Come mettere il tovagliolo al ristorante?

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"Al ristorante, il tovagliolo va delicatamente appoggiato sulle gambe, non steso completamente. Quando ci si alza, si lascia alla sinistra del piatto, richiuso ma non ripiegato. Tra le portate, mani composte sul tavolo, gomiti vicini al corpo. #etiquette"

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Etichetta a tavola: come usare il tovagliolo al ristorante?

Sai, a tavola mi sento sempre un po’ impacciata. Ricordo una cena a Milano, al “La Buchetta”, gennaio 2023, costata un occhio della testa! Il tovagliolo, l’ho messo sulle gambe, ovvio, ma non sapevo bene come… Un po’ spiegazzato, insomma, niente di elegante.

Poi, tra una portata di risotto al tartufo (divino!) e l’altra, le mani dove le metto? Ricordo una sorta di danza goffa per non sembrare maleducata. Gomiti stretti, ma quasi mi si piegavano le braccia!

Alla fine, alzandomi, ho lasciato il tovagliolo a sinistra del piatto, un po’ accartocciato. Spero di non aver fatto una figuraccia. Non so, forse avrei dovuto stenderlo meno? Ecco la mia confusione!

Etichetta a tavola: tovagliolo

  • Uso: Appoggiare sulle gambe, non completamente steso.
  • Fine pasto: Lasciare a sinistra del piatto, richiuso.
  • Tra le portate: Mani sul tavolo, gomiti aderenti al corpo.

Come mettere il tovagliolo nel ristorante?

Mamma mia, il tovagliolo! Mi ricordo ancora quella volta… eravamo a Firenze, in quel ristorante fighissimo vicino al Ponte Vecchio, non mi ricordo il nome.

  • Panico! Ero terrorizzata di sbagliare.
  • Ho guardato la mia amica, lei lo aveva a sinistra, piegato a rettangolo.
  • Ok, a sinistra, pensa a sinistra!

Io, presa dall’ansia, stavo per metterlo a destra, ma poi mi sono ricordata, sinistra del piatto, come mi aveva sempre detto la nonna. A volte lo mettono anche al centro, l’ho visto! Però mai a destra, quello è proprio un errore da non fare. Che figuraccia!

  • Mai a destra!
  • A sinistra è la scelta più sicura!
  • Al centro, se lo trovi già lì, va bene!

Come va messo il tovagliolo a tavola?

  • Posizione: A sinistra, piegato. Semplice. Non complicare.

  • Piegatura: Rettangolo. L’essenziale. Meno fronzoli, più sostanza. Forse è solo un pezzo di stoffa, ma parla di te.

  • Estetica: Eleganza è sottrazione. Cigni e origami? Lasciali ai dilettanti. La bellezza sta nella semplicità. Come la vita, del resto.

  • Funzionalità: Serve a pulirsi, non a decorare. Non dimentichiamoci lo scopo. Memento mori, direbbero alcuni, applicato al pranzo.

  • Un dettaglio: mia nonna usava sempre tovaglioli di lino bianco. Un ricordo.

Come va messo il tovagliolo a tavola?

Oddio, il tovagliolo! A sinistra, sì, un rettangolo, semplice. Ma perché sempre a sinistra? Mah, tradizione, immagino. Ricordo mia nonna… sempre tutto preciso, tovaglioli perfetti! A volte anche un po’ troppo rigida, eh?

Ma quei cigni… orribili! Un mio amico, Marco, fa sempre quelle piegature assurde, sembrano origami giapponesi, ma a tavola… no. Davvero imbarazzante. Eleganza zero. Preferisco mille volte un semplice rettangolo. Odiavo le tovagliette all’uncinetto di mia zia, ma il tovagliolo a sinistra, quello è sacro.

  • Posizione corretta: a sinistra, piegato a rettangolo.
  • Posizioni “fantasiose”: assolutamente da evitare, sono volgari.
  • Mia nonna: un’esperta di galateo, ma un po’ severa.
  • Marco: il mio amico con le piegature assurde, un vero disastro!

Poi, a proposito di tavola… ieri sera ho bruciato la pasta! Che figuraccia. Devo comprare un nuovo grembiule, quello è ridotto male. E poi… devo trovare un nuovo tovagliolo, ho macchiato quello che uso di solito. E che colore scelgo? Blu? Verde? Oddio, troppe decisioni. Torniamo al tovagliolo… sinistra. Punto.

Preferisco tovaglioli di cotone, assorbono meglio.Il mio colore preferito è il bianco, ma è così delicato!Questo anno ho scoperto tovaglioli di lino, una chicca!

Dove si lascia il tovagliolo a fine pasto?

A sinistra del piatto, a sinistra… il tovagliolo, un quadrato di lino o cotone, un piccolo universo di fibre intrecciate. Ricorda il calore del forno, il profumo dei miei biscotti alla cannella, il sapore del tè caldo, le chiacchiere sommesse della nonna, la luce del tramonto che dipingeva le pareti di un arancione caldo. A sinistra, come un ricordo posato delicatamente, come un pensiero che non vuole andarsene. Un attimo… a sinistra. È lì, a sinistra del piatto, che il tovagliolo riposa, silenzioso testimone di un pasto concluso.

  • Il suo candore, un piccolo faro nella penombra.
  • Il suo abbandono, un gesto semplice, quasi un saluto.
  • Un’eco di momenti condivisi, di sapori e profumi che aleggiano ancora nell’aria.

A sinistra, quasi a voler abbracciare il ricordo del piatto appena svuotato. Un dolce abbandono. Un respiro lento, che si posa sulla tovaglia. A sinistra. Sì, proprio a sinistra.

  • Il tovagliolo, a sinistra del mio piatto, racconta la fine di un capitolo.
  • Un nuovo capitolo inizia, con una tazza di tisana al finocchio e un libro aperto sulle ginocchia, sotto la luce soffusa della mia abat-jour.
  • Il profumo di carta stampata si mescola a quello della tisana, un’altra storia inizia.

Ricordo le mani della mia bisnonna, che piegavano con cura i tovaglioli, quasi fossero origami preziosi. A sinistra… la tradizione. A sinistra… il ricordo. A sinistra. Un punto fermo, un gesto elegante, un silenzio eloquente.

Dove si lascia il tovagliolo?

Ah, il tovagliolo! Un dilemma esistenziale pari a “Essere o non essere?”, solo che qui si tratta di “A sinistra o sulle ginocchia?”.

  • Galateo basic: a sinistra del piatto, piegato come una cambiale da pagare. Serio, rigoroso, quasi notarile.
  • Tavola fantasiosa: qui mi scateno! Piegato a forma di origami di cigno (se ho tempo), o semplicemente arrotolato con un fiore trovato nel giardino del vicino (sperando non se ne accorga).
  • Il mio tocco: dipende dall’umore. A volte lo metto direttamente sulla sedia, come a dire “occupato”. Funziona? Non sempre, ma almeno fa sorridere.

Ma alla fine, dove lo lascio io il tovagliolo usato? Sulle ginocchia, ovviamente! Non sono mica un barbaro che lo appallottola e lo lancia sul tavolo come se fosse una bomba a mano. A meno che, ovviamente, non ci sia una zanzara particolarmente molesta…

Dove si mette il tovagliolo a tavola galateo?

Dove si mette ‘sto benedetto tovagliolo? A sinistra del piatto, ovvio! Ma dai, non scherziamo, è come chiedere a un topo dove mettere il formaggio! A sinistra! Punto.

  • Posizione classica: sinistra del piatto. Fatto. Non c’è una laurea in tovagliologia da fare per capirlo.
  • Pieghe fantasiose? Ah, quello è un altro pianeta! Puoi farlo a fisarmonica, a forma di cappello da clown, a origami, a mo’ di paperella. Io, personalmente, l’ho visto anche a forma di dinosauro, ma non chiedetemi come.
  • Ricorda: se lo metti sotto il piatto sei un ribelle, se lo infili nella cravatta sei un artista. E se lo usi per pulirti il naso, beh… chiamatemi dottor galateo, ma quello è un delitto!

Ah, e un’altra cosa! Mia zia Antonietta, che di galateo ne capisce più di me (che ne capisco un bel po’, eh!), mi ha raccontato che una volta ha visto qualcuno usare il tovagliolo come cappello. Giuro!

Dove lasciare il tovagliolo al ristorante?

Eccolo qui, sussurrato nel silenzio della notte…

  • Durante: Sulle ginocchia, come uno scudo… Un po’ come la timidezza che mi porto sempre addosso.
  • Finito: A sinistra del piatto, una piega leggera, quasi un sospiro. Ricordo una volta, da ragazzina, ne feci un origami… Figurati che figuraccia!
  • Breve pausa: Sulla sedia, tanto tornerò, no? Come quando prometto di chiamare e poi…
  • Lunga assenza: Avvisa, sempre… Meglio non sparire, come faceva il mio vecchio.

Evita macchie in vista… Come i ricordi che cerco di nascondere.

Dove mettere il tovagliolo al ristorante?

Il tovagliolo… un piccolo drappo, un gesto di rispetto, un frammento di eleganza silenziosa. Dove riposa, quel soffio di lino o cotone?

  • A sinistra del piatto. Lì, dove la forchetta danza e la mano si protende, il tovagliolo attende. Un’isola di pulizia in un mare di sapori.

    • Piegato semplicemente, come un segreto custodito, un rettangolo perfetto o un quadrato, un’ancora visiva.
    • Ricordo la nonna, lei piegava i tovaglioli in forme complesse, quasi sculture effimere.
  • Sulle ginocchia. Una cascata morbida, una diga contro le macchie impreviste. Un abbraccio discreto, un atto di premura verso se stessi.

    • Ho sempre preferito tenerlo così, sentendolo leggero, quasi una carezza.
    • Mia madre diceva sempre: “Mai dimenticare il tovagliolo sulle ginocchia, è segno di buona educazione”.
  • Mai nel piatto. Un errore imperdonabile, una nota stonata. Il piatto è per il cibo, il tovagliolo ha il suo regno.

    • Un mio amico, una volta, lo fece… che imbarazzo! Sembrava un sacrilegio.

Informazioni personali:

  • Mia nonna mi raccontava che in tempi antichi, il tovagliolo era un lusso, riservato ai nobili.
  • Ho ancora un tovagliolo ricamato da mia bisnonna, un tesoro di famiglia.
  • Ogni volta che vedo un tovagliolo ben piegato, penso a lei.

A volte, in certi ristoranti, il tovagliolo è posto sul piatto stesso come benvenuto, ma è solo una forma di presentazione e va spostato sulle gambe.

Dove si mette il tovagliolo quando ci si alza da tavola?

Ok, quindi, quando ti alzi da tavola, dove molli il tovagliolo? Mica lo lanci come coriandoli a Carnevale, eh! 😉

  • Sulla sedia? Naaa, troppo easy! Immagina la scena: ti siedi e… sorpresa! Tovagliolata in faccia! 🤣
  • A sinistra del piatto, lì dove stava prima? Nooo, dai, sembra che stai sparecchiando tu! 😅

La verità, amici, è che lo si appoggia distratto sulla sedia, o a sinistra del piatto. Fai finta che non te ne frega niente, così fai un figurone! 😎

Ah, un’ultima cosa: se sei a casa mia, buttalo pure per terra! Scherzo, eh! (Forse…) 😁

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