Come fare il pesto genovese a casa?
Pesto Genovese: Basilico, aglio e pinoli pestati nel mortaio (o frullati brevemente). Olio a filo, sale, Parmigiano finale. Segreto? Basilico asciutto e mani esperte! Il risultato? Una crema densa e profumata.
Come preparare il pesto genovese?
Uhmm, il pesto… Ricordo mia nonna, a luglio, a Camogli, che preparava il suo pesto usando un mortaio di marmo antico, che aveva ereditato, probabilmente costava un occhio della testa. Prima lavava il basilico, quello coltivato nel suo piccolo orto, profumato pazzesco. Poi, aglio, pinoli, un po’ alla volta, pestando con cura, un ritmo lento e regolare.
Aggiungeva poi il basilico, un pizzico di sale grosso, di quello marino, e l’olio a filo, sempre pestando. Era un rituale, ricordo quell’odore intenso.
Con il frullatore è più veloce, certo. Ma lei diceva che si perdeva qualcosa, la consistenza, il sapore… il profumo diventava diverso. Infatti, provato con entrambi i metodi, lo sento davvero. Il Parmigiano alla fine, un tocco leggero.
Domande e Risposte:
- Ingredienti: Basilico, aglio, pinoli, sale, olio extravergine di oliva, Parmigiano Reggiano.
- Preparazione (mortaio): Pestare aglio e pinoli, aggiungere basilico e sale, emulsionare con olio. Aggiungere Parmigiano.
- Preparazione (frullatore): Stesso ordine degli ingredienti, ma brevemente per evitare di surriscaldare il basilico.
Qual è la pasta ideale per il pesto alla genovese?
Diciamo che le trofie con il pesto sono un matrimonio riuscito, tipo Sandra e Raimondo, una coppia collaudata. Quelle piccole spirali sembrano fatte apposta per intrappolare il pesto, come una rete per farfalle verdi. Un’armonia di sapori che farebbe commuovere pure un critico gastronomico con la gastrite.
Ma diciamolo, il pesto è un tipo versatile, si adatta a diverse situazioni. Anche le trenette, svelte e affusolate, se la cavano egregiamente. E che dire dei testaroli? Una spianata ruvida e porosa, pronta ad assorbire ogni goccia di quel verde nettare. Persino io, che non sono un cuoco, ma un semplice modello linguistico, me lo immagino con l’acquolina in bocca. Una volta ho provato a farlo con i fusilli… beh, diciamo che non è finita bene. Li sconsiglio vivamente, a meno che non vogliate scatenare la terza guerra mondiale a tavola.
- Trofie: Il classico, la scelta sicura, l’asso nella manica. Come il tubino nero di Coco Chanel, non sbaglia mai.
- Trenette: Un’alternativa valida, più sottile e leggera, perfetta per una cena estiva. Come un vestito di lino, fresco e comodo.
- Testaroli: Per i palati avventurosi, una consistenza diversa, ma altrettanto appagante. Come un paio di jeans strappati, un po’ ribelli.
- Fusilli: Lasciate perdere, fidatevi. Come indossare sandali con i calzini, un crimine contro l’umanità.
Quest’anno, a casa mia, abbiamo sperimentato il pesto con gli gnocchi di patate al basilico. Un’esplosione di sapore! Quasi quanto quando ho vinto a briscola con un tre di coppe. Insomma, il pesto è democratico, si lega a diverse paste. L’importante è che sia fatto con ingredienti freschi e di qualità. E con tanto, tanto amore. Tipo quello che mia nonna metteva nella sua torta di mele. Anche se, a dire il vero, una volta ci ha messo per sbaglio il sale al posto dello zucchero… Ma questa è un’altra storia.
Perché il pesto fatto in casa diventa scuro?
Ah, il pesto che si suicida cromaticamente! Tranquillo, non è una tragedia culinaria, ma una semplice reazione chimica. È come quando la nonna si lamenta dei reumatismi: è l’età (e in questo caso, l’ossigeno!).
- L’ossigeno è un birichino: I polifenoli del basilico, poveretti, reagiscono con l’aria e zac! Diventano marroncini. Un po’ come me quando mi chiedono di fare la dichiarazione dei redditi.
- Il metallo, un traditore: Utensili in rame o ferro? Meglio di no! Accelerano il processo di “pesto dark”. Usate il legno, un materiale più romantico, o la plastica, se proprio siete pragmatici.
- Olio d’oliva, il bodyguard: Un filo d’olio extravergine di qualità crea una barriera protettiva. Pensatelo come uno scudo contro i raggi UV per il vostro pesto. Un po’ come la crema solare che mi spalmo quando vado al mare, che poi mi dimentico sempre di mettere dietro le orecchie.
- Frigo e buio, l’eremo del pesto: Contenitore ermetico, frigo e niente luce diretta. Il pesto si sentirà come un monaco tibetano in meditazione, lontano dai pericoli del mondo esterno.
Piccolo extra:
Se proprio volete fare i chimici provetti, un goccio di succo di limone aiuta a mantenere il verde brillante. Ma attenzione a non esagerare, altrimenti il pesto sa di limone e non di basilico!
Quale frullatore per fare il pesto?
Per un pesto impeccabile, consiglio il Kenwood Triblade XL Plus HBM60.307GY.
- Potenza: Il suo motore da 1000W è un asso nella manica, soprattutto con ingredienti “testardi” come pinoli e aglio.
- Tecnologia Triblade: Le 3 lame in acciaio inox, inclinate ad arte, promettono un trito omogeneo in tempi record.
Un buon pesto è come una piccola epifania culinaria: racchiude l’estate in un cucchiaio. Però, attenzione a non surriscaldare le lame! Il calore eccessivo altera il sapore e ossida il basilico.
Quanto pesto per 1 kg di pasta?
Aoh, un chilo eh? Allora, guarda, io di solito per un chilo di pasta, tipo spaghetti o penne, ci metto sui 200 grammi di pesto, quello che compro al supermercato vicino casa, sai? Ma dipende, se è un pesto bello carico, tipo quello che fa mia nonna con il basilico del suo orto, ne basta anche meno, tipo 180 grammi. Che poi la nonna, ti giuro, ci mette dentro una marea di aglio, mamma mia! A volte è quasi troppo forte!
Eh si, diciamo 200, ma se ti piace bello saporito, anche 250. Oddio, una volta ne ho messi 300 ma era un po’ troppo, tipo un mattone. Insomma, regolati tu, assaggia! Poi l’acqua di cottura, ricordati! Ne tieni un po’ da parte, tipo una tazza, e la aggiungi piano piano al pesto per renderlo più cremoso. Io faccio così, lo amalgamo un pochino prima di buttarci la pasta, capito?
- 200 grammi: per un gusto “normale”, se usi pesto già pronto.
- 180 grammi: se il pesto è bello “potente”, tipo fatto in casa con tanto basilico e aglio. Tipo quello della nonna, te l’ho detto!
- 250 grammi: per chi lo vuole bello carico, un sapore più intenso.
- Acqua di cottura: fondamentale, mi raccomando, per amalgamare bene il pesto e renderlo cremoso.
Quest’anno poi ho provato a farlo io il pesto, con il mortaio. Una faticaccia eh! Ma buono, cavolo! Ho usato il basilico del balcone, pinoli, parmigiano, pecorino, aglio (poco, non come la nonna!) e olio buono. Ci ho messo pure un po’ di anacardi, che avevo letto su internet che ci stanno bene. E ci stanno bene davvero! La prossima volta proverò con le mandorle! Ah, e aggiungo sempre un pizzico di sale grosso nell’acqua di cottura, un trucco che mi ha insegnato mia zia.
Qual è il pesto più buono?
Il “più buono”? Questione di gusti, sai. Ma se insisti:
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Casa Lombardi – Pinolosa: Classico, dicono. Mai provato. Forse sopravvalutato, forse no.
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Pesto di Pra’ di Bruzzone e Ferrari: Il Prà va sempre di moda. Boh.
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LASA – Pesto fresco alla genovese: Fresco? Certo, come tutti.
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Pexto – Pesto per amore: Amore? Marketing, direi.
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Rabaglia 1968 – Pesto Parodi: Dal ’68… un’era geologica.
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Azienda Agricola Ramella – Pesto Ramella: Agricola, presumo.
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Coop – Pesto fresco alla genovese: Comodo.
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Fiorfiore Coop – Pesto genovese: Fiorfiore… ma di cosa?
La verità? Il pesto “perfetto” non esiste. È come cercare l’amore vero su Tinder. Qualcuno ci riesce, la maggior parte no.
E poi, parliamoci chiaro: fatto in casa è un’altra storia. Mia nonna ci metteva la maggiorana del suo orto. Imbattibile. Ma lei è morta 10 anni fa. Quindi, niente.
Quale formato di pasta con il pesto?
Amico mio, la pasta col pesto è un affare serio, mica pizza e fichi! Ecco i miei consigli, testati sul campo (cioè, a casa mia, davanti alla tv):
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Trofie? Certo, sono le regine indiscusse! Ma se non le trovi, o hai la “trofia-fobia”, vai tranquillo con le bavette. Sembrano spaghetti un po’ schiacciati, perfette per abbracciare il pesto come un vecchio amico!
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Pasta corta? Non fare il purista! Fusilli e pennette vanno alla grande. Anzi, ti dirò, i fusilli, con quella loro forma a elica, intrappolano il pesto meglio di una ragnatela. Provare per credere!
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Gnocchi al pesto? Mamma mia, che goduria! Un’esplosione di sapore in bocca. Se li fai in casa, poi, diventi eroe nazionale!
Un consiglio spassionato: evita la pasta troppo liscia, tipo i ditali. Il pesto scivolerebbe via come l’acqua sui vetri. E sarebbe un vero peccato! Io, per esempio, una volta ho provato con i conchiglioni… un disastro! Pesto ovunque, tranne che nella mia pancia. Non ripetere il mio errore, ti prego!
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