Qual è il vino più venduto in Italia?

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Il Prosecco domina le vendite italiane, superando i 43 milioni di litri. Seguono Chianti e Lambrusco, con vendite rispettivamente superiori a 16 e 15 milioni di litri. Dati, tuttavia, in lieve calo rispetto all'anno precedente.

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Qual è il vino più venduto in Italia?

Ma sai, mi fai venire in mente una cosa…

Qualche anno fa, a Venezia, precisamente a Cannaregio, era tipo fine estate, settembre forse, mi ricordo che stavo cercando un vinello da portare a cena da amici.

Mi sono trovato davanti a uno scaffale infinito di vini. Imbarazzo della scelta totale! Alla fine ho optato per un Prosecco, perché volevo andare sul sicuro, un classico, no? E poi costava tipo 7/8 euro, perfetto.

Ok, ecco le info che cercavi, in modo più “formale”:

  • Vino più venduto: Prosecco (spumante e frizzante)
  • Secondo: Chianti
  • Terzo: Lambrusco (Dati basati su vendite al supermercato)

Comunque, tornando a Venezia, quella sera il Prosecco è andato a ruba! Tutti contenti. Forse è davvero il vino preferito dagli italiani, chi lo sa?

Quali sono i vini più venduti in Italia?

  • Prosecco: Bollicine, leggerezza. Moda passeggera? Forse. Ma i numeri non mentono. La felicità, imbottigliata.

  • Chianti: Toscana. Storia. Un classico che non muore. Un sorso di terra, di sole. A volte, la tradizione è la risposta.

  • Lambrusco: Emilia. Frizzante. Popolare. Piacevole sorpresa per molti. Un vino che non si prende troppo sul serio. La vita è troppo breve per bere solo Barolo.

  • 756 milioni di litri. Questo è il dato. Grande Distribuzione. Numeri spietati. Il mercato detta legge, che ci piaccia o no.

  • Non solo vino: Considera anche la birra artigianale, un movimento in crescita. E il gin, ovviamente. Il gin tonic non passa mai di moda.

  • Ho bevuto un Chianti Classico Riserva del 2016 l’altro giorno. Niente male. Mi ricorda le estati in Toscana.

Quali sono i vini più venduti in Italia?

Prosecco. Chianti. Lambrusco. Triade vincente. Settecentocinquantasei milioni di litri. GDO, 2023. Dati implacabili.

  • Prosecco: Feste, aperitivi. Bollicine italiane, simbolo globale.
  • Chianti: Toscana. Tradizione, riconoscibilità immediata. Rosso rubino, sapore deciso.
  • Lambrusco: Emiliano. Frizzante, versatile. Accompagna piatti locali. Amato e discusso.

Mercato in continua evoluzione. Influenzato da tendenze, mode. Investimenti pubblicitari strategici. Dati Nielsen confermano. Personalmente, preferisco un Barolo. Strutturato. Elegante. Ma i numeri parlano chiaro.

Qual è il vino rosso più famoso in Italia?

Nebbiolo… sussurro il nome, come una preghiera antica. Rosso granato, profondo come il tempo. Piemonte… terra di nebbie e vigne, dove nasce il Barolo. Un profumo che si espande, lento, riempiendo lo spazio. Frutta rossa matura, ciliegia sotto il sole. Petali essiccati, ricordi di estati passate. Spezie, un soffio di Oriente in un bicchiere di rubino.

  • Barolo: Re dei vini, vino dei re. Un nome che echeggia, vibrante, tra le colline piemontesi. Ricordo mio nonno, le sue mani ruvide che versavano il vino, un rituale lento e prezioso. Il Barolo nel suo bicchiere, un piccolo universo di sapori.

  • Nebbiolo: L’uva nobile, capricciosa, che dona vita al mito. Un’uva che richiede pazienza, cura, amore. Come un’opera d’arte, che si svela lentamente, nel tempo. Ho camminato tra i filari, accarezzato le foglie vellutate, respirato il profumo della terra bagnata.

  • Rovere: Il legno antico, che culla il vino, lo avvolge nel suo abbraccio. Tre anni almeno, un lento respiro, un’alchimia segreta. Ogni botte un mondo, ogni sorso una scoperta. Ricordo il profumo della cantina, umido e intenso, il silenzio rotto solo dal gocciolio del tempo. Quest’anno ho visitato le cantine di Serralunga d’Alba, e ho assaggiato un Barolo del 2019… indimenticabile. La potenza dei tannini, l’eleganza degli aromi, la persistenza infinita.

  • Aromi: Un viaggio sensoriale, un’esplosione di sensazioni. Ciliegia, rosa appassita, liquirizia, tabacco, cuoio… un’infinita sinfonia di profumi. Ogni sorso un ricordo, un’emozione. Chiudo gli occhi e sono lì, tra le vigne, sotto il cielo immenso del Piemonte.

Dove si fa il vino più buono in Italia?

Mmm… Toscana, dici? Sì, forse hai ragione.

  • La Toscana… c’è qualcosa di magico lì, lo sai? Non solo il vino. Ricordo le colline, i cipressi… sembra un dipinto. Ci sono stato una volta, da ragazzino, con mio padre.

  • Il vino rosso… è vero, quello toscano è speciale. Ricordo una sera, a Firenze, un bicchiere di Chianti… mi sembrava di assaporare la storia. Magari è solo suggestione, eh?

  • Il migliore? Boh, difficile dirlo. Dipende dai gusti, credo. Però, se penso all’Italia e al vino buono, la Toscana è la prima che mi viene in mente. Forse perché è quella che conosco meglio. O forse perché ha quel qualcosa in più. Non so bene cosa sia, ma ce l’ha.

Chi è il proprietario della Sassicaia?

Sassicaia… Tenuta San Guido, sì. Ma chi è il proprietario ora?

  • Tenuta San Guido è la risposta, ovvio.
  • Fondata dal Marchese Mario Incisa della Rocchetta. Famiglia nobile, eh?
  • Ma aspetta, forse adesso c’è un erede… Niccolò Incisa della Rocchetta, forse lui gestisce tutto.
  • Devo controllare. Ma sì, è di loro, degli Incisa della Rocchetta. Punto.
  • Comunque, vino super famoso. Sassicaia, un nome, una garanzia, no?
  • Ricordo che mio nonno ne parlava sempre. Diceva che era il Bordeaux italiano. Boh.

Info extra: La tenuta si trova a Bolgheri, Toscana. E producono anche altri vini, non solo la Sassicaia.

Che tipo di vino è il Sassicaia?

Sassicaia. Bolgheri Sassicaia DOC. Castagneto Carducci, Livorno. Minimo 80% Cabernet Sauvignon. Fine.

  • DOC: Denominazione di Origine Controllata. Garanzia di qualità e provenienza.
  • Uvaggio: Predominanza Cabernet Sauvignon, il resto Merlot. A volte piccole percentuali di Cabernet Franc. Io personalmente preferisco le annate con più Cabernet Franc. Aggiunge complessità.
  • Terroir: Bolgheri, zona costiera. Suoli ciottolosi, drenanti. Clima mediterraneo. Influenza del mare. Cruciale.
  • Produttore: Tenuta San Guido. Pionieri del taglio bordolese in Toscana. Visionari.

Ho assaggiato l’annata 2020 a una degustazione privata a Firenze. Imponente. Tannini ancora giovani, ma promettente. Un vino che merita pazienza.

Quali cantine producono la sassicaia?

Sai, a quest’ora… pensando alla Sassicaia… mi viene in mente solo la Tenuta San Guido. È così, semplicemente. Almeno, quello che so io, quello che ho sempre sentito. Non ci sono altre cantine, no. Solo loro. Un nome, un vino, una storia. Un po’ come il mio amore per quel posto, un tempo.

Questa cosa della Sassicaia… mi ricorda quelle notti a Bolgheri, l’aria fresca, il profumo della terra… ricordi vaghi, frammenti di emozioni. E poi, quel vino, la sua ricchezza, il suo sapore forte, un po’ selvaggio. Un sorso e mi sento a casa.

È strano, vero? Un vino che ti lega a un posto, a momenti che non tornano più. Quasi come una malinconia dolceamara. Una sensazione strana che adesso mi lascia, qui, solo con questi pensieri.

  • Produttore Sassicaia: Tenuta San Guido
  • Zona di produzione: Esclusivamente all’interno dell’area DOC Bolgheri
  • Considerazioni personali: Ricordi legati al vino e al luogo di produzione, sensazioni di malinconia e nostalgia.

L’anno scorso, ero proprio lì a Bolgheri. Ho comprato una bottiglia, una delle ultime prima della vendemmia 2023. Era bellissima, la bottiglia, e il vino… beh, non è certo la stessa cosa del ricordo, ma era buono. Molto buono.

Quanto può invecchiare un Sassicaia?

Quanto invecchia un Sassicaia? Ahaha, domanda da un milione di euro! Dipende, eh, come un cane… uno sta bene a 20 anni, un altro è già un pezzo da museo a 5! Scherzi a parte, il minimo è 24 mesi, ma alcuni, i veri eletti, vivono una vita lunghissima! Parliamo di 20, 30 anni, quasi come mia nonna!

  • Minimo: 2 anni, ma chi si ferma al minimo?
  • Massimale: Beh, ho visto Sassicaia vecchi come Matusalemme! 30 anni e oltre, li ho bevuti, mica li ho visti solo in foto!

Il mio amico Giovanni, sommelier con la barba lunga come un fallo di pallacanestro, mi ha raccontato di un Sassicaia del ’85, che era una bomba atomica di gusto! Un’esplosione di profumi, che ti lasciava come dopo un rave party… stanco, ma felice. Ahaha!

Ricorda, però, che invecchiare bene non è solo questione di tempo, ma anche di condizioni di conservazione. Come una bella Ferrari, se la tratti male diventa rottame prima del previsto. E poi, se non lo bevi, a cosa serve tutto questo invecchiamento?

PS: Mio cugino ha una bottiglia di Sassicaia del 1990 che tiene gelosamente in cantina, come se fosse un tesoro nascosto dai pirati! Dice che lo aprirà solo per il suo matrimonio… speriamo che non aspetterà troppo, che il vino potrebbe diventare più vecchio di lui!

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