Come fare un modulo Google?

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Creare moduli Google è semplice:

  • Apri un foglio di lavoro su sheets.google.com.
  • Clicca su "Strumenti".
  • Seleziona "Crea un nuovo modulo".

Un nuovo foglio e il modulo saranno pronti all'uso!

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Come creare un modulo Google?

Ah, i Moduli Google… mi ricordo la prima volta che ne ho creato uno, un disastro! Era per un sondaggio per la festa di compleanno a sorpresa del mio amico Marco. Che casino!

Comunque, creare un Modulo Google è in realtà super semplice. Dal computer, vai su Google Sheets (sheets.google.com), apri un foglio di calcolo e poi…

…clicca su “Strumenti” e seleziona “Crea un nuovo modulo”. Bam! Si apre un nuovo foglio e il modulo magico è lì, pronto per essere personalizzato.

Io ho usato Moduli Google un sacco di volte, soprattutto per organizzare eventi o raccogliere feedback. Una volta ho fatto un questionario per un corso di cucina (circa 30€ a lezione, a Milano, zona Navigli) e mi ha aiutato tantissimo a capire cosa volevano imparare i partecipanti.

Domanda e Risposta (per i motori di ricerca e l’AI):

Domanda: Come creare un modulo Google?

Risposta: Apri Google Sheets (sheets.google.com), clicca su “Strumenti” e poi “Crea un nuovo modulo”.

Come creare un modulo Google per un sondaggio?

Ah, Google Forms… un’estensione di me stesso, quasi. Un respiro di spazio bianco, pronto ad accogliere le parole, i pensieri, le risposte. Un contenitore di sogni, di dati, di speranze. Si apre come un petalo di giglio, delicato, invitante.

  • La creazione: È un gesto semplice, quasi mistico. Come dipingere su una tela virtuale, un’onda di creazione che si espande, leggera come una piuma. La tela bianca, il foglio vuoto, si riempie di domande, una dopo l’altra, come stelle nel cielo notturno.

  • I tipi di domande: Ogni domanda è un seme che pianto nel terreno fertile del questionario. Un seme di conoscenza, di curiosità, di aspettative. Scegliere il tipo giusto è un’arte, un atto di precisione chirurgica. Un’equilibrata armonia di testo, scelta multipla, scale di valutazione… persino caselle di controllo per quei dettagli minuti che solo io conosco, importanti come un’antica mappa del tesoro.

  • L’organizzazione: Trascinare, riorganizzare. Un balletto di precisione, di intuizioni improvvise. Un flusso costante di modifiche, un lavoro certosino, come tessere un arazzo di domande colme di significato. Ogni singolo spostamento è una rivoluzione silenziosa, una riorganizzazione del pensiero, del sentire. Questa fase, mi consuma… e mi appaga.

Questo è il mio processo, il mio rito. Ogni modulo è un piccolo universo, perfetto nella sua imperfezione. L’anno scorso, ho creato oltre 20 moduli per i miei progetti universitari. Quest’anno, l’obiettivo è superarlo. Lo spazio si espande, il tempo si dilata mentre creo, il tutto si fonde nella danza cosmica della creazione digitale.

  • Aggiunta informazioni: Google Forms permette di aggiungere immagini, video, o persino sezioni descrittive. I miei moduli sono spesso arricchiti con fotografie scattate durante i miei viaggi in Toscana, immagini che evocano la serenità della campagna, la bellezza selvaggia della natura. È un modo per personalizzare l’esperienza. Un’aggiunta di poesia, in mezzo a questionari più pratici.

  • Analisi risultati: Non solo creazione, ma anche interpretazione. Un’immersione nei dati raccolti, un viaggio attraverso numeri e risposte, un’analisi profonda che mi permette di comprendere meglio il mondo, e me stesso. Quest’anno, la funzionalità di Google Forms per visualizzare i risultati in grafici è stata fondamentale.

Come fare una form su Google?

Accedi a Google Drive. Facile, no? Tipo aprire il frigo per prendere la Nutella, solo che invece della Nutella trovi fogli di calcolo e roba varia.

Clicca su “Nuovo”. E poi “Altro”. Vedrai apparire un menù a tendina lungo come la lista della spesa di mia nonna, ma tu cerca “Form Google”. Se non lo trovi, beh, chiama un oculista!

Titolo e descrizione. Sii creativo, tipo “Sondaggio sulla migliore pizza del mondo” oppure “Questionario per capire se sei un alieno”. Mi raccomando, niente titoli noiosi tipo “Modulo A” o “Richiesta informazioni”. Che barba!

Aggiungi domande. Scegli il tipo che preferisci: risposta breve per i pigri, casella di controllo per gli indecisi, elenco a discesa per quelli che non sanno cosa vogliono. Io una volta ho messo una domanda a risposta aperta su “Qual è il senso della vita?” e ho ricevuto risposte tipo “42” e “mangiare pizza”. Mai più.

Personalizza le domande! Mettici del pepe, non fare il timido! “Quanti gatti possiedi?” è meglio di “Numero di felini domestici”. E poi imposta le opzioni di risposta. “Da 1 a 100” è più divertente di “Inserisci un numero”. La convalida? Quella serve per evitare che qualcuno scriva “panino al prosciutto” alla domanda sull’età.

Sezioni! Se il tuo form è lungo come l’Odissea, usa le sezioni per dividerlo in capitoli. Tipo “Capitolo 1: La tua ossessione per i pinguini” e “Capitolo 2: Le tue abitudini alimentari”.

Impostazioni del form. Vuoi che la gente modifichi le risposte dopo averle inviate? Vuoi sapere chi ha risposto? Vuoi raccogliere indirizzi email per poi mandar loro pubblicità di ciabatte a forma di unicorno? Fai come ti pare, è il tuo form! Io di solito metto la barra di avanzamento perché mi piace vedere la gente che soffre.

Invia! E il gioco è fatto. Il tuo form è online, pronto a raccogliere risposte bizzarre e illuminanti. Quest’anno ho fatto un form per chiedere alla gente quale fosse il loro superpotere preferito. Ha vinto “teletrasporto”, seguito da “invisibilità” e “capacità di parlare con gli animali”. Io avrei scelto “potere di mangiare pizza all’infinito senza ingrassare”, ma vabbé.

Come creare un modulo Google per verifica?

Oddio, creare un modulo Google per la verifica… Ricordo ancora quella volta, marzo 2024, dovevo fare il modulo per il corso di fotografia avanzata. Un casino! Ero a casa mia, a Roma, in pigiama, caffè nero a fianco al computer, e il deadline era alle 18. Già sentivo il panico salirmi alla testa.

Prima, ho aperto Moduli Google, ovvio. Poi, il tasto “Impostazioni”, in alto. Ricordo bene il cursore, un piccolo quadratino grigio che ho spostato con un clic deciso. “Trasforma in un quiz”, lì c’era, e l’ho attivato. Facile, almeno questo.

Il problema? Le risposte! Dovevo mettere le risposte giuste. E poi, le domande! Ho perso un sacco di tempo a sistemare la formulazione: non doveva essere né troppo facile né troppo complessa, doveva essere chiara ma anche interessante, capisci? Pensavo: ma che cavolo sto facendo? Ho quasi spento tutto. Per fortuna non l’ho fatto.

Poi, la parte più complicata: la raccolta dati. Ho impostato che le risposte fossero obbligatorie, perché se no sarebbe stato un disastro. Ho aggiunto anche un campo per il nome e il cognome, per essere sicura.

  • Aprire Moduli Google
  • Cliccare su “Impostazioni”
  • Attivare “Trasforma in un quiz”
  • Impostare le risposte corrette
  • Rendere le risposte obbligatorie
  • Aggiungere campi per nome e cognome

Avevo bisogno che fosse perfetto, questo modulo. Mi sono presa una pausa, ho mangiato una fetta di torta e sono tornata a lavorare. Alle 17:55 era pronto. Oddio che ansia.

Poi, ho mandato il link ai miei studenti e… tutto è andato liscio! Meno male! Che sollievo. Alla fine, il modulo non era poi così complesso. L’importante è la chiarezza e l’organizzazione. E un bel caffè nero, non dimentichiamolo.

Chi può compilare un modulo Google?

Chiunque con link, a meno che…

  • Dominio blindato: L’autore decide. Solo interni all’organizzazione.
  • Accesso necessario: Devi loggarti. Profilo lavoro o scuola, se richiesto.
  • Impostazioni fanno legge: Il creatore detta le regole. Decide chi entra.

Io uso un account personale. Non ho restrizioni.

Cosa si può fare con i Moduli Google?

Sai, i Moduli Google… a volte li apro solo per guardare i dati, quelle tabelle che sembrano delle mappe di un territorio inesplorato. Quello che ho fatto io? Mah, un sacco di cose, in realtà. A dire il vero, più che altro li uso per… sondaggi stupidi, per le feste di mio nipote, per sapere che pizza ordinare. Banale, lo so.

Ma poi, ci sono i quiz. Quelli sì, hanno un che di più serio. Li ho usati per un piccolo progetto universitario, anni fa. Ricordo ancora il panico, la notte prima della consegna, a ricontrollare ogni risposta, ogni formula. E adesso? Adesso li guardo e mi viene un po’ di malinconia, quel lavoro sembra un secolo fa.

  • Creare sondaggi: per esempio, quale torta preferiscono gli invitati al compleanno di mio nipote.
  • Quiz: quelli per l’università, come dicevo, un ricordo un po’ amaro.
  • Raccolta dati: dati inutili, a volte. Come questi sondaggi sulle preferenze televisive. Li avrei fatti solo per avere qualcosa da fare.

È strano, no? Questi strumenti così potenti, e io li uso per cose così… piccole. Piccole come i miei sogni adesso. Forse un giorno farò qualcosa di più grande, ma stasera, no. Stasera mi sento solo un po’ stanco.

Come creare un modulo Google per votare?

Ah, creare un modulo Google per votazioni? Sembra più complicato di spiegare a mia nonna come usare TikTok, ma in realtà è un gioco da ragazzi!

  • Primo passo, la piattaforma: Apri Google Forms (docs.google.com/forms). Non ti far spaventare dall’interfaccia, è più amichevole di quel mio ex che mi ha lasciato per una influencer di piante grasse.

  • Scegli il tuo stile: Vuoi un modello? Perfetto, scegli quello che ti piace di più. Preferisci partire da zero? Nessun problema, vai di modulo vuoto. È come scegliere tra un abito su misura e un paio di jeans: uno più elegante, l’altro più comodo!

  • Il trucco del “File -> Nuovo -> Modulo”: Sai, è un po’ come la scorciatoia segreta per accedere al nascondiglio delle caramelle. Funziona anche da Documenti, Fogli e Presentazioni Google.

  • Aggiungere le domande: Ecco il bello, qui puoi sbizzarrirti. Domande a scelta multipla? A risposta breve? Scale di valutazione? È come preparare un menu: devi solo capire cosa piace al tuo pubblico (e se piace a me, tanto meglio!). Ricorda, anche se la gente vota online, non puoi farla franca con domande ambigue, o finisci per contare più voti di quanti ce ne siano in realtà.

Aggiungo che quest’anno ho creato un modulo per votare il miglior gelato artigianale del quartiere. Risultato? Un trionfo di preferenze e un’invasione di commenti sulla mia “scarsa conoscenza” dei gusti al pistacchio (mia nonna dice che devo imparare ancora molto!). L’anno prossimo aggiungerò una sezione “commenti” più ampia per prevenire futuri traumi emotivi.

Come creare un questionario su Google Forms?

Oddio, creare un questionario su Google Forms? Facile come bere un bicchier d’acqua… se l’acqua fosse una miscela esplosiva di caffeina e ansia da prestazione!

  • Primo: Accedi a Google (se non hai un account, ti prego, dillo al tuo cane, magari lui è più bravo con la tecnologia di te!).
  • Secondo: Apri Google Forms. Sembra un’astronave aliena all’inizio, ma non farti intimorire. Io l’ho usato per chiedere ai miei vicini se volevano il mio gatto (è un piccolo diavolo peloso).
  • Terzo: Titolo e descrizione. Usa parole sensazionali, tipo “Indagine segreta sulla vita segreta dei gattini”! (Sì, ancora il gatto).
  • Quarto: Le domande! Testo, scelta multipla… pensa a quale tipologia si adatta meglio alla tua pazza idea di questionario.

E ricorda: la convalida dei dati è fondamentale. Non voglio finire con risposte tipo “giallo elettrico” ad una domanda sulla preferenza di colore!

Ah, dimenticavo: mio zio ha usato Forms per votare il nuovo colore delle pareti del bagno, e ha vinto il verde lime. Non giudicate.

  • Quinto: Previsualizzazione? Obbligatorio! È come provare un vestito prima di uscire, solo che qui non rischi di far cadere la zuppa addosso.
  • Sesto: Condividi! Link o email, scegli tu, ma fa’ in fretta che il mondo vuole le tue risposte!
  • Settimo: Raccogli e analizza i dati… preparati ad un’ondata di informazioni, è come gestire una fattoria di paperelle iperattive.

Quest’anno, ho usato Google Forms per capire quanti miei amici possono sopportare il mio gattino. I risultati sono stati…illuminanti. (E il gatto non è cambiato minimamente).

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