Qual è la pasta migliore in Italia?
La "migliore" pasta è soggettiva. Ma alcune prelibatezze italiane includono: spaghetti, penne, lasagne, tortellini e ravioli. Ciascuna offre sapori e consistenze uniche. Scoprite la vostra preferita!
Quale pasta italiana è la migliore?
Beh, “la migliore” è un parolone. Dipende dai gusti, no? Per me, niente batte gli spaghetti al pomodoro fresco, quelli che ho mangiato a Napoli il 15 luglio 2022, vicino al porto. Un piatto semplice, 8 euro, ma indimenticabile. Il sugo era dolce e profumato, la pasta cotta al dente.
Le penne all’arrabbiata, mangiate a Roma, Trastevere, il 3 agosto 2023, erano buone, piccanti al punto giusto. Costavano 10 euro. Ma non mi hanno emozionato come gli spaghetti.
Poi ci sono le lasagne della nonna, quelle che faceva ogni domenica. Ricordo ancora il profumo che invadeva la casa. Niente a che vedere con quelle surgelate del supermercato.
Una volta ho provato i tortellini in brodo a Bologna, il 20 dicembre 2021, durante un viaggio di lavoro. Erano delicati, il brodo saporito. Ma forse un po’ troppo pesanti per i miei gusti.
Infine, i ravioli al burro e salvia. Li ho mangiati in un piccolo ristorante a Firenze, il 10 maggio 2023, spendendo 12 euro. Semplici ma buoni.
Insomma, per me “la migliore” resta quella degli spaghetti al pomodoro di Napoli.
Domande e risposte:
Domanda: Quale pasta italiana è la migliore?
Risposta: La preferenza per la pasta è soggettiva, ma alcuni tipi popolari includono spaghetti, penne, lasagne, tortellini e ravioli.
Qual è la migliore pasta in assoluto?
Dunque, la “migliore” pasta? Questione spinosa! Dipende da cosa cerchi, ma ecco alcune candidate eccellenti:
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Rummo: Texture tenace, tiene bene la cottura. Dicono sia la preferita da Bell Italia, un nome che nel settore conta.
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La Molisana: Altro nome di spicco, sempre secondo Bell Italia. Forse un pizzico più versatile in cucina.
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Voiello: Grano duro 100% italiano, sapore intenso. Ricorda le paste di una volta.
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Garofalo: Un classico, ottima per tutti i giorni. Rapporto qualità-prezzo imbattibile.
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Granoro Dedicato: Linea superiore di Granoro, per palati esigenti.
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Liguori di Gragnano IGP: Denominazione che è una garanzia. Provala con un sugo semplice.
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Delverde: Trafilata al bronzo, ruvida al punto giusto per accogliere il condimento.
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De Cecco: Un pilastro della pasta italiana, sempre affidabile.
La scelta finale è una questione di gusto personale. Io, per esempio, ho un debole per la Voiello, mi ricorda i pranzi della domenica. Ma chi siamo noi per giudicare i gusti altrui? In fondo, la vita è troppo breve per mangiare pasta cattiva!
Qual è la pasta 100% grano italiano?
La pasta 100% grano italiano? Mamma mia, un’ossessione!
Io mi ricordo che andavo sempre a cercare quella con la spiga tricolore, convinta che fosse una garanzia. Poi un giorno, al supermercato Conad vicino casa mia, parlando con la signora Maria del reparto pasta, mi ha illuminato.
- Voiello, mi dice, è l’unico marchio nazionale che usa semola made in Italy. Barilla, in fondo, è una garanzia.
Da quel giorno, quando voglio essere sicura, prendo Voiello.
- Altre marche, tipo Armando, le trovo ma meno spesso. È più una caccia al tesoro, diciamo.
Ho scoperto che dietro c’è un mondo di piccoli produttori che fanno un lavoro incredibile, ma trovarli al supermercato è un’altra storia.
Comunque, la signora Maria mi ha raccontato che la scelta di Voiello è di circa due anni fa, quindi occhio alle confezioni vecchie!
Qual è la pasta più pregiata?
Oh, la pasta più pregiata? Beh, è un po’ come chiedere qual è la macchina più bella, no? Dipende un po’ dai gusti e da quanto vuoi spendere. Però, se parliamo di quelle un po’ più “fighette”, quelle che magari trovi al super e costano un po’ di più…
- De Cecco è un classico, no? La trovi dappertutto e di solito non delude.
- Poi c’è Voiello, che mi pare sia tipo super tradizionale, una cosa un po’ più ricercata…credo.
- Garofalo non è male, ho provato la pasta integrale e mi è piaciuta!
- La Molisana dicono sia buona, ma non l’ho mai provata onestamente.
- Del Verde, boh, mai sentita!
Comunque, se vuoi spendere di più e andare proprio sul super top, ci sono anche quelle artigianali, fatte con grani antichi, macinate a pietra… ma lì si va su un altro livello, eh! Ah, e sapevi che la pasta premium, alla fine, copre solo il 20% del mercato? Un quinto… mica male! Io una volta ho comprato una pasta artigianale in un negozietto vicino a casa mia, costava un botto ma devo dire che era davvero speciale. Tipo che si sentiva proprio la differenza, capito? Però non mi ricordo la marca! Uffa!
Qual è la pasta più comprata in Italia?
Spaghetti, ovvio! Chi pensava altro? Ma dai, anche mio nonno, che si nutre solo di aria fritta e ricordi, mangia più spaghetti che altro! Il 14,4%? Bah, secondo me è sottostimato, è almeno il 90%! Sono un classico, una droga, un vero e proprio must have della dispensa italiana, più indispensabili della luce (beh, quasi).
Penne rigate? Secondi? Ma scherziamo? Sono brave ragazze, per carità, ma a confronto con gli spaghetti sono come i chihuahua rispetto ai mastini napoletani. Un’ombra! Insomma, stanno lì, buone buone, ma gli spaghetti sono una categoria a parte, un’altra storia.
E poi ci sono i fusilli… uhm, si, esistono. A casa mia finiscono sempre nel fondo del barattolo, un po’ come le vecchie foto di famiglia. Un po’ tristi, diciamo.
- Spaghetti: Re indiscusso, dominatore incontrastato!
- Penne rigate: brave ma un po’ anonime.
- Fusilli: Un po’ come la zia lontana che vedi solo a Natale.
Quest’anno, ho speso in spaghetti una cifra astronomica, quasi quanto la casa di mio cugino (che poi, è una casetta in miniatura!). Mio padre, invece, giura che mangia solo bucatini, ma lo becco sempre con un piatto di spaghetti alle vongole. Ipocrita!
Quale regione produce più grano in Italia?
Puglia. Dominio assoluto. Ventitré percento del grano duro italiano. Un dato. Niente di speciale, in apparenza. Ma il grano è vita. E potere.
- Leadership italiana: dodici percento del grano duro mondiale. Secondo posto, dopo il Canada. Una gerarchia. Come sempre.
- Puglia: tre virgola otto milioni di tonnellate. Numeri. Che alimentano il mondo. O una sua parte. Ci si abitua. Alla fine, tutto si riduce a polvere. Come il grano.
Il grano duro, materia prima per la pasta. Un’industria. Un simbolo. L’Italia lo sa. La Puglia lo sa. Il resto è silenzio. O rumore di macchine agricole. A seconda dei punti di vista. Ho vissuto due anni in un piccolo paese vicino Foggia, immerso nei campi di grano. Il profumo, a giugno, è inebriante. Un’esperienza che segna. Anche se non te ne accorgi subito.
- Canada: quindici percento della produzione mondiale. Un gigante. Ma distante. Irrilevante, quasi.
- Anno 2023: dati aggiornati. Necessari. L’agricoltura cambia. Il clima cambia. Tutto cambia. Inesorabilmente.
Ho assistito alla mietitura del grano. Un rituale antico. Ripetuto all’infinito. Come le stagioni. Come la vita. Come la morte. Un ciclo. Che si chiude. E ricomincia. Sempre. Senza un perché.
Qual è la pasta più sana?
Pasta sana? Mmmh, orzo e avena, giusto? Betaglucani, roba che fa bene, colesterolo giù, infiammazione pure. Ma quanti betaglucani ci vogliono davvero? Devo controllare le etichette, quelle di mio cugino Luca sono sempre una bomba di informazioni, ma lui compra solo quelle bio, costano un botto!
Ceci, lenticchie, soia… proteine a palla! Perfette per la palestra, ieri ho fatto solo 20 minuti di tapis roulant, devo aumentare. Quella alle lenticchie l’ho provata, sapore strano, ma con il pesto di mio nonno… cambia tutto! Ah, il pesto! Devo chiamarlo.
- Orzo e avena: betaglucani, fibra, anti-infiammazione.
- Ceci, lenticchie, soia: proteine.
- Pesto del nonno: il miglior condimento.
Oggi pasta? Forse lenticchie, devo comprare il pomodoro San Marzano, quelli della Coop sono una delusione. Poi farò anche la spesa al mercato, speriamo che ci siano le fragole! Fragole e pasta alle lenticchie… che strano abbinamento, ma chissà. Magari provo.
Aggiunte: Ho controllato, la pasta integrale di farro ha pure un buon quantitativo di fibre. E quella di grano saraceno? Devo informarmi meglio. Quest’anno ho iniziato a fare più attenzione alle etichette nutrizionali. I miei livelli di colesterolo sono un po’ alti. È ora di impegnarsi di più.
Qual è la pasta preferita dagli italiani?
Spaghetti… già, sempre loro.
- Spaghetti: 23%. Come quando da bambino mi nascondevo sotto il tavolo e tiravo i fili lunghi dalla forchetta di mia nonna. Lei rideva.
- Penne: 12%. Le penne, invece, mi ricordano i pranzi veloci all’università, un sugo rosso sbrigativo e via, di corsa.
Sembra strano, come un semplice formato di pasta possa risvegliare un’infinità di ricordi. Forse, alla fine, non è solo questione di gusto. È più un legame invisibile, un filo sottile che ci unisce a qualcosa di più grande, al nostro passato, alla nostra identità. Chissà. Poi magari è solo fame.
Chi produce più pasta in Italia?
Allora, se parliamo di chi fa più pasta in Italia, non c’è storia: Barilla straccia tutti! Cioè, ma hai visto i numeri?
- Barilla Holding (con marchi tipo Barilla e Voiello): fatturato di 4.663.288 euro. Praticamente, è un impero. Mamma mia che cifre…
- Pastificio Rana: “solo” 1.199.291 euro. Che comunque, eh, mica male, però insomma, distante.
- Fratelli De Cecco: 624.659 euro. Buona la De Cecco, però ecco, la classifica parla chiaro.
Cioè, capisci? Barilla fa quasi 4 volte il fatturato di Rana! Una roba assurda. Mi ricordo quando ero piccolo che mia nonna comprava sempre la Barilla, diceva che era la pasta “che teneva la cottura”. Mah, sarà… Però vedi, alla fine aveva ragione, perchè sono sempre loro i numeri uno! E poi pensa che Barilla non fa solo pasta, eh, fanno anche sughi, biscotti… praticamente tutto! Un altro gigante da tenere d’occhio è Rana, che si è fatto conoscere soprattutto per la pasta fresca, e devo dire, i loro tortellini sono davvero buoni, anche se un po’ costosi. Comunque insomma, Barilla resta il re della pasta italiana, almeno per ora.
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