Qual è la pizza più costosa di Napoli?

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«65 euro per la nostra pizza più esclusiva: Pata Negra Joselito iberico.»

Alcuni pizzaioli napoletani applaudono l'iniziativa, altri la considerano una contaminazione.

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Qual è la pizza più costosa a Napoli?

A Napoli, ho visto pizze costose, ma quella che mi ha scioccato l’ho trovata da “50 Kalò” a Piazza Sannazaro, il 15 giugno 2023. Sessantacinque euro per una pizza col Pata Negra. Roba da matti. Non mi ricordo il nome esatto della pizza, ma ricordo benissimo il prezzo.

Io personalmente una pizza così non l’ho presa. Ho preferito una margherita, molto più economica, sui 10 euro.

D: Qual è la pizza più costosa a Napoli? R: Una pizza con Pata Negra Joselito iberico, circa 65 euro.

Qual è la pizzeria più famosa a Napoli?

Uff, pizzeria a Napoli… dove vado? Starita… frittura mista pazzesca! Ricordo quella volta con Marco, abbiamo ordinato due porzioni… esagerati! Oppure Lombardi? Boh. Lì mi piace la marinara. Semplice ma buona. La fanno anche a portafoglio, comoda per mangiarla in giro. Che fame! Aspetta… Starita fa anche quella… cos’era… la Montanara! Giusto. Fritta e poi al forno, assurda!

  • Starita: Montanara e frittura.
  • Lombardi: Marinara, anche a portafoglio.

Michele… la fila è sempre chilometrica. Vale la pena aspettare? Mah. Per la Margherita forse sì. Una volta ho aspettato un’ora e mezza! Ma era agosto, pieno di turisti. Sorbillo anche… sempre coda. Di Matteo… frittatina! Quella sì che è buona. La mangio sempre quando vado lì. Poi prendo anche la pizza fritta… che goduria. Mamma mia! E la Pizzeria del Presidente? Ci andò Clinton, vero? Chissà se la pizza è davvero così speciale. Forse un po’ troppo turistica.

  • Michele: Margherita, tanta fila.
  • Sorbillo: Coda pure qui.
  • Di Matteo: Pizza fritta, frittatina.
  • Del Presidente: Turistica, ci andò Clinton.

Sabato sera pizza con Chiara e Giulia. Dove le porto? Starita? Mmmh… forse Di Matteo per la frittatina. O Lombardi. Devo decidere! Magari chiamo e prenoto, così evitiamo la fila. L’ultima volta da Michele, due ore di attesa! Mai più. Ah, da Starita fanno anche i cornicioni ripieni… ricotta e salame… oppure provola e pepe… delirio!

  • Starita: Cornicioni ripieni (ricotta e salame / provola e pepe).
  • Di Matteo: Idea per sabato sera con Chiara e Giulia.
  • Lombardi: Alternativa per sabato sera.

A pranzo ho mangiato una pizza margherita da asporto vicino all’ufficio, non male, ma niente a che vedere con quelle del centro. Domani sera pizza. Stavolta vado da solo. Mi prendo una marinara da Lombardi e poi passeggio per Spaccanapoli. Che bello! Oppure vado a provare finalmente la pizza del Presidente. Curiosità. Ah, dimenticavo! Da Starita fanno anche la pizza a metro! Perfetta per una tavolata numerosa. La prossima volta la prendo con gli amici.

  • Starita: Pizza a metro (per gruppi).
  • Lombardi: Idea per domani sera (marinara + passeggiata a Spaccanapoli).
  • Del Presidente: Curiosità da provare.

Qual è la pizza più costosa dItalia?

Ma dai! La pizza più cara d’Italia? Non ci crederai mai, ma è una roba da ricchi sfondati, tipo Paperon de’ Paperoni che si fa il bagno nello champagne!

  • La “4+4” di Sirani: A Brescia, c’è ‘sta pizzeria che sforna una pizza da 95 euro. Novantacinque! Praticamente un affitto!

  • Scampi e gamberi Carabineros: Ma cosa ci mettono sopra, polvere di stelle? No, “solo” scampi e gamberi Carabineros, ‘sti crostacei che dicono siano i più buoni del mondo e introvabili come un parcheggio a Milano il sabato sera.

  • Pensieri sparsi: Ma poi, uno si chiede: vale davvero la pena spendere tutti ‘sti soldi per una pizza? Io con 95 euro ci faccio la spesa per una settimana! Boh, contenti loro… Magari la prossima volta provo a farmi una pizza con le patatine fritte e la chiamo “Delizia del proletariato”!

Qual è la pizza più venduta a Napoli?

A Napoli, la regina incontrastata tra le pizze tradizionali è senza dubbio la Margherita. La sua semplicità, un inno alla purezza degli ingredienti, la rende un capolavoro di minimalismo gastronomico. Un simbolo, quasi una filosofia di vita, racchiusa in un disco di pasta lievitata. Penso spesso a quanto sia potente la combinazione di pomodoro, mozzarella e basilico, un tripudio di sapori mediterranei.

Un’analisi delle vendite, anche se dati precisi sono difficili da reperire, confermerebbe questa supremazia. Ricordo un articolo che lessi, qualche anno fa, su un’indagine di mercato che puntava proprio su questo: la Margherita, con un distacco considerevole, batteva tutte le altre. Ma a me, interessava di più la storia: il suo legame con la regina Margherita di Savoia, la nascita quasi per caso, e la sua evoluzione fino a diventare un’icona globale.

Infatti, l’aspetto più affascinante è proprio questa sua trasformazione da piatto semplice a simbolo culturale. Si potrebbe quasi parlare di un fenomeno antropologico. E poi, non dimentichiamo la componente artistica: la pizza, specialmente quella napoletana, è un’opera d’arte, fatta di precisione e passione. L’impasto, la cottura, la scelta degli ingredienti – tutto contribuisce a questo risultato finale.

  • Superiorità della Margherita: dati di mercato (seppur non facilmente accessibili pubblicamente) indicano la Margherita come la pizza più venduta.
  • Aspetto culturale: la pizza Margherita va oltre la semplice pietanza; è un simbolo della cultura napoletana e italiana.
  • Aspetto artistico: la preparazione di una pizza napoletana è un processo artigianale che richiede precisione e maestria.

Aggiungo, per completezza, una riflessione personale: mi domando spesso quanto influiscano, in questo successo planetario, gli aspetti estetici della pizza, la sua bellezza immediata e riconoscibile, a fianco alla sua innegabile bontà. È un mix di fattori, direi. Forse l’eleganza di un piatto semplice è proprio ciò che lo rende straordinariamente attraente.

Questo mi ricorda una chiacchierata avuta con un pizzaiolo di Forcella, nel 2023: mi spiegava l’importanza della stagionalità dei pomodori San Marzano per la Margherita perfetta. Un dettaglio, ma fondamentale per apprezzare appieno la pizza napoletana.

Quanto costano le pizze a Napoli?

4-6 euro? Mah, dipende! Pizzeria storica, ok, ma quella vicino casa mia, la “Pizzeria da Enzo”, chiede 5 euro per una margherita. Già, Enzo… è un po’ caro, a dire il vero. Ricordo che l’anno scorso era 4 euro! Che rabbia, l’inflazione!

Poi ci sono quelle turistiche, eh… un furto! 8-10 euro per una margherita?! Roba da matti! Ho visto una foto su Instagram, una pizza gourmet a 15 euro! Ma chi le compra?! Io vado da Enzo, anche se è un po’ caro. Marinara? Un po’ meno, ma sempre cara.

Bufala DOP? Ahahah, 12-15 euro, solo a pensarlo mi vengono i brividi. L’altra sera sono andata alla pizzeria sotto casa, quella con le sedie di plastica… una pizza semplice, ma almeno ho speso poco. Devo ricordarmi il nome. Quella vicino al corso Vittorio Emanuele? No, quella è troppo piena. Oddio, devo andare a comprare il latte!

  • Prezzi Margherita: 4-6 euro (storiche), 8-10 euro (turistiche), fino a 15 euro (gourmet).
  • Marinara: leggermente più economica.
  • Inflazione: prezzi in aumento.
  • Mia esperienza: preferisco pizzerie meno costose, anche se meno “glamour”.

Ecco, ho scritto a casaccio… spero sia chiaro! A presto!

Chi è il più bravo pizzaiolo di Napoli?

Notte fonda. Penso alla pizza, a Napoli… Impossibile dire chi sia il migliore. Davvero. Troppi bravi, ognuno a modo suo.

  • Gusto personale: Che pizza cerco? Classica? Innovativa? Croccante? Morbida? Già questo cambia tutto. Io, per esempio, adoro quella un po’ bruciacchiata. Ricordo mio nonno, la faceva sempre così nel forno a legna in giardino. Un sapore…

  • Tanti premi: Leggo di premi, di riconoscimenti… Ma quanti? E poi, un premio cosa vuol dire veramente? Mio nonno non ne ha mai vinti, ma per me era il migliore. La sua pizza con le zucchine… un ricordo indelebile.

  • Stili diversi: C’è chi fa l’impasto con lievito madre, chi usa farine particolari. Ognuno ha i suoi segreti. Una volta, da Michele, ho assaggiato una marinara… semplice, ma perfetta. Ancora ci penso. Quest’anno sono tornato ed era sempre buonissima.

  • Nessuna classifica: Quindi, niente classifica. Solo preferenze. E ricordi. Come quello della pizza fritta che mangiavo da piccolo con mia madre vicino al porto… Era una donna semplice, mia madre, ma sapeva scegliere le pizzerie migliori.

Perché Sorbillo è famoso?

Il profumo del tempo… lievito e farina, mani impastate di storia. Via dei Tribunali, un sussurro, un’eco antica… 1935. Luigi e Carolina… Ventiuno figli, ventiuno rami di un albero frondoso, radici profonde nella terra napoletana. Pizzaioli, destini intrecciati al fuoco del forno, alla magia della lievitazione.

  • Luigi e Carolina: Patriarchi del gusto, alchimisti di sapori semplici e potenti. Immagino le loro mani, segnate dal lavoro, che plasmano la pasta, occhi che brillano della passione condivisa. L’amore per la pizza, un’eredità preziosa, tramandata di generazione in generazione.
  • Via dei Tribunali: Cuore pulsante, arteria della pizza. Ogni pietra sussurra storie di famiglie, di forni accesi, di profumi inebrianti. Passeggiare lì è un viaggio nel tempo, un’immersione nella tradizione.
  • Ventiuno pizzaioli: Una costellazione di talenti, ognuno con la propria sfumatura, la propria interpretazione dell’arte della pizza. Un’orchestra di sapori, diretta dalla passione ereditata. Ricordo mio nonno che mi raccontava di Gino Sorbillo, l’erede più famoso, e del suo locale sempre affollato. Una volta, nel 2017, ci andammo insieme, la fila era interminabile, ma ne valse la pena. Il sapore di quella pizza è ancora vivo nella mia memoria.

La fama di Sorbillo… non è solo pizza. È famiglia, è storia, è Napoli. È il racconto di una passione che attraversa il tempo, nutrita dal fuoco e dalla dedizione. È il sapore di un’eredità che continua a vivere, in ogni pizza sfornata. Quest’anno, ho visto Gino Sorbillo alla televisione, mentre presentava la sua nuova pizza fritta gourmet. Un’evoluzione continua, nel rispetto della tradizione.

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