I volontari del soccorso alpino sono pagati?

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No, i volontari del CNSAS (Soccorso Alpino e Speleologico) non sono pagati. Ricevono unindennità solo se lavoratori autonomi, per compensare la mancata retribuzione durante gli interventi di soccorso. Non percepiscono stipendio in quanto volontari.

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Ah, la domanda che si fanno in tanti: “Ma quelli del Soccorso Alpino, li pagano?”. Me lo sono chiesto anch’io, sai? Soprattutto quando li vedevo, in elicottero o a piedi, con la neve che gli arrivava alle ginocchia, rischiare la pelle per salvare qualcuno.

La risposta, almeno stando a quel che so io, è no. Non proprio, almeno. Non è che gli arriva un bonifico a fine mese, ecco. Sono volontari, persone che donano il loro tempo, la loro competenza, la loro passione… e a volte, diciamocelo, anche la loro sanità mentale! Chiaro, se sono lavoratori autonomi, tipo un idraulico o un falegname, e devono lasciare il lavoro per un intervento, allora sì, gli danno un’indennità. Un rimborso, diciamo, per il mancato guadagno. Ma niente stipendio, niente tredicesima, niente ferie pagate. Te lo immagini? Che poi, quanto gli daresti per un lavoro del genere? Non ci sono soldi che possano ripagare il valore di una vita salvata, no?

Mi ricordo una volta, parlando con un ragazzo del soccorso alpino qui in zona… Era stanco morto, ma con gli occhi che gli brillavano ancora. Aveva passato una notte intera a cercare uno sciatore disperso. Mi ha detto: “La cosa più bella è quando lo trovi, vivo. Quella è la vera ricompensa”. Capisci? Non i soldi, ma la sensazione di aver fatto qualcosa di importante.

Poi, certo, ci sono le polemiche, le discussioni sul fatto se sia giusto o meno che non siano pagati… Boh, io non lo so. So solo che sono grata che esistano persone così. Volontari, eroi silenziosi. E che, magari, un giorno, se mi dovessi trovare nei guai in montagna, saranno loro a venirmi a prendere. E questo, non ha prezzo. No, davvero, non ha prezzo.