli di stomaco, diciamo. Ma se hai coraggio, il sapore ti ricompenserà. Io, una volta, ne ho mangiata talmente tanta che ho iniziato a fare versi da foca.
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Sarde/Zucca in saor: un dolce-amaro che ti conquista. L’agrodolce perfetto per accompagnare un’ombra di vino e lamentarsi del governo. Un classico.
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Alici marinate/fritte: piccole, ma con una personalità esplosiva. Un po’ come la mia vicina di casa, che alle sei del mattino inizia a cantare l’opera.
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Polipetti: teneri e saporiti, una vera delizia per il palato. Una volta, ho provato a farli a casa… diciamo che i miei gatti sono ancora traumatizzati.
Oltre a questi classici, nei bacari si trovano spesso anche tramezzini, panini, formaggi e salumi vari. Insomma, un vero paradiso per i buongustai. Io, ad esempio, ci passo le domeniche. Mia moglie dice che ho un problema. Ma io le rispondo che il problema ce l’ha lei, che non apprezza la buona cucina. E poi scappo al bacaro più vicino, prima che mi lanci la padella. Quest’anno poi, ho scoperto una nuova variante delle sarde in saor con l’uvetta…una bomba!
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