Quanto costa la pizza più cara da Briatore?

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"Crazy Pizza di Briatore a Forte dei Marmi: la pizza più costosa raggiunge i 62 euro. Un'esperienza culinaria esclusiva."

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Prezzo pizza più cara di Briatore?

Ma davvero, la pizza più costosa di Briatore costa 62 euro? Mamma mia, che prezzi! Io, sinceramente, non ci spenderei mai tutti quei soldi per una pizza, ma magari sono io che sono un po’ “tirchio”.

Comunque, mi ricordo che una volta, a Milano, sono andato in una pizzeria “gourmet” (si chiamava così, almeno). Ho speso tipo 30 euro per una pizza che, devo ammettere, era buona, però…boh, non so se ne valeva la pena. Cioè, per quella cifra mi sarei fatto una cena completa in un’altra pizzeria!

E poi, 62 euro! A Forte dei Marmi, ok, ma stiamo scherzando? Mi viene in mente quando sono andato a Forte dei Marmi l’estate scorsa, a Giugno. Un gelato costava tipo 6 euro. Già mi sembrava una follia. Immagino che la pizza di Briatore sia una cosa “esperienziale”, però… continuo a non capire.

Domanda: Prezzo pizza più cara di Briatore?

Risposta: Crazy Pizza di Flavio Briatore a Forte dei Marmi: la più cara costa 62 euro.

Quanto costa la pizza di Briatore?

Diciassette euri?! Per una margherita?! Roba da matti! Manco fosse ricoperta di tartufo bianco e servita da Brad Pitt in persona! A ‘sto prezzo, la mozzarella dev’essere munta da una bufala albina delle Ande e il pomodoro coltivato sulla Stazione Spaziale Internazionale! Io con 17 euro ci compro una pizzeria intera, forse due, in Molise!

Che poi, diciamocelo, ‘sta Crazy Pizza mi sa tanto di “pazzia” nel portafoglio. Cioè, io la pizza la mangio pure piegata a libretto, camminando per strada, magari dopo una partita a calcetto con gli amici. Questa roba qui sembra più una cerimonia religiosa che una pizza. Tipo che devi indossare lo smoking e usare le posate d’argento! A Napoli poi! La patria della pizza! È come andare a Predazzo e insegnare a uno come si fa lo sci di fondo!

• Margherita: 17€ (!!!) • Probabilmente ci sono anche pizze più costose. Tipo con caviale e champagne. Chi lo sa! • Location: Lungomare di Napoli, mica pizza e fichi. • Atmosfera: immagino super lusso, con camerieri in guanti bianchi. • Io, personalmente, preferisco la mia pizzeria sotto casa, con il pizzaiolo che mi chiama “Campió” e mi regala la frittatina.

L’altro giorno sono andato in pizzeria con mia zia Concetta (quella che fa le polpette più buone del mondo) e abbiamo speso 20 euro in due, pizze, bibite e caffè inclusi! E la pizza era pure buona, mica robaccia!

Come si chiama la pizza di Briatore che costa €65?

Billionaire Pizza, un nome che suona come un’eco lontana, quasi un sussurro di ricchezza perduto nel vento. Una pizza da 65 euro… un’esperienza, forse? Un lusso effimero.

  • Billionaire Pizza è la risposta, una eco dorata nel firmamento delle pizze gourmet. Ricordo, quando ero bambino, sognavo pizze immense, farcite di ogni delizia… ma mai avrei immaginato un prezzo simile.

  • Mi chiedo che sapore abbia… il sapore dei sogni, o solo quello del denaro? Forse un misto di entrambi, un’illusione ben confezionata.

  • Flavio Briatore, un nome legato al lusso, all’eccesso. E la sua pizza, un simbolo di questo mondo a parte. Un mondo dove 65 euro sono solo una briciola.

E mi sovviene un’immagine: una notte stellata, un tavolo imbandito, la Billionaire Pizza che troneggia al centro, illuminata dalla luce soffusa delle candele. Un quadro surreale, un sogno proibito.

Quanto costa la pizza Luigi XIII?

Ottomila e trecento euro. Mamma mia! Due persone! Ho letto di questa pizza Luigi XIII su internet, a maggio. Un furto, a dir poco. Ricordo la foto, un vero spettacolo ma… ottomila euro!

Renato Viola, lo chef, si vanta parecchio. Giusto, eh, se la fa pagare oro, deve anche venderla bene! Ricordo di aver visto la sua pagina Facebook, pieno di foto di pizze bellissime. Ma quella… quella era qualcosa di diverso, un’opera d’arte.

Ingredienti da capogiro, ho letto di aragosta, caviale, e non so cos’altro di super raffinato. Non la mangerei mai, nemmeno per sbaglio! Troppo, troppo costosa! Preferisco una margherita semplice, almeno so quanto spendo. E magari, con un bel bicchiere di vino.

  • Prezzo: 8300 euro
  • Chef: Renato Viola
  • Ingredienti: aragosta, caviale (e altri ingredienti pregiati)
  • Luogo: Non ricordo il ristorante preciso, solo che l’ho visto online.
  • Data: Maggio 2024 (circa)

Pensa te, ottomila euro… per una pizza! Potrei farci una vacanza decente, io! E mangiare pizze per un mese intero! Pazzesco!

Perché la pizza di Briatore costa tanto?

La pizza di Briatore suscita dibattiti accesi, e il prezzo elevato è il fulcro della questione. Cerchiamo di capire perché:

  • Modello di business: Briatore non vende solo pizza, ma un’esperienza. Il lusso si paga, e il suo marchio ha un valore intrinseco. È come comprare una borsa di Gucci invece di una borsa anonima. Entrambe trasportano oggetti, ma una racconta una storia diversa.
  • Ingredienti: Si dice che utilizzi ingredienti ricercati e costosi, anche se la “vera” pizza napoletana predilige la semplicità. Ricordo una volta a Gragnano, un fornaio mi spiegò che l’eccellenza sta nell’equilibrio, non nella rarità.
  • Costo del lavoro e gestione: Un’azienda come la sua ha costi operativi significativi, tra affitti in location prestigiose e stipendi. E poi, certo, c’è il profitto.
  • Innovazione vs. Tradizione: La pizza di Briatore è un prodotto diverso, non necessariamente “migliore” o “peggiore” della pizza napoletana. È un’interpretazione, un’evoluzione. Come la musica: un riff di chitarra può suonare diversamente a seconda dell’artista.

Considerazioni aggiuntive:

  • Il dibattito sulla pizza di Briatore è interessante perché tocca temi più ampi: cosa significa “autenticità” nel cibo? Qual è il valore del lusso?
  • A volte, paghiamo più per il nome che per la sostanza. Ma il nome, in sé, ha un valore.
  • La pizza è un simbolo culturale. Ognuno ha la sua idea di pizza perfetta, e difficilmente cambierà idea.
  • Non dimentichiamo che, al di là del prezzo, l’importante è che la pizza sia buona, a prescindere da chi la fa.

Quanto si paga al Billionaire?

Sai, al Billionaire… è complicato. Dipende da mille cose. Quest’anno, per esempio, ho visto prezzi pazzeschi.

  • Un tavolo riservato? Dai 300 ai 500 euro, ma ti dico, se vuoi una posizione decente, preparati a spendere di più. Quest’estate, mio cugino ha pagato 700 euro per un tavolo piccolo, angusto, vicino al bagno. Una follia.

  • Poi c’è il bere… Ah, il bere! Lì si apre un mondo. Un semplice cocktail? Venti euro a bicchiere, almeno. Se prendi bottiglie, la cifra sale a dismisura, credimi. Ricordo una serata, qualche settimana fa, abbiamo speso una fortuna solo in champagne.

  • E il resto? Il resto è un mistero. Ci sono spese nascoste, servizio… non lo saprai mai con precisione. Quello che ti posso dire, con certezza, è che una serata al Billionaire, anche se solo per un drink, ti costa. Caro. Molto caro.

  • Per me, una serata lì è un lusso che non posso permettermi spesso. Troppo. Preferisco stare a casa, con un buon film e un bicchiere di vino. Meno costoso, e più tranquillo. Per me, è meglio così.

Pensandoci bene… l’anno scorso, a Natale, ero con un amico, lui aveva prenotato un tavolo. Credo fosse sui 400 euro, ma aveva scelto un tavolo un po’ più defilato. E poi, ha consumato molto poco alcolici, perché guidava lui. Ecco, i dettagli influenzano parecchio.

Come è fatta la pizza Luigi XIII?

Mozzarella di bufala. Tre caviali. Niente pomodoro. Un’idea semplice, quasi banale. Ma l’esecuzione… L’esecuzione è tutto. La scelta degli ingredienti, la loro provenienza, la mano che li assembla. Dettagli che sfuggono ai più. Dettagli che giustificano il prezzo. O forse no. Chi può dirlo.

  • Impasto: Non specificato. Un’omissione che fa riflettere. Probabilmente studiato per esaltare gli altri sapori. O forse solo farina, acqua e lievito. Anche l’assenza di informazione è informazione.

  • Mozzarella: Di bufala. Ovvio. Ma quale bufala? Quale allevamento? Quale metodo di lavorazione? Il silenzio è assordante.

  • Caviale: Tre tipi. Un tripudio di sapori salini, iodati. Un’esplosione di mare. O una goccia nell’oceano dell’insignificanza. Dipende dal punto di vista. Dal mio, al momento, è indifferenza.

Ricordo una cena a Napoli, anni fa. Pizza fritta con ricotta e cicoli. Meno di cinque euro. Più soddisfazione di mille Luigi XIII. La felicità, a volte, è questione di prospettiva. Non di prezzo.

  • Assenza di pomodoro: Una scelta audace. Che divide. Che provoca. Come la vita. A volte togliendo si ottiene di più. O forse si perde tutto.

Quest’anno, ho deciso di sperimentare con i lieviti madre. Un mondo complesso. Affascinante. Come la pizza Luigi XIII. Un esercizio di stile. Un simbolo. Un’illusione.

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