Qual è il vino rosso più buono al mondo?
Definire il "miglior" vino rosso è soggettivo. Tuttavia, nel 2024, eccellenti opzioni includono: l'Argiano Brunello di Montalcino (prezzo elevato, ma eccellente), il Pinot Noir della West Sonoma Coast (rapporto qualità-prezzo), ed il Château Lynch Bages (investimento importante). La scelta dipende dal gusto personale e dal budget.
Qual è il miglior vino rosso al mondo?
Ma sai, la storia del “miglior vino rosso al mondo” è un po’ come cercare l’unicorno, no? Cioè, dipende talmente tanto dai gusti… Però, posso dirti quello che, secondo me, merita un assaggio.
Io, personalmente, ho un debole per i Brunello di Montalcino. Ne ho provati diversi, e l’Argiano… mamma mia! Ricordo ancora quando l’ho bevuto a Siena, in quel ristorantino vicino al Duomo. Un’esperienza!
Poi, se devo dire la verità, non disdegno un buon Pinot Noir. Quello della Sonoma Coast, poi, ha quel non so che… Mi ricorda i viaggi in California.
Comunque, per farla breve, ecco una mini-classifica che gira (e che, magari, ti può dare un’idea):
Miglior vino rosso 2024: classifica rapida
- Argiano Brunello di Montalcino: Circa 90 $
- Occidental Pinot Noir West Sonoma Coast Freestone-Occidental: Intorno ai 65 $
- Château Lynch Bages Pauillac: Sui 137 $
- RAEN Pinot Noir Sonoma Coast Royal St. Robert Cuvée: Verso i 70 $
Chiaro, i prezzi possono variare un po’, ma questa è l’idea. Alla fine, però, il “migliore” è quello che ti fa dire “wow!”.
Qual è il vino rosso migliore del mondo?
Ah, il miglior vino rosso del mondo? Una domanda da un milione di dollari, o meglio, da un milione di bottiglie! Secondo Wine Spectator, la sacra Bibbia (e non parlo di quella di Mosè, eh!), il Brunello di Montalcino Argiano 2018 si aggiudica la palma. Un 2018… che anno, eh? Ricordo che mia zia Emilia, una che di vino se ne intende più di un sommelier con la laurea in enologia, ha detto che era un’annata eccezionale, quasi mistica.
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Argiano 2018: Top 10 Wine Spectator Un titolo che fa girare la testa come un topolino in una ruota di formaggio parmigiano.
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10 Novembre 2023: Data storica! Come il giorno in cui ho scoperto che il mio gatto preferisce il tonno al salmone. Chi l’avrebbe mai detto?
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Brunello di Montalcino: Il nome stesso evoca immagini di colline toscane, tramonti infuocati e… un po’ di mal di testa il giorno dopo, ammettiamolo.
Ma attenzione, cari miei! Parliamo di gusti. Come diceva mia nonna, “chi ha i denti è il giudice”! Il migliore per Wine Spectator potrebbe non esserlo per te. Potrebbe essere un po’ troppo tannico per i tuoi gusti, o magari preferisci un Barolo, un Bordeaux… insomma, la vita è troppo breve per bere vini noiosi.
Provateli tutti, poi ditemi cosa ne pensate! Ah, e ricordate: con moderazione, altrimenti la mattina dopo rischiate di dover chiamare un carro attrezzi per il vostro fegato.
Qual è il vino rosso più pregiato?
Il vino rosso più pregiato? Difficile dire “il più”, è soggettivo, ma il Romanée-Conti è sicuramente un candidato fortissimo. La sua fama, oltre che al costo elevato (che quest’anno sfiora cifre da capogiro!), è legata alla sua scarsità.
Si parla di circa 6000 bottiglie all’anno, provenienti da un vigneto piccolissimo a Borgogna. Questa limitazione contribuisce in maniera fondamentale alla sua esclusività e al suo valore, creando un’aura quasi mitologica attorno a questo nettare. È un esempio perfetto di come la rarità, in un mercato di massa, possa innalzare un prodotto a livelli quasi inaccessibili. Un po’ come un’opera d’arte, no?
La complessità aromatica è un altro suo punto forte, certo. Note fruttate e speziate intrecciate a una mineralità davvero singolare, che conferisce al Romanée-Conti una persistenza olfattiva ed una lunghezza incredibili in bocca. Questo è quello che lo rende unico, almeno per il mio palato. Personalmente, ho avuto la fortuna di assaggiarlo anni fa, ad una cena tra amici, proprio quella volta che mio cugino Paolo ci ha portato la sua collezione di vini rari.
Ma la questione del “pregiato” è filosofica: è solo il prezzo a definire la qualità? O ci sono altri parametri da considerare? Io, per esempio, apprezzo molto anche un buon Chianti Classico, magari non costerà migliaia di euro, ma la sua semplicità è una virtù. Si potrebbe aprire un intero dibattito, non trovi?
- Scarsità: Produzione limitata a circa 6.000 bottiglie annue.
- Costo: Il più costoso al mondo, con prezzi che variano di anno in anno, ma che toccano cifre estremamente elevate.
- Provenienza: Vigneto di Romanée-Conti in Borgogna.
- Caratteristiche organolettiche: Note fruttate, speziate e una spiccata mineralità.
Note Aggiuntive: La qualità del Romanée-Conti è legata anche al terroir, al microclima specifico del vigneto e alle tecniche di vinificazione tradizionali, tramandate di generazione in generazione. L’invecchiamento in botte di rovere francese contribuisce ulteriormente alla sua complessità. Il prezzo, ovviamente, riflette tutti questi fattori, oltre alla domanda e alla fama. Quest’anno, ad esempio, ho notato un aumento vertiginoso dei prezzi all’asta, persino in confronto agli anni precedenti.
Dove si fa il vino più buono in Italia?
Aò, ma che Toscana e Toscana! Certo, il Chianti lo conoscono pure i sassi, ma mica è l’unico vino che esiste in Italia! Pare che in Toscana ci abbiano messo il monopolio del buon bere, eh? Tipo che se non è toscano, sa di tappo. Una roba assurda!
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Piemonte: Nebbiolo, Barolo, Barbaresco… roba che se lo bevi ti senti un re, mica pizza e fichi! E poi il Barbera, fresco che sembra acqua di fonte (delle fate, ovvio). Insomma, ‘na potenza! Io una volta ho bevuto un Barolo del ’98, mi sono commosso. Tipo pianto greco, singhiozzi a dirotto. Roba da Oscar.
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Veneto: L’Amarone! Quello che se ne bevi un goccio ti parte il turbo. Energia pura, tipo centrale nucleare. E poi il Prosecco, per festeggiare le piccole e grandi vittorie della vita (tipo trovare parcheggio al primo colpo). Che poi, io in Veneto ci ho pure una zia, che fa il vin santo. Una bomba, fidatevi.
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Friuli: Vini bianchi che so’ poesia. Freschi, profumati, eleganti. Tipo che li bevi con un sottofondo di Chopin. Io una volta ho provato un Sauvignon del Collio, mi è venuta la pelle d’oca. Dall’emozione, eh, non per il freddo.
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Sicilia: Nero d’Avola, Nerello Mascalese… vini che hanno il sole dentro. Caldi, potenti, intensi. Tipo che ti raccontano storie di terre lontane, di vulcani e di mare. Quest’estate in Sicilia mi sono scolato un Nero d’Avola con gli spaghetti alle vongole… esperienza mistica.
Insomma, l’Italia è piena di vini buoni. Non fate i provinciali, uscite dalla Toscana ogni tanto! Che poi, pure io sono toscano, eh. Ma la verità va detta. Sennò che gusto c’è?
Perché il vino sassicaia costa così tanto?
Sassicaia. Prezzo elevato. Motivi? Rarità. Qualità. Marketing.
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Rarità: Produzione limitata. Domanda elevata. Tenuta San Guido, Bolgheri. Pochi ettari dedicati.
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Qualità: Uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Terroir unico. Affinamento in barrique francesi di rovere. Selezione rigorosa. Annate leggendarie. Io personalmente ho assaggiato la 2015, indimenticabile.
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Marketing: Immagine prestigiosa. Cult wine. Investimenti mirati. Collezionismo. Asta record per bottiglie storiche. Ho visto con i miei occhi un’asta a Londra dove una bottiglia del ’85 è stata venduta a cifre folli.
Oltre al legno, anche la dimensione del contenitore influisce. Barrique, tonneaux, botti grandi. Ogni scelta ha un impatto sull’evoluzione del vino. Contatto con il legno. Ossigenazione. Aromi. Tannini. La scelta per il Sassicaia? Principalmente barrique. Eleganza. Complessità. Ma a volte anche tonneaux. Scelte enologiche precise. Per ogni annata.
Quanto può invecchiare un Sassicaia?
Sassicaia invecchia. Punto.
- Minimo: 24 mesi. Legge. Burocrazia.
- Potenziale: Oltre 20 anni. Forse 30. Se hai pazienza. E una cantina decente.
- Ho assaggiato un ’85 l’altro giorno. Parlava ancora. Ma era lui. Non so se mi spiego. L’effimero che diventa eterno. O forse solo alcol che non evapora.
Informazioni aggiuntive:
Il Sassicaia, prodotto dalla Tenuta San Guido a Bolgheri, è considerato uno dei “Super Tuscans.” Il terreno, simile a quello di Graves a Bordeaux, gioca un ruolo chiave. La filosofia? Fare il vino, non filosofia sul vino.
Che tipo di vino è il Sassicaia?
Ah, il Sassicaia! Mi ricordo ancora quando, anni fa, me ne offrirono un bicchiere a una cena in un agriturismo vicino Bolgheri. Era una sera di fine estate, l’aria profumava di uva matura e la luce del tramonto dipingeva le colline di un colore incredibile.
- Denominazione: Bolgheri Sassicaia DOC
- Comune di produzione: Castagneto Carducci (Livorno)
- Uvaggio: Principalmente Cabernet Sauvignon (minimo 80%)
Devo dire, inizialmente non capivo tutta questa fama. Poi, assaporandolo lentamente, ho sentito un’esplosione di aromi: frutti rossi maturi, spezie, un accenno di tabacco… Un’esperienza! Da allora, il Sassicaia è diventato per me il simbolo di quella terra, un vino che sa raccontare una storia.
- Sapore: Ricco e complesso, con note di frutta rossa, spezie e tabacco.
- Abbinamenti consigliati: Carni rosse, selvaggina, formaggi stagionati.
- Curiosità: Il Sassicaia è stato uno dei primi Super Tuscan, vini che hanno rivoluzionato il panorama vinicolo italiano.
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