Chi ha vinto per il miglior arancino di Catania?
"Miglior Arancino al Pistacchio di Catania 2024? Trionfo per il Bar Condorelli di Belpasso (CT)! Un ripieno super pistacchioso gli ha regalato la vittoria."
Miglior arancino di Catania: chi ha vinto?
Miglior arancino di Catania? Mamma mia, che domanda! Io, da catanese DOC, ne ho assaggiati a vagonate. Però, quest’anno, ho sentito dire che il premio per il miglior arancino al pistacchio è andato al Bar Condorelli di Belpasso.
Non ci sono ancora andato, lo ammetto, Belpasso è un po’ fuori mano per me. Però, se dicono che è così pistacchioso, un salto ce lo devo fare per forza! Magari la prossima gita sull’Etna…
Ho visto delle foto online e devo dire che l’aspetto è invitante. Chissà se usano pistacchio di Bronte DOP? Quello fa tutta la differenza, credetemi!
Miglior Arancino di Catania: chi ha vinto?
- 1° CLASSIFICATO 🥇 Miglior Arancino al Pistacchio di Catania 2024: Bar Condorelli di Belpasso (CT). Arancino con ripieno molto pistacchioso.
Chi ha vinto il miglior arancino di Catania?
Uffa, mi ricordo quella sfida! Ero a Catania, in pieno delirio da arancino. Non so se era l’anno scorso, ma che importanza ha? Comunque, la cosa che mi è rimasta impressa è l’atmosfera.
Eravamo lì, tutti con la bavetta al collo, pronti a giudicare. C’era un’eccitazione palpabile, un po’ come quando aspetti il risultato di un esame importante, ma al posto della paura c’era solo fame.
E alla fine, rullo di tamburi (immaginario, ovviamente), ha vinto il Bar Condorelli di Belpasso! Un’affermazione netta, 57 a 41 se non erro, che ha lasciato un po’ di amaro in bocca all’altro contendente, ma tant’è.
- Vincitore: Bar Condorelli di Belpasso.
- Punteggio: 57 a 41.
- Emozione: Fame e tanta, tantissima curiosità.
Chi fa il miglior arancino a Catania?
Ah, gli arancini di Catania, una questione di vita o di morte, quasi come scegliere tra il mare e la piscina a Ferragosto! Scherzi a parte, la classifica è sempre soggettiva, come i gusti, ma ecco la mia personale, e spero infallibile, top 6:
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Salumeria Scollo: Il classico intramontabile, il nonno degli arancini. Un po’ come Al Pacino: potresti trovargli qualche ruga, ma il carisma è innegabile.
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Pasticceria Savia: Eleganza e raffinatezza. Qui l’arancino è un’opera d’arte, una piccola Venere di Milo fritta.
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Pasticceria Spinella: Se cercate l’arancino “da sfida”, quello che ti lascia senza parole, questo è il posto giusto. Un vero kolossal di sapore!
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Uzeta Bistrot: L’arancino creativo, quello che sperimenta, che osa. Un po’ come io con le ricette di mia nonna, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo!
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Pasticceria Privitera: Il “comfort food” tra gli arancini. Quello che ti abbraccia con il suo sapore familiare e ti fa sentire a casa. Un abbraccio di sapori tipici catanesi.
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Bar Sport Trecastagni + Gastronomia Cardì: Due realtà che si contendono un posto nell’olimpo degli arancini. Una battaglia titanica, come quella tra Highlander! A voi la scelta, dipende dai gusti!
Ricorda: ogni palato è un mondo a sé. La mia esperienza personale è solo un punto di partenza per la tua personale ricerca del sacro Graal aranciniano! Quest’anno poi, ho scoperto che alla Pasticceria Savia hanno introdotto un nuovo ripieno al pistacchio: da provare assolutamente! (Ah, se vi capita di passare per Trecastagni e trovate il Bar Sport aperto, un arancino lì è d’obbligo).
Chi ha vinto la gara degli arancini?
Caffè Europa. Arancini croccanti. Gustoso. Trofeo. Corso Italia. Fine.
- Punto chiave: Vittoria Caffè Europa.
- Dettaglio: Arancini superiori per croccantezza e gusto.
- Localizzazione: Corso Italia.
La mia nonna, Maria, ha sempre detto che la vera croccantezza sta nella cottura lenta. Lei usava olio di arachidi. Un segreto. Un’altra gara, un altro vincitore. Ma la nonna… ah, la nonna.
Oggi, 2023, l’olio è diverso. Le patate pure. La ricetta, magari, pure. Ma il gusto? Il gusto è soggettivo. O no?
- Anno gara: 2023 (aggiornato).
- Ingredienti: i dettagli sugli ingredienti sono sconosciuti. Ipotesi: variazioni nella composizione potrebbero aver influito.
In che parte della Sicilia si dice arancino?
Notte fonda. Silenzio. E mi viene in mente Palermo, il profumo di zagara e fritto… arancine. Morbide, rotonde, come piccole lune dorate. Ricordo mia nonna che le preparava, con quel suo sorriso. Arancine, sempre al femminile. Una questione di principio per lei, una palermitana doc.
- Palermo e occidente: arancine. Femminile, plurale. Come le donne della mia famiglia, forti e decise.
Poi penso a Catania, al mare, a quando ci andai da ragazzo. Lì erano arancini, a punta, come l’Etna, mi dicevano. Un ricordo sbiadito, un sapore diverso, ma pur sempre… riso, ragù, zafferano. Arancini, al maschile, plurale. Strano, come una parola possa cambiare così tanto da una città all’altra.
- Catania e oriente: arancini. Maschile, plurale. Spigolosi, diversi.
E io, che sono cresciuto con il profumo delle arancine di mia nonna, sento quasi un piccolo dispiacere. Come se qualcosa si perdesse, in quella differenza di genere. Ma forse, in fondo, è solo una parola. E il sapore, quello vero, resta lo stesso. Quest’anno sono tornato a Palermo a trovare i miei cugini. Ho mangiato arancine con loro, seduti al tavolo in giardino. Erano buonissime.
Dove nasce larancino, Catania o Palermo?
A Catania diciamo arancino, mi raccomando, maschile! Tipo l’Etna, a punta. Quello palermitano è tondo, arancina, femminile. Che poi, diciamocelo, tutti e due buonissimi, ma quello catanese… un’altra storia! Io, lo sai, sono di Catania, quindi sono di parte. Ma pure i miei amici palermitani, quando vengono qua, si leccano i baffi. L’altro giorno a pranzo, Francesco, uno di Palermo, si è mangiato tre arancini! Tre! Alla Norma, al ragù e uno al burro, che qua da noi è un classico.
- Arancino: Catania, forma a punta (come l’Etna).
- Arancina: Palermo, forma tonda.
Poi, la storia dell’origine è tutta una discussione, eh. Palermo, Catania… chi lo sa! Alla fine, l’importante è che sia fritto bene, croccante fuori e morbido dentro. Io una volta ho provato a farli a casa… un disastro! Meglio lasciar fare ai professionisti. La settimana scorsa sono andata alla rosticceria sotto casa, che fanno degli arancini enormi, con la mozzarella filante che cola… una bomba! Poi anche il riso deve essere cotto al punto giusto, non troppo scotto se no si spappola tutto. A me piace quando dentro è bello condito, con la carne a pezzettini piccoli piccoli e il sugo che… Mamma mia, che fame! Adesso vado a farmi uno spuntino!
Perché a Palermo si dice arancina?
Perché “arancina” a Palermo? Semplice: forma e colore! La sfericità e il manto dorato ricordano proprio un’arancia. Un’immagine evocativa, quasi poetica, che cattura la quintessenza di questo prelibato street food. È una questione di percezione, di come la cultura locale interpreta la realtà. A mio zio, che ha un agriturismo vicino Partinico, piace dire che è questione di “occhio”.
Nella Sicilia orientale, invece, domina la forma conica, probabilmente influenzata dal maestoso Etna. Quindi, “arancino”, per via della similitudine col vulcano. Un’interessante variazione regionale che sottolinea la ricchezza e la complessità dell’identità siciliana. È un caso paradigmatico di come la geografia plasmi la cultura gastronomica. Penso spesso a questo quando mangio le mie arancini (preferisco la versione palermitana, ovviamente!).
L’Accademia della Crusca, con la sua autorevolezza, ha sancito la validità di entrambe le forme. Un’ulteriore dimostrazione della fluidità e della ricchezza della lingua italiana, che si adatta alle diverse realtà locali. È affascinante, no? Mi ricorda come anche il linguaggio, così come un piatto di arancine, sia frutto di un mix di tradizioni e interpretazioni.
- Forma sferica: tipica di Palermo e Sicilia occidentale, ricorda un’arancia.
- Forma conica: prevalente in Sicilia orientale, associata all’Etna.
- Accademia della Crusca: riconosce entrambe le forme, “arancina” e “arancino”.
Ulteriori considerazioni: La questione dell’arancina/arancino va oltre la semplice denominazione. Simboleggia un dibattito più ampio sulla standardizzazione linguistica e la preservazione delle differenze culturali regionali. Come si bilancia l’uniformità con il rispetto della diversità? Un dilemma che affascina me, che sono un appassionato di dialettologia siciliana, e che certamente merita riflessioni più approfondite. La mia nonna, ad esempio, chiamava sempre “arancine” entrambe le forme, a prescindere dalla forma.
Quanto costa un arancino a Catania?
A Catania? Dipende.
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Arancino base: €2,50 – €3,00. La semplicità si paga. O forse no.
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Arancino “speciale”: Anche €4,00. Ingredienti esotici? Marketing, forse.
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Turisti sprovveduti: Prezzi raddoppiati. L’ignoranza è una tassa.
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Il mio preferito?: Rosticceria Savia. Prezzo onesto. Sapore ineguagliabile. Non fidarti delle imitazioni, come nella vita.
E poi, chi stabilisce il valore? Il prezzo o il gusto? Rifletti.
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