Dove si lascia il tovagliolo quando si va in bagno?
Quando ci si allontana temporaneamente dalla tavola, il tovagliolo va riposto alla sinistra del piatto. Questa è la regola principale del galateo per una corretta mise en place.
Etichetta a tavola: dove mettere il tovagliolo in bagno?
Mah, questa del tovagliolo in bagno mi lascia un po’ perplesso. In bagno? Non ci avevo mai pensato! A casa mia, e parliamo di una casa piuttosto tradizionale, i tovaglioli sono in cucina, ovviamente. O sulla tavola se c’è pranzo o cena.
Ricordo una volta, era il 15 agosto 2022, a casa di mia zia a Forli, avevamo un servizio di piatti elegantissimo, pagato un capitale, credo circa 800 euro, e i tovaglioli erano di lino pregiato, ma sempre sul tavolo. A sinistra del piatto, come dice il galateo, che sinceramente mi interessa poco!
In bagno, il tovagliolo? Non so, magari per asciugarsi le mani dopo essersi lavati? Ma allora sarebbe un asciugamano, no? Insomma, mi sento un po’ disorientato. Non ho mai visto un tovagliolo in bagno. Mai!
Q: Dove mettere il tovagliolo a tavola?
A: A sinistra del piatto.
Dove va il tovagliolo secondo il galateo?
È strano, sai? Mi chiedo sempre se qualcuno si accorga di queste cose, a parte me.
- Il tovagliolo… a sinistra. Ricordo la nonna, sempre precisa, diceva che il tovagliolo va trovato lì, piegato semplice. Niente svolazzi.
- Niente cigni, per favore. Sembra quasi di tornare bambini, quando facevamo le barchette di carta. A tavola, meglio di no. Elegante? Mah.
- Questione di gusto, forse. Forse poi, alla fine, è solo questione di gusti, no? Ma certe cose, certe regole, restano lì, sospese. Come un’eco lontana.
- Un’altra cosa. Mi ricordo che una volta, a un matrimonio, avevano fatto dei ventagli con i tovaglioli. Carini, ma non so… forse troppo.
Dove va il tovagliolo secondo il galateo?
Allora, praticamente… il tovagliolo?
- A tavola, il tovagliolo va a sinistra, ok? Semplice.
- Niente figure strane, tipo cigni o robe del genere! Ma chi le fa più?! Cioè, davvero, sembra di stare a un matrimonio di 20 anni fa, te lo giuro. Il galateo dice rettangolo a sinistra, punto.
E sai cosa? Mia nonna, che era una vera signora, diceva sempre che se uno non sa come usare un tovagliolo, beh, meglio che stia a casa sua. Un po’ cattiva, forse, ma aveva ragione! Ah, un’altra cosa: mai, mai, mai usarlo per soffiarsi il naso! È una cosa che mi fa proprio venire i brividi, eh. Bleah! Meglio un fazzolettino di carta, che dici?
Come vanno messi i tovaglioli a tavola?
A tavola, il tovagliolo? Un rettangolo sobrio sulla sinistra, niente cigni origami! Altrimenti, sembra che mia zia Pina abbia preparato la mise en place, e sai che fine fa poi la cena con lei? Un disastro!
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Sulla sinistra: Regola aurea, sacra ed immutabile. Come la legge di gravità, ma con meno drammi. A meno che tu non voglia cimentarti in un origami-tovagliolo, ma sinceramente, chi ha il tempo?
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No a fronzoli: Lasciamo le pieghe elaborate ai maestri del sushi, che almeno poi ci danno qualcosa di buono da mangiare. Un rettangolo semplice, elegante, e senza fronzoli è la via maestra. Come me con le relazioni: vado dritta al punto.
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Buon gusto: È questione di buon gusto, mica di rocket science. Pensaci: se il tovagliolo è un’opera d’arte, chi si concentra sul cibo? Meglio una serata tranquilla, no? Magari con un buon bicchiere di Chianti, quello che ho trovato a sconto ieri al supermercato, un affare!
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Galateo?: Il galateo? Un po’ come le istruzioni del montaggio di Ikea: ci provi, poi fai a modo tuo. Tanto poi tutti finiscono per usare il tovagliolo come fazzoletto. Ammettiamolo!
Aggiunta personale: Mia nonna, che di galateo ne sapeva più di me, diceva che la posizione del tovagliolo è un indice della personalità. Un rettangolo preciso? Persona ordinata. Un origami a forma di drago? Probabilmente ha passato troppo tempo su YouTube.
Dove si mette il tovagliolo a tavola a destra o sinistra?
Uff, il tovagliolo… a destra o a sinistra? Ma poi importa davvero?
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A sinistra! Ecco, mi pare a sinistra del piatto. Sempre lì lo metto io.
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Piegato? Boh, di solito a metà, un rettangolo facile facile. Mica ho tempo per fare gli origami col tovagliolo!
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Una volta, a un matrimonio, avevano fatto delle piegature strane, tipo ventaglio. Ma chi si ricorda come si fanno?! Comunque, figo.
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Mia nonna invece lo piegava sempre a quadrato perfetto. Manie.
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Mah, alla fine, l’importante è che sia pulito, no?
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Ah, a volte lo metto anche sopra il piatto, se non c’è posto a tavola. Soluzione di emergenza!
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Ma aspetta, non è che dipende dal tipo di cena? Tipo, se è una cena formale forse ci sono delle regole. Mmm… da controllare!
Come si lascia il tovagliolo a fine pasto?
Allora, mettiamola così, il tovagliolo non è un origami! 😅
- Appena ti siedi: lo sbatti sulle gambe tipo mantello da supereroe, però senza volare via, eh!
- Pausa pipì (o simili): Lo appoggi sulla sedia, alla carlona. Non serve stirarlo!
- Game Over (ovvero fine pasto): Lo molli lì, a sinistra del piatto, come un calzino sporco. Ma senza esagerare con la noncuranza, dai!
Piccolo extra da vero intenditore: Se hai fatto un macello (tipo salsa ovunque), lascialo leggermente piegato, così non si vede il disastro! 😉
Come si lascia il tovagliolo al ristorante?
Ecco, te lo dico come la penso io, di notte…
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A sinistra… sempre. Il tovagliolo, quando ti alzi, lo metti lì, a sinistra del piatto. Non importa se hai sporcato un po’ la tovaglia, quello è il loro lavoro.
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Non perfetto. Non devi mica far vedere che sei Miss Galateo! Piegato a metà, va benissimo. L’importante è che non sembri una pallottola informe. Mi ricordo quando mia nonna mi sgridava sempre, diceva che sembravo un vandalo…
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Addio. Quando hai finito, lo lasci lì. Nessun inchino, nessuna scusa. Te ne vai e basta. Un po’ come certe storie, no? Finiscono e basta.
Un’altra cosa… una volta ho visto una signora che si puliva le scarpe col tovagliolo, pensa te! Io mi sono sempre chiesto se l’avesse fatto apposta o se fosse solo distratta… ancora ci penso.
Come mettere il tovagliolo al ristorante?
Il tovagliolo… un piccolo quadrato di tessuto, un silenzio teso prima del banchetto. Ricordo mia nonna, mani sapienti che spiegavano il gesto, un’arte antica. Sulle gambe, sì, ma non piatto, mai completamente disteso, come una vela che aspetta il vento di un buon pasto. Un respiro leggero, una carezza di cotone.
E poi, l’addio. Non un abbandono, ma un saluto composto. A sinistra del piatto, ripiegato con cura, senza pieghe rigide. Un semplice gesto, un ultimo inchino di gentilezza. Come un’ombra che si allontana nel crepuscolo. Un ricordo discreto.
Tra una portata e l’altra… ah, le mani. Quiete sul tavolo, gomiti stretti al corpo, come rami di un albero in inverno. Un’attesa, una contemplazione del cibo, dei profumi. Un momento di grazia, di preparazione. Un’armonia ritrovata. Come un dipinto rinascimentale.
- Posizionamento iniziale: sulle gambe, non disteso.
- Fine del pasto: a sinistra del piatto, ripiegato.
- Tra le portate: mani sul tavolo, gomiti vicini al corpo.
Questo mi ricorda il pranzo di Natale scorso, la tovaglia di lino ricamata da mia zia Emilia, il profumo dei biscotti alla cannella…
Dove vanno le posate e il tovagliolo?
Quel battesimo a casa di Zia Emilia, agosto 2023, che caldo! Ricordo la confusione, tavoli imbanditi ovunque nel giardino, gente che parlava a voce alta. Ero piccola, otto anni, e già mi sentivo fuori posto in mezzo a tutti quegli adulti chiassosi. Mi ricordo bene le posate. La forchetta, a sinistra del piatto, i rebbi puntati verso l’alto. Non verso destra, come dice la Zia Emilia che è sempre stata un po’ pignola sulle formalità. Poi il coltello, a destra, lama rivolta verso il piatto. Non ero abituata a tutto quel cerimoniale, preferivo mangiare con le mani, come facevo sempre con mio fratello. Il tovagliolo? Era piegato a forma di fiore sul mio piatto, non a destra. Che ansia!
Non ricordo se ho mai usato quel tovagliolo così elegante, preferivo i tovaglioli di carta, quelli che si usano per disegnare. Ricordo la torta, che buona! E la zia che mi diceva: “Mangia, tesoro, sei magrolina!” Mamma sempre preoccupata per la mia crescita. Il panico di non ricordare l’etichetta, il timore di sembrare maleducata. Insomma, un vero disastro.
- Posate: Forchetta a sinistra, coltello a destra.
- Tovagliolo: sul piatto. (a quel battesimo, almeno!)
- Emozioni: Ansia, disagio, confusione.
- Luogo: Giardino di Zia Emilia.
- Data: Agosto 2023.
Quella giornata è rimasta impressa nella mia mente più per l’ansia delle posate che per il battesimo in sé. Mamma dice che devo imparare le buone maniere, ma io preferisco le cose semplici. Come il gelato. Preferisco il gelato.
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