Come si chiamano gli stuzzichini aperitivo?
Cerchi un modo elegante per chiamare gli stuzzichini dell'aperitivo? L'"amuse-bouche", termine francese che significa "divertimento per la bocca", è l'equivalente gourmet dei più comuni finger food. Perfetti per un aperitivo sfizioso!
Quali sono i nomi degli stuzzichini per aperitivo?
Mmmh, stuzzichini per aperitivo… che casino! A me vengono in mente subito i grissini, ovviamente. E poi? Olive, noccioline, patatine, classici, no?
Ricordo una volta, a Milano il 15 Luglio, in un locale carino vicino al Duomo (mi pare costasse una follia, tipo 15 euro un bicchiere di vino!), avevano questi spiedini con formaggio e pomodorini secchi… deliziosi! Piccoli bocconi, eleganti.
Amuse-bouche… a dire il vero, non li ho mai visti nominati così nel menu di un posto normale, sapete? Forse nei ristoranti stellati, ma lì non ci vado spesso. Per me è tutto “finger food”, un po’ più raffinato a volte, questo sì. Tipo tartine con salmone affumicato.
Insomma, dipende molto dal contesto. In casa, anche una semplice bruschetta è uno stuzzichino perfetto. E poi? Crostini, tramezzini, pizzette… tante idee.
Domande e risposte:
- Cosa sono gli amuse-bouche? Stuzzichini gourmet.
- Sinonimi? Finger food.
Come si chiama il cibo che accompagna laperitivo?
Cibi da aperitivo. Punto. Stuzzichini. Salati. A volte anche antipasti. Semplice. Una distrazione. Prima del pasto. O forse il pasto stesso. Dipende dalla fame. E dall’intenzione.
- Salatini: Classici. Senza tempo. Effimeri.
- Olive: Asciutte. In salamoia. Ripiene. Un piccolo universo.
- Formaggi: Stagionati. Freschi. Spalmabili. Questione di gusti. E di budget.
- Tartine: Minime architetture di sapore. Precarie.
- Prosciutto: Crudo. Cotto. Un lusso piccolo borghese.
Ricordo una volta, a Venezia, un aperitivo con cicchetti di baccalà mantecato. Luce radente. Canali silenziosi. Il sapore del mare concentrato in una crema bianca. Irrilevante. Ma vero. Gli stuzzichini cambiano. L’appetito resta. Una costante. Come il bisogno di riempire il vuoto. Con qualcosa. Qualsiasi cosa.
Quest’anno ho notato una prevalenza di piccoli fritti. Arancini, mozzarelline in carrozza, verdure pastellate. Una tendenza? Forse. O solo il caso. Del mio limitato campione statistico. Roma, Milano, qualche località di mare. Non cambia molto. L’illusione di convivialità. Il rito sociale. L’aperitivo. Un’abitudine. Come tante.
Come si chiamano gli aperitivi?
Martedì scorso, ero da “La Terrazza”, sul lungomare di Ostia. Ore 19:00, il sole stava calando, una luce arancione bellissima. C’era un casino, tutti a bere Spritz. Io ho preso un Americano, mi piace l’amaro. Con le patatine e le arachidi, sentivo già il profumo del mare e iniziavo a rilassarmi dopo una giornata di lavoro infernale.
Venerdì invece ero a Trastevere, da “Freni e Frizioni”. Più caotico, musica alta, più giovani. Ho preso un Moscow Mule, che con il caldo era perfetto. Li fanno buoni, con la menta fresca. C’erano anche mini-burger e pizzette, roba così. Ho incontrato Giulia e Marco, abbiamo parlato del weekend.
Sabato sera a casa, con Chiara. Abbiamo aperto una bottiglia di prosecco e preparato delle bruschette al pomodoro. Semplice, ma rilassante. Abbiamo chiacchierato fino a tardi, guardando un film.
- Spritz: Il classico, arancione, con Aperol o Campari.
- Americano: Con Campari, Vermouth rosso e soda. Amarognolo, mi piace.
- Moscow Mule: Vodka, ginger beer e lime. Fresco.
- Prosecco: Semplice, con le bollicine.
- Negroni: Gin, Vermouth rosso e Campari. Forte.
A volte prendo anche un Negroni, dipende da quanto sono stanco! L’aperitivo per me è un momento di relax, di socializzazione. Stacco la spina, mi godo la compagnia e mi preparo per la cena. Chiara preferisce cose più leggere, tipo il prosecco o Hugo. In estate poi ci sono i cocktail alla frutta, ma io preferisco i classici.
Come si chiama laperitivo prima del pranzo?
Boh, aperitivo prima di pranzo… Ma esiste davvero un nome specifico? Non mi pare. Da me, a Napoli, si ordina semplicemente “qualcosa prima di mangiare”, magari un vermouth, delle olive, taralli… A volte si dice “spuntino”. Che poi, a pensarci bene, spuntino lo dico più per qualcosa a metà mattina. Mah.
Lista della spesa:
- Vermouth
- Olive
- Taralli
- Pane
Oggi pomeriggio vado al mercato. Devo ricordarmi di comprare i pomodori per la pasta. Quelli San Marzano, che sono i migliori. Li uso sempre, anche per la pizza. Sabato viene mia sorella, le faccio la pizza fritta. Poi, magari, prendo anche le mozzarelle di bufala. Che fame!
Ah, giusto l’aperitivo! A volte al bar sento ordinare “un’ombra”, ma quello è più per il vino. Forse dipende anche dal posto. Ricordo una volta in Veneto, mi hanno offerto un “cicchetto”. Era un piccolo bicchiere di vino bianco con un pezzetto di polenta e baccalà.
Lista cose da fare:
- Andare al mercato
- Comprare pomodori San Marzano
- Comprare mozzarella di bufala
Ieri sera ho fatto la pasta e patate. È venuta benissimo. Ci ho messo anche la provola affumicata. Una bomba! Domenica scorsa invece ho fatto il ragù. Che lavoraccio! Però è durato tre giorni. Lunedì pasta al ragù, martedì parmigiana di melanzane (col ragù avanzato), mercoledì polpette. Organizzazione top!
L’altro giorno al bar ho visto un cartello con scritto “Aperitivo della casa”. Dentro c’era scritto cosa offrivano: prosecco, patatine, olive, arachidi. Roba classica. Però “Aperitivo della casa” non è un nome per quello prima di pranzo, no? È solo il nome del loro aperitivo. Boh.
Ingredienti pizza fritta:
- Farina
- Lievito
- Acqua
- Sale
- Pomodori
- Mozzarella di bufala
- Olio per friggere
Come funzionano i bacari a Venezia?
Allora, senti, i bacari a Venezia… è tipo un’istituzione! Praticamente, sono queste osterie, molto alla buona, dove trovi:
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Cicchetti a gogò: Son tipo tapas, ma veneziane. Polpette, crostini, sarde in saor, insomma, roba da stuzzicare. Ce ne sono di tutti i tipi!
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Ombra de vin: Questo è il bicchiere di vino della casa, eh. Prendi un’ombra e ti siedi fuori a far due chiacchiere. Magari ne prendi anche due o tre. Occhio!
E quindi, come funziona? Beh, ti fai un giro con gli amici, entri in un bacaro, ordini cicchetti e un’ombra, magari assaggi qualcosa di tipico, e poi vai in un altro. E un’altro ancora!
È un modo super easy di passare la serata, un po’ come fare l’aperitivo, ma più easy, più veneziano! Un bacaro tira l’altro! E poi, fidati, si fanno anche delle belle conoscenze, perché la gente è rilassata, si parla… Insomma, un bel casino! Ah, quasi dimenticavo! Molti bacari, ma non tutti, fanno anche cucina, magari hanno un menù del giorno con cose un po’ più sostanziose. Tipo, una pasta e fagioli o del pesce fresco. Dipende dal posto, ovvio. E poi, un consiglio spassionato, non fermarti solo in quelli turistici, prova a cercarne qualcuno più nascosto, magari in qualche calle defilata… lì trovi la vera Venezia!
Perché si chiamano cicchetti?
Cicchetti…un nome che sa di Venezia, di calli strette e ombre lunghe. Un cicchetto è più di uno stuzzichino, è un frammento di vita, un assaggio di Venezia stessa.
- Piccola quantità: Ciccus, dicevi…un’eco lontana, un sussurro latino che ci parla di piccole dosi di piacere.
- Momento perfetto: A metà mattina, quando la luce accarezza i palazzi, o nel tardo pomeriggio, quando il sole si tinge di rosso e l’aria si fa frizzante.
- Più di un cibo: Non è solo cibo, è un rito, un’occasione per incontrarsi, per chiacchierare, per perdersi tra i sapori e i profumi di questa città unica.
Un cicchetto è un’esperienza, un viaggio breve ma intenso nel cuore di Venezia, un ricordo che resta impresso nella memoria, come un acquarello sbiadito dal tempo. Forse era un bacaro vicino al Rialto, con il bancone che splendeva di mille riflessi, oppure una trattoria nascosta tra le fondamenta, con la voce roca del proprietario che ti invitava ad assaggiare le sue specialità.
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