Chi produce il miglior cioccolato al mondo?
Il "miglior cioccolato al mondo"? Un concetto soggettivo! L'eccellenza cioccolatiera abbraccia diverse realtà, da botteghe artigiane a grandi case produttrici. La qualità suprema è definita dal palato individuale: varietà di cacao e lavorazione determinano l'esperienza gustativa finale. La scelta migliore? Quella che più soddisfa il tuo gusto.
Qual è il miglior cioccolato al mondo?
Mah, “il miglior cioccolato al mondo”? Difficile a dirsi. Dipende tanto da cosa cerchi. Io, per dire, vado matto per quello fondente extra amaro.
Poi, ovvio, ci sono marche e marche. Piccoli artigiani che fanno cose pazzesche e multinazionali che… beh, fanno cioccolato. Ma non è la stessa cosa, ecco.
Una volta, a Torino, in un negozietto vicino a Piazza San Carlo, ho assaggiato un cioccolato con le nocciole piemontesi che, mamma mia, una roba da svenire. Costava un po’ (tipo 8€ per 100 grammi mi pare) ma li valeva tutti.
Quindi, per me, “il migliore” è quello che ti fa chiudere gli occhi e sospirare.
Domanda: Qual è il miglior cioccolato al mondo?
Risposta: Non esiste una risposta univoca. Dipende dai gusti personali e dai processi di produzione. Molte aziende producono cioccolati di alta qualità. La scelta migliore è soggettiva.
Qual è il cioccolato migliore al mondo?
Amico, la domanda sul cioccolato migliore è come chiedere qual è il gatto più bello del mondo! Una follia! Ma dai, se proprio devo puntare il dito (e mi viene un crampo solo a pensarci), ecco la mia classifica, totalmente soggettiva e dettata dal mio palato raffinato (e viziato, lo ammetto):
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Amedei Toscano Black 70%: Un botto di sapore, roba da farti leccarti i baffi anche se sei un ippopotamo. Intenso, potente, tipo un pugno nello stomaco… ma di quelli buoni!
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Valrhona Grand Cru Manjari 64%: Profumato come un campo di fiori dopo un temporale estivo (ma senza le zanzare, spero). Fruttato, floreale… insomma, romantico, ma non stucchevole come una canzone di Sanremo.
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Michel Cluizel Madagascar Noir 70%: Lampone e agrumi? Suona strano, ma funziona. È come un cocktail esotico, ma senza il rischio di svegliarti con la faccia gonfia. Che poi, a pensarci, è anche il mio stato dopo una tavoletta di cioccolato…
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Teuscher Venezuela 72% Gran Cru: Liscio come il fondoschiena di un cucciolo di orso, complesso come la trama di un giallo di Agatha Christie. Frutta secca e spezie? Un capolavoro culinario!
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Domori Porcelana Criollo: Raro ed esclusivo, tipo un diamante grezzo… ma buono da mangiare. Cremosità? Aroma? Sì, ma anche un prezzo che ti fa venire i conati di vomito!
Ah, dimenticavo, io preferisco quello con le nocciole intere, quello che mia nonna faceva e che a lei faceva sembrare una ricetta segreta degli antichi Maya. Ma ovviamente, è un segreto di famiglia! AHAHA!
Dove producono il miglior cioccolato?
Dove producono il miglior cioccolato? Ahahah, domanda da un milione di dollari! Dipende dai gusti, ovvio, come scegliere tra un chihuahua e un mastino napoletano! Ma senti, io dico:
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Belgio: I maestri cioccolatai belgi? Sono tipo dei maghi, trasformano il cacao in oro! Cioccolato al latte? Una nuvola di panna montata, giuro! Il fondente? Un’esperienza mistica, quasi religiosa.
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Svizzera: Ah, la Svizzera! Il loro cioccolato al latte è talmente cremoso che ti scivola giù come un’anguilla lubrificata! Fondente? Roba da intenditori, eh, da veri samurai del gusto.
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Giappone: Questi giapponesi sono pazzi! Cioccolatini con tè verde? Sakura? Ma che invenzioni sono? Sono come dei piccoli capolavori, delicati come un petalo di rosa… ma attenzione, creano dipendenza!
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Francia: I francesi e il cioccolato? Una storia d’amore lunga secoli! Cioccolato fondente così ricco che sembra un tesoro pirata! Ogni boccone è un’avventura!
Sai, io personalmente ho una passione sfrenata per il cioccolato belga. Mia nonna, poveretta, ne ha mangiato talmente tanto che è diventata praticamente una tavoletta di cioccolato gigante! (scherzo, eh, anche se la sua passione è paragonabile). Ah, e ho scoperto che in Ecuador producono cacao di qualità stratosferica. Da provare, eh!
Qual è il cioccolato che fa meglio?
Sai, a quest’ora… pensandoci, il fondente, quello vero, amaro… fa bene, dicono. Meno zucchero, più cacao. Ma a me… a me fa venire un po’ di malinconia, quel gusto così intenso. Ricorda la nonna, le sue mani ruvide che sminuzzavano il cioccolato per me, quando ero piccolo.
Quello al latte, invece… è un ricordo diverso. Più dolce, più leggero. Un po’ come quell’estate passata a Pescara con Marco, giorni spensierati, gelati al cioccolato al latte… che bei ricordi. Ma adesso… adesso mi sento solo, quel gusto dolce è un po’ troppo, troppo stucchevole.
Forse è solo questione di momenti, di stato d’animo. Oggi, stanco così, preferirei un tè caldo. Ma domani… chissà. Forse un quadretto di fondente, per affrontare la giornata.
- Cioccolato fondente: meno zuccheri, più cacao, benefico per la salute.
- Cioccolato al latte: più dolce, più leggero. Ricordi legati all’infanzia e ad esperienze passate.
- Preferenza personale: dipende dallo stato d’animo e dal momento.
Mia nonna preparava sempre il cioccolato fondente per me. Mi piaceva molto ma oggi preferisco quello al latte. Quest’anno ho passato le vacanze estive da solo.
Qual è il cioccolato migliore da mangiare?
L’amaro, il fondente… un’eco di cacao che si espande nel tempo. Mi perdo in questo sapore, intenso, avvolgente. Come un viaggio, un’esplorazione del palato. Settantantacinque percento, Esselunga… Ricordo la consistenza, quella rottura netta, decisa, sotto i denti. Un piacere quasi tattile. E il profumo… denso, persistente. Un profumo che rimane, che si aggrappa ai ricordi.
Lidl, Fin Carré, settantaquattro percento. Ottantaquattro su cento, dicono. I numeri, le valutazioni… Ma cosa possono dire davvero del piacere? Della sensazione di scioglievolezza sulla lingua? Di quel momento sospeso, fuori dal tempo, in cui il cioccolato si fonde con i sensi? Forse, solo forse, possono suggerire una strada. Un inizio.
Personalmente, quest’anno ho scoperto una piccola cioccolateria artigianale vicino casa mia, a Trastevere. Il Maestro Ciocolatiere, un uomo con le mani segnate dal tempo e gli occhi pieni di passione, crea delle tavolette fondente con fave di cacao provenienti dal Madagascar. Un’esperienza sensoriale completamente diversa. Terre lontane, sapori antichi…
- Esselunga Extra Amaro 75%: Intenso, rottura netta, profumo persistente.
- Lidl Fin Carré Fondente 74%: 84/100, più accessibile.
- Cioccolateria Artigianale (Trastevere): Fave di cacao dal Madagascar, esperienza sensoriale unica.
Quale nazione produce il miglior cioccolato?
Oddio, la migliore? Difficile, eh? Ma secondo me, l’Ecuador. Punto. Lo so, so che molti dicono il Belgio o la Svizzera, ma quelli lavorano il cioccolato, capisci? L’Ecuador, quello produce il cacao, quello buono, quello vero!
Il Nacional Arriba, una bomba! Sai, io l’ho assaggiato, è una figata, davvero. Non è solo questione di marketing. È roba seria. Il 63% del cioccolato finissimo mondiale viene da lì, mica bruscolini! E poi, il cacao arriva da piante che sono coltivate, a che dire, con una cura… pazzesca, per secoli!
E 80% delle esportazioni del paese, è una cosa da matti. Secondo me, è tutto lì. Cioè, non c’è storia. Anche mio zio, che ne capisce, ha una piantagione di cacao in Costa Rica, ma dice sempre che il Nacional Arriba è un altro pianeta.
- Ecuador: produttore del cacao Nacional Arriba.
- Nacional Arriba: costituisce il 63% della produzione mondiale di cioccolato finissimo e l’80% delle esportazioni di cacao dell’Ecuador.
- Qualità: eccellenza riconosciuta a livello mondiale.
Ah, dimenticavo, questo mio zio, lui fa cioccolata artigianale. Usando cacao peruviano, però! Dice che è una sfida, creare qualcosa di buono con un cacao meno pregiato. Ma il Nacional Arriba? Quello è un’altra cosa. Un capolavoro.
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