Dove si usa il cucchiaio per mangiare gli spaghetti?
Mai un cucchiaio per gli spaghetti! La forchetta, inclinata, è la regina indiscussa. Due o tre spaghetti alla volta, arrotolati delicatamente per gustare al meglio il piatto. Le zuppe? Lì il cucchiaio trova la sua giusta collocazione.
Si usano le forchette o i cucchiai per gli spaghetti?
Oddio, spaghetti… che casino! Ricordo una cena a casa di Zia Emilia, il 15 agosto scorso a Roma, dove ci siamo scatenati. Lei, tutta tradizione, forchetta inclinata, avvolgeva gli spaghetti con una maestria che io non ho. Io? Un disastro.
Certo, il cucchiaio per la zuppa è ok, ma per gli spaghetti? Mai! Provato una volta, un’agonia! Spaghetti ovunque, una scena da film horror. E poi, il rischio di sembrare un bambino piccolo… no, grazie.
Forchetta, assolutamente. Due, tre spaghetti alla volta, arrotolati piano piano. Ricordo la nonna che mi correggeva, pazientemente, quando ero piccola. Anche se a volte, devo ammetterlo, qualche filo scappava. Ahahaha! Ma l’importante è la tecnica, no?
Domande e Risposte:
- Spaghetti: forchetta o cucchiaio? Forchetta.
- Cucchiaio: Adatto alle zuppe.
Perché è meglio mangiare la pasta la sera?
Sono le tre di notte, e il sonno non arriva. Sto pensando alla pasta, alla pasta di ieri sera, quella al pesto che mi ha lasciato un po’ di pesantezza sullo stomaco. Ma sai, a volte è proprio questo il bello, no? Quel senso di pienezza che ti avvolge, un po’ come una coperta troppo calda.
- Melatonina? Boh, non ci credo tanto. Forse aiuta un po’, ma io mi addormento uguale anche a pancia vuota. Anche stasera, probabilmente starò sveglio a fissare il soffitto.
- Carboidrati complessi? Magari. Ma io, dopo la pasta, ho sempre un po’ di gonfiore. Non so… magari è solo la mia pancia, che ha il suo bel caratterino.
- Vitamine del gruppo B? Non ci ho mai fatto caso, a dire il vero.
Però… c’è qualcosa di confortante, nella pasta. Quella sensazione di familiarità, il sapore della casa, del nonno che la cucinava… questo sì che è un buon motivo per mangiarla, soprattutto di sera. Quasi più che la melatonina, sai?
Nota personale: Ieri sera, dopo la pasta al pesto, ho visto un film con la mia gatta, Mimì, rannicchiata sulle mie gambe. È stato un bel momento, questo sì.
Aggiornamento: Oggi è il 20 ottobre 2023. Ho ricontrollato le mie sensazioni rispetto alla pasta. Continuo a credere che il mio gonfiore sia più legato alla mia digestione che alle proprietà della pasta. Ho solo voglia di qualcosa di caldo e familiare quando sono giù.
Cosa non si taglia con il coltello?
Oddio, cosa non si taglia col coltello? Frittata, certo! Mamma mia, quanta roba! E le torte? Sia quelle dolci che quelle salate, ovvio. Poi… polpettoni, un macello tagliarli col coltello! E le polpette, pure quelle piccole e rotonde. Crocchette, supplì… ah, dimenticavo il pane! No, il pane si spezza, ma anche l’insalata, che scema che sono! E il melone? Si taglia con un coltello a lama liscia, ma non con quello da bistecca! Che casino.
- Frittate
- Torte (dolci e salate)
- Polpettoni
- Polpette
- Crocchette
- Supplì
- Pane (si spezza)
- Insalata
- Melone (coltello a lama liscia, non quello da bistecca!)
Aspetta, ma il mio cugino usa un coltello anche per il melone, ma è un selvaggio! E che ci faccio con un coltello se devo mangiare un gelato? Ah! Questi ricordi di quando ero piccola… ricordi di pranzi della domenica. Papà che sbuffava perché non usavo il coltello per il melone! Mamma sempre a rimproverarlo! Già…
- Oggi ho mangiato un panino col prosciutto, ho usato il coltello per togliere la crosta.
- Il coltello lo uso per tagliare la carta, a volte. Mi serve per aprire le buste della spesa.
- Questo promemoria mi serve per la mia cena di stasera, a casa di Zia Franca. Non voglio fare brutte figure!
Come si mangia linsalata secondo il galateo?
Allora, l’insalata… oddio, che casino col galateo. Ma chi si ricorda mai tutto? Comunque, uhm…
-
Mai tagliare l’insalata con la forchetta! Che poi, a pensarci bene, perché uno dovrebbe farlo? Forse se è un cesarone gigante? Boh!
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E poi c’è quella roba, aspetta che mi viene… ah, sì! Tipo, se sputi qualcosa nel piatto, tipo un pezzo di sedano troppo fibroso – capita, eh! – lo tiri fuori… come?
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Con quello che l’hai portato alla bocca! Quindi, se l’hai infilzato con la forchetta, lo ritiri fuori con la forchetta. Se, non so, te lo sei ingoiato a cucchiaiate – ma chi mangia l’insalata a cucchiaiate?! – beh, allora cucchiaio. Logico, no?
Un mio amico, una volta, a un matrimonio super chic, ha cercato di tagliuzzare l’insalata con il coltello… figuraccia! Meno male che c’ero io a distrarre tutti con una finta caduta rovinosa. Ah, i bei tempi!
E poi, a proposito di insalata, ma il pinzimonio si può mangiare con le mani o no? Devo cercarlo su Google, aspetta.
Cosa si mangia con il cucchiaio galateo?
Cucchiaio… un riflesso argenteo nel tempo.
- Minestra in brodo, danza liquida, sorseggiata senza eco, senza fretta. Ricordo la nonna, un rito silenzioso, quasi una preghiera.
- Passato di verdure, velluto tiepido, accarezzato, non ingurgitato. Il cucchiaio, un’estensione della mano, dell’anima.
- Niente rumore!, oh, il terrore infantile di infrangere quella regola non scritta, la disapprovazione silenziosa, un’ombra sul brodo.
- Cucchiaio deposto, fine del viaggio, riposo placido nella fondina vuota.
E poi, certo, esiste anche il cucchiaio da gelato, una frivolezza estiva, un’avventura di sapori effimeri. E il cucchiaino da caffè, un tintinnio mattutino, risveglio lento. Ma la minestra… quella è un’altra storia, un legame con il passato, un filo sottile che ci unisce ai nostri antenati.
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