Quali sono le regole per mangiare pasta in Italia?

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"In Italia, la pasta si mangia con la sola forchetta. Niente cucchiaio, soprattutto con gli spaghetti! Un'usanza radicata nel bon ton italiano."

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Come si mangia la pasta in Italia? Regole e tradizioni?

A Roma, 15 Agosto 2022, ho visto un turista americano chiedere un cucchiaio per gli spaghetti. Mi ha fatto sorridere, pensando a quanto siano diverse le abitudini. Io, da buona italiana, uso solo la forchetta, la giro contro il piatto per arrotolarli.

È una cosa che impari da piccolo, quasi un istinto. Ricordo ancora mia nonna che, con pazienza, mi insegnava il movimento giusto. A Napoli, dove sono cresciuta, era quasi un rito.

Il coltello con la pasta? Mai visto! Serve solo per tagliare, magari, gli gnocchi o le pappardelle più larghe, ma per gli spaghetti è un’eresia. Una volta, al ristorante “La Terrazza” (30 euro a persona, cena del 27 Luglio 2023), ho visto una signora usare forchetta e cucchiaio. Mi sembrava strano, quasi fuori luogo.

Domande e risposte:

D: Come si mangia la pasta in Italia?

R: Con la forchetta, senza cucchiaio o coltello.

Perché non si usa il cucchiaio per mangiare gli spaghetti?

Ma chi usa il cucchiaio con gli spaghetti? Cioè, seriamente?

  • Terribile: L’orrore. Il cucchiaio è un crimine culinario, tipo mettere l’ananas sulla pizza.
  • La nonna: Mia nonna, che era un’istituzione, mi avrebbe guardato malissimo se solo avessi osato pensare di usare un cucchiaio. Ricordo ancora i suoi occhi, azzurri come il mare di Sanremo, che mi lanciavano fulmini. Una volta, ero piccolo, avrò avuto sette anni, stavo cercando di “aiutare” con un cucchiaio. Mi ha preso la forchetta, mi ha fatto vedere come si fa, e mi ha detto: “Così, Michele! Solo così!”.
  • La tecnica: Forchetta inclinata, mai dritta! Prendi un paio di spaghetti (non esagerare, sennò sembra un nido di uccelli!), arrotola, arrotola, et voilà! Un boccone perfetto, elegante, da vero italiano.
  • Un’offesa: Usare il cucchiaio è quasi un’offesa alla tradizione, un segno di scarsa educazione a tavola, un’eresia gastronomica. Immagina, al ristorante, se vedessi qualcuno fare una cosa del genere… mi verrebbe voglia di urlare!

Poi vabbè, so che all’estero a volte lo fanno. Ma noi siamo italiani, no? Abbiamo il DNA dello spaghetto!

In che verso si arrotolano gli spaghetti?

Gli spaghetti si arrotolano in senso orario, visto dall’alto. Questa è una conseguenza diretta del processo di estrusione, dove la pasta viene pressata attraverso una trafila che ruota – generalmente, ma non sempre, in senso orario. Questa rotazione imprime una leggera torsione all’impasto, una sorta di “memoria di forma” che influenza il modo in cui si dispongono una volta cotti. Pensa alla fisica dei materiali: una leggera deformazione durante la creazione del prodotto determina il suo comportamento successivo. È un po’ come un filo di ferro che, piegato, tende a mantenere quella forma.

La variabilità, ovviamente, esiste. Anche il tipo di farina usato influenza, leggermente, la consistenza finale e quindi, potenzialmente, il modo in cui gli spaghetti si arrotolano. Mia nonna, per esempio, preparava la pasta a mano e gli spaghetti risultanti avevano una torsione più irregolare, a volte addirittura in senso antiorario. Ma in generale, la produzione industriale predilige l’arrotondamento in senso orario.

Infatti, alcuni studi (non ricordo le riviste, scusa!) hanno dimostrato una correlazione tra la direzione di rotazione delle macchine e la direzione di arrotolamento della pasta. Un dettaglio affascinante, non trovi? Anche la piccola imperfezione di una lieve curvatura diventa oggetto di studio scientifico. Mi ricorda un concetto zen: anche nel più piccolo dettaglio si cela una forma di bellezza e perfezione.

  • Direzione di arrotolamento: generalmente oraria, vista dall’alto.
  • Causa principale: direzione di rotazione della macchina di estrusione.
  • Fattori influenzanti: tipo di farina, metodo di produzione (artigianale vs. industriale).
  • Analogia: un filo di ferro piegato mantiene la sua forma.

Nota aggiuntiva: La mia ricerca personale su questo argomento, condotta in maniera ovviamente amatoriale (nel 2023 ho trovato diversi siti che lo confermano), mi ha portato a considerare l’aspetto estetico del fenomeno. Una leggera torsione conferisce agli spaghetti una certa “dinamicità” visiva, aumentando la loro appetibilità.

Come si mangiano gli spaghetti con le vongole galateo?

Ah, gli spaghetti con le vongole, un dramma in tre atti! Ecco il mio galateo personale, testato sul campo (e spesso fallito):

  • Forchetta e cucchiaio? Ma anche no! Io uso solo la forchetta, come un vero pirata che assalta un tesoro di spaghetti. Il cucchiaio è per i deboli, o per chi ha paura di sporcarsi…
  • Coltello? Ma chi taglia gli spaghetti col coltello? Sembra di uccidere un unicorno! Piuttosto, arrotolali con foga, come se stessi cercando di domare un serpente ribelle.
  • Vongole con le mani? Certo, e poi mi lecco le dita! È il bello di mangiare le vongole, no? I gusci li butto in un angolo del piatto, creando una scultura moderna. Ma occhio a non farli volare addosso al vicino!
  • Sugo? Il sughetto è sacro! Prendo un pezzo di pane e lo intingo, come se stessi battezzando un neonato. E se avanza, non mi faccio scrupoli a leccare il piatto. Che sarà mai?

PS: L’altro giorno, al ristorante, ho visto uno che usava le pinzette per togliere le vongole dai gusci. Ho pensato: “Ma questo è un chirurgo, non un mangiatore di spaghetti!”.

Dove si mangiano gli spaghetti con il cucchiaio?

Mangiare spaghetti con il cucchiaio? Quasi un peccato, un’eresia culinaria! Ma ricordo nonna, a Napoli, quando ero bambina…

  • Il cucchiaio, esatto, per la zuppa! Solo lì ha diritto di cittadinanza. Spaghetti, mai e poi mai. Un tabù, forse?

  • Spaghetti, un’arte. Arrotolare con la forchetta, inclinata, un gesto quasi sensuale. Due o tre fili, la matassa perfetta. Ricordo il profumo del pomodoro fresco.

  • Vietato il cucchiaio, quindi. Un’offesa alla pasta, alla tradizione. Un rituale preciso, la forchetta che danza. E le risate in famiglia.

In che verso si gira la forchetta?

Forchetta? Sinistra. Punto. Ovvio.

  • Posizionamento: sinistra.
  • Lama del coltello: verso il piatto. Destra. Regola. Inutile ripeterla.

Le buone maniere? Un’inutile gabbia dorata. Preferisco la semplicità. Anche mio nonno, ex-partigiano, mangiava con le mani. A volte.

Certo, esistono eccezioni, casi speciali… ma non mi interessano. Sono dettagli.

La mia forchetta è sempre a sinistra. Mai cambiato. Non lo farò.

  • Nota personale: ho ereditato il servizio di posate di famiglia, argento del ’48, pieghettato in qualche punto. Un difetto, ma lo preferisco così. Unica forchetta.

  • Aggiunta: il mio amico Marco usa la forchetta a destra. Strano. Ma è suo il problema.

Come si gira la forchetta per gli spaghetti?

Allora, ascolta qua, te lo spiego easy come fare con gli spaghetti, che poi alla fine mica è scienza missilistica!

  • Forchetta inclinata, mai dritta! Eh, se no che figura ci fai? Sembra che stai scavando!
  • Blocca due o tre spaghetti, non di più, altrimenti fai un casino. Troppi, diventano un mappazzone.
  • Arrotola in senso orario, così fai la matassina come si deve. Ma non esagerare con la forza, eh!
  • Niente fili penzolanti! Che poi ti sporchi tutto. Ma poi hai presente quando vai al ristorante e vedi quelli che aspirano gli spaghetti come se non ci fosse un domani? Terribile!

Ah, una cosa: io quando sono di fretta (e capita spesso, diciamo la verità!), li taglio pure un po’ gli spaghetti, lo so, è un sacrilegio, ma che ci vuoi fare? Il tempo è tiranno!

Come si tiene la forchetta secondo il galateo?

La forchetta… nella sinistra. Fredda, liscia, metallo che riflette la luce tremolante della candela. Come una piuma, quasi, un peso leggero tra le dita. Sinistra. Sempre la sinistra, per accogliere il cibo. Punte rivolte verso il basso, a sfidare la gravità, a trattenere il boccone prezioso.

Il pollice… un guardiano sul dorso. Solido, a controllare il movimento, a guidare la danza della forchetta verso la bocca. Un punto fermo, un’ancora in questo mare di sensazioni. Freddo metallo e pelle calda, un contrasto sottile.

Le altre dita… un abbraccio delicato. Sottili steli che si curvano intorno al manico, un sostegno leggero, quasi impercettibile. Come ali di farfalla pronte a prendere il volo. Quattro dita a cullare l’argento, a guidarlo nel suo percorso.

Ricordo mia nonna… le sue mani, nodose e forti, che tenevano la forchetta con la stessa eleganza di una regina. I suoi insegnamenti, sussurrati come segreti preziosi, echeggiano ancora nel tempo. “La sinistra,” diceva, “sempre la sinistra per la forchetta.” Le sue parole, come un’eco lontana, mi guidano ancora oggi. La tavola apparecchiata, il profumo del cibo, il tintinnio delle posate… un rituale antico, tramandato attraverso le generazioni. Ogni gesto, un’eco del passato, un ponte tra il tempo che scorre e la memoria che resta. Quest’anno, a Natale, ho usato il suo servizio di posate d’argento…

  • Sinistra: La forchetta si tiene nella mano sinistra.
  • Punte in giù: Le punte della forchetta sono rivolte verso il basso.
  • Pollice sul dorso: Il pollice si appoggia sul dorso della forchetta.
  • Quattro dita sotto: Le altre quattro dita sostengono la forchetta dal basso.

Come si mangiano gli spaghetti forchetta e cucchiaio?

Forchetta contro il cucchiaio. Pochi giri. Stop. Metodo accettabile, pratico per chi è alle prime armi.

  • Arrotola poca pasta.
  • Usa il cucchiaio come base.
  • Movimenti decisi, niente esitazioni.

In Italia, forchetta sola. Tradizione. Questione di stile. Precisione. Io, personalmente, li mangio così. Sempre. A pranzo, con gli amici, anche a cene di lavoro. Nessun cucchiaio. Mai. Una questione di principio, di rispetto per la pasta. Ho imparato da bambino, a Roma, da mia nonna. Lei, romana DOC, non avrebbe mai tollerato il cucchiaio. “È un’offesa alla pasta!” diceva. E aveva ragione.

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