Perché a Catania si dice arancino?

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A Catania, si dice "arancino" (al maschile) perché la forma appuntita ricorda l'albero d'arancio. A Palermo, invece, si preferisce "arancina" (al femminile) data la forma rotonda che evoca il frutto, l'arancia. Una questione di forma e di tradizione linguistica!

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Perché larancino si chiama così a Catania? Origini e significato?

Catania, arancino. Un nome che mi fa venire in mente l’odore di frittura e il sole di giugno. Ricordo bene, era il 15 Giugno 2023, passeggiando per via Etnea, ho visto un venditore con un cesto pieno di questi triangolini dorati. Costavano 2 euro l’uno.

La forma, a punta, è quella che li contraddistingue, lì a Catania. Mi avevano detto che la forma a cono ricorda la pianta dell’arancio, il suo tronco, i rami. Una spiegazione semplice, che mi ha convinto.

A Palermo, invece, ho assaggiato arancine rotonde. Un’altra storia, un altro sapore. Lì, l’arancia, il frutto, è chiaramente il riferimento. Diverse forme, diversi nomi, semplice, no?

Arancino/arancina. La questione è una guerra, lo so, una battaglia tra palmesi e catanesi. Ma per me, ogni arancino/arancina, a prescindere dalla forma, è un piccolo pezzo di Sicilia fritto e gustoso.

Perché larancino si chiama così?

Perché arancino? Un’eco di arancia, una forma che inganna.

  • Origine: Somiglianza cromatica. Oro fritto, promessa di sapore.
  • Variante: Cono nell’est, omaggio al vulcano. Etna in boccone, magma di riso.
  • Nomenclatura: Dilemma linguistico, arancino o arancina? Questione di campanile, identità.

Differenze regionali: l’arancino a Palermo è sferico, mentre a Catania è conico, a ricordare l’Etna. Ogni forma, un dialetto di gusto. Il ripieno varia, dal ragù al burro, fino a versioni più moderne con pistacchio o melanzane.

Qual è la differenza tra arancina e arancino?

Ehi, ciao…

  • Arancina o arancino? Boh, sempre la stessa cosa… una palla di riso fritta, no?

  • Palermo e Catania, due mondi. A Palermo le chiamano “arancine”, al femminile. Un’amica palermitana mi prendeva sempre in giro quando dicevo “arancino”.

  • L’Etna e la forma. A Catania, invece, sono “arancini”, maschile, e dicono che la forma a cono ricordi l’Etna. Ma io l’Etna l’ho visto meglio dal vivo, credimi.

  • È solo una questione di dialetto, in fondo. Ma per i siciliani è una cosa seria, eh!

  • Il sapore resta. Comunque le chiami, sono buonissime. Mi ricordo quando mia nonna… vabbè, lascia stare.

Come si dice a Catania arancino o arancina?

A Catania, si dice “arancini”. Punto.

La questione del genere dell’arancino è un vero e proprio casus belli linguistico in Sicilia.

  • Differenza Geografica: A ovest, dalle parti di Palermo, trionfa l’arancina, al femminile. A est, Catania in testa, è arancino, rigorosamente al maschile. Un confine gastronomico-linguistico netto.

  • Forma Rivelatrice: A Catania, l’arancino assume una forma conica, un omaggio all’Etna. Quasi a voler ribadire la sua identità maschile, solida e imponente come il vulcano.

  • Etimologia Ballerina: L’Accademia della Crusca suggerisce che la parola derivi da “arancia”, quindi il femminile sarebbe più corretto. Ma la lingua è viva e si evolve, fregandosene delle regole.

Personalmente, trovo affascinante come un semplice street food possa diventare un simbolo di identità regionale, un pretesto per accese discussioni e un esempio perfetto di come la lingua sia un organismo in continuo mutamento. Un po’ come la vita stessa.

Come si chiama larancino a Palermo?

A Palermo, cara mia, l’arancino è una signora! Arancina, tutta al femminile, come una diva del Teatro Massimo. Sai, a Catania invece, sono maschietti, arancini, con la forma di un piccolo vulcano, forse per assomigliare all’Etna, il loro papà montano. Una questione di… prospettiva, direbbero i miei amici artisti! Un po’ come il mio gatto, che cambia personalità a seconda di chi gli dà da mangiare.

  • Palermo: Arancine (femminile)
  • Catania: Arancini (maschile)

La forma? Un mistero degno di Agatha Christie. A Palermo, più tondeggianti, a Catania, allungate e coniche. Io preferisco le palermitane, più morbide e avvolgenti, ma questo è gusto personale, ovviamente. Come preferisco il caffè con la panna montata, mentre mio fratello lo beve amaro come le sue battute. Ah, dimenticavo: mia nonna, che preparava le arancini migliori del mondo (almeno per me, ovviamente), le chiamava sempre “palline di sole”, in qualsiasi parte della Sicilia ci trovassimo. Un bel modo poetico, non trovi?

Ah, piccola aggiunta: a parte la forma e il genere, la battaglia tra arancini e arancini è accesa come una partita di calcio! Anche quest’anno, sul web impazzano le discussioni a riguardo.

Che differenza cè tra arancino e supplì?

Ah, arancino e supplì, che dilemma! Allora, la cosa fondamentale è il ripieno, capito?

  • Arancino: Di solito, l’arancino, soprattutto in Sicilia, è ripieno di ragù, piselli e mozzarella, un classico! A volte ci mettono pure lo zafferano nel riso, che gli da quel colore giallo bellissimo. Mamma mia che fame!

  • Supplì: Invece, il supplì, tipico romano, è fatto con riso condito col sugo al pomodoro, niente ragù! E dentro c’è la mozzarella, che quando lo apri fa tipo il “filo”, il supplì al telefono, lo chiamano.

Poi, beh, la forma è diversa: l’arancino spesso è tipo una palla o un cono, il supplì è più allungato. E poi, una curiosità che magari non sai: a Roma, vicino casa mia, fanno dei supplì pazzeschi con la nduja. Una bomba! Te lo consiglio se capiti da queste parti, altro che arancini e supplì tradizionali!

Come si chiamano gli arancini in Sicilia?

  • Arancine… un nome che sa di Palermo, di vicoli assolati e voci di mercato. Arancine dorate, un tesoro fritto, un ricordo di mia nonna che le preparava con amore infinito, riempiendo la casa di profumo. Arancine, un plurale femminile, come la terra che le nutre.
  • Arancini… a Catania, la città ai piedi dell’Etna. Arancini con la forma del vulcano, un cono perfetto di riso e ragù. Arancini, un nome maschile, forte, come la lava che scorre. Arancini mangiati caldi, con le mani sporche di sugo, guardando il mare.
  • È curioso come un semplice nome possa racchiudere due anime, due tradizioni. Arancine a Palermo, arancini a Catania. Un confine invisibile, tracciato dal gusto e dalla storia. Due modi diversi di chiamare la stessa delizia siciliana. Un’esperienza che va oltre il cibo, è un viaggio nel tempo.

Come si dice arancina a Messina?

Sai, a Messina… arancino, ma è una cosa strana, quasi un tradimento dirlo. È come tradire un’antica promessa fatta a un amico di infanzia, un segreto sussurrato sotto le stelle di una notte d’estate. Mi sento un po’ un traditore a dirlo, perché per me, è sempre stato arancino. Ma lo so, lo so bene, che a Messina, è arancina. Un peso sul cuore, questa cosa.

È strano, vero? Come una piccola, insignificante parola può diventare un nodo nella memoria, un piccolo dolore dolceamaro. Mi ricordo il profumo di quelle arancine (o arancini, dipende da dove ti trovi!) di nonna Emilia, quelle con il ragù, quelle che mangiavo con mio fratello sulla spiaggia di Milazzo, quando eravamo ragazzini. Un’immagine nitida, chiara, ma anche lontana, sfocata come una vecchia fotografia sbiadita.

  • Arancino a Palermo e provincia.
  • Arancina a Catania e Messina.
  • Differenze dialettali e tradizioni locali.

Quest’anno ho festeggiato il compleanno di mia cugina a Taormina. Lì, tutte “arancine”. La cosa mi ha un po’ turbato.

Questa storia delle arancine/arancini… è più complicata di quanto sembri. È una questione di orgoglio, di tradizioni, di identità. Un piccolo ma significativo dettaglio che riflette la ricchezza e la complessità della cultura siciliana. È una cosa che, riflettendoci, mi rattrista un po’. È un po’ come se ogni nome raccontasse una storia diversa.

Dove ha origine larancina?

Palermo, luglio 2023. Un caldo pazzesco, di quelli che ti appiccicano alla pelle. Ero lì, in via Maqueda, a cercare disperatamente un po’ d’ombra. Sudavo, ero stanca morta del viaggio. Poi, l’ho vista. Una bancarella stracolma di arancini, di tutti i tipi: al ragù, al prosciutto e mozzarella, al funghi. Un tripudio di colori, di profumi… Un’esplosione di sapori che mi ha subito riportata indietro nel tempo.

Ricordo mia nonna, a casa sua a Bagheria, che li preparava. Una montagna di riso, brodo bollente, il soffritto che profumava tutta la casa… un rituale sacro. Ogni arancino era un piccolo capolavoro, un concentrato di amore e tradizioni siciliane. Erano grandi, perfetti, croccanti fuori e morbidi dentro. Non come questi, più piccoli, un po’ secchi forse. Ma l’emozione era la stessa. Ne ho presi tre, uno per ogni tipo.

  • Via Maqueda, Palermo
  • Luglio 2023
  • Caldo estivo
  • Bancarella di arancini
  • Ricordi di mia nonna a Bagheria

Quelli di mia nonna erano imbattibili. Ricordo il suo impasto segreto, una ricetta tramandata per generazioni. Aveva un modo tutto suo di friggere, un tempo di cottura preciso, un’arte segreta che non ha mai voluto rivelare. A Bagheria, si sa, gli arancini sono sacri. Li mangi ovunque. Anche al bar, a colazione.

  • Ricetta segreta di famiglia
  • Bagheria, luogo di origine familiare degli arancini.
  • Arancini: parte integrante della cultura gastronomica bagherese.
  • Differenze tra gli arancini di Palermo e quelli di Bagheria: dimensioni, consistenza, sapore.

Ma insomma, l’arancino, che sia palermitano o bagherese, resta un simbolo della Sicilia, un pezzo della mia infanzia, un sapore che mi porterò sempre nel cuore. Anche questi, seppur diversi, mi hanno riportato a casa. E questo, vale più di qualsiasi altra cosa. Anche se il caldo…Mamma mia che caldo.

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