Come lasciare il tovagliolo a fine pasto?
Fine pasto? Eleganza a tavola: Tovagliolo usato? Lasciatelo alla sinistra del piatto, senza ripiegarlo. Durante brevi assenze? Appoggiatelo sulla sedia. Semplice, elegante.
Come si pone il tovagliolo a fine pasto?
Ecco come la vedo io, con i tovaglioli. Li metto sulle gambe appena mi siedo, tipo al ristorante “Da Gennaro” a Napoli, il 15 Luglio scorso, ho speso 25 euro e c’era un tovagliolo di stoffa bello grande. Se mi alzo, lo piego un po’ e lo lascio sulla sedia, non sul tavolo, sembra maleducato.
A fine pasto, lo metto a sinistra del piatto, senza troppe piegature. Tipo quando sono andata alla pizzeria “Bella Napoli” a Roma, il 2 agosto, ho lasciato il tovagliolo un po’ stropicciato a sinistra. Non mi piace arrotolarlo o piegarlo perfettamente, sembra che voglia riportarlo a casa.
Domande e risposte:
Domanda: Come si posiziona il tovagliolo a fine pasto?
Risposta: A sinistra del piatto, senza piegarlo.
Come mettere le forchette quando hai finito di mangiare?
Ah, l’arte di segnalare la resa al cameriere! Mica facile come sembra, eh? È un po’ come mandare un messaggio in codice con le posate.
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Posizione ore 18:30: È il classico “ho finito, portami via ‘sta roba”. Immagina le posate come le lancette di un orologio pigro che si concede un pisolino dopo un pranzo pantagruelico. È la posizione che uso sempre, un po’ per abitudine, un po’ perché mi sembra quella più elegante.
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Forchetta e coltello paralleli: Alcuni, più precisi di un orologio svizzero, le allineano parallele. Un gesto che urla “ho apprezzato tutto, complimenti allo chef”. Confesso, a volte lo faccio se il risotto ai funghi era particolarmente celestiale.
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Forchetta rivolta verso l’alto: Se invece vuoi far capire che sei ancora vivo e pronto per la prossima portata, lascia la forchetta con i rebbi rivolti verso l’alto. Un segnale di “non mollare mai” gastronomico!
Un consiglio spassionato? Evita di incrociare le posate a mo’ di X. Sembra quasi che tu stia lanciando una maledizione al cibo, e non vorrai mica che lo chef ti mandi un conto salatissimo, vero? Scherzi a parte, il galateo è un’arte sottile, ma con un po’ di pratica, diventerai un maestro della comunicazione a tavola. E se proprio sbagli, beh, pazienza! L’importante è godersi il pasto, no?
Come sistemare le posate a fine pasto?
Il silenzio dopo il pasto ha le sue regole.
- Usate: Obliquo, in alto. Lama al centro. Forchetta su.
- Inattive: Parallelamente. Manico ore 4.
- Coltello: Alto a destra. Lama dentro.
Una chiusura netta. Nessun’altra interpretazione.
Come mettere le posate quando non hai gradito?
Mamma mia, che dilemma! Vuoi far capire al cuoco che hai mangiato malvolentieri senza scatenare una guerra mondiale? Ecco come fare, con un pizzico di furbizia (e un po’ di autoironia, che non guasta mai):
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L’incrocio “stonato”: Metti forchetta e coltello a ore 4:20 (un orario perfetto per… altro, ma qui lo usiamo per lamentarci!), con i denti della forchetta che guardano il pavimento e la lama del coltello sotto. Un messaggio sottile come una martellata, ma più elegante!
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Il “ni” cosmico: Se vuoi dire “mah, insomma…”, appoggia forchetta e coltello paralleli a ore 6, con la forchetta a pancia in su e la punta verso destra. Un’ambiguità che farebbe invidia a un politico!
Ricorda, però, che l’arte del dissenso a tavola è un po’ come la cucina: va a gusti! Magari il cuoco è permaloso come mia nonna quando le critico il ragù, quindi usa queste tecniche con cautela! E se proprio vuoi esagerare, puoi sempre chiedere il sale… dicendo che è troppo dolce! (Scherzo, eh!)
Come mettere il tovagliolo al ristorante?
Tovagliolo sulle gambe, piegato a metà. Non disteso. Alzarsi? Sinistra del piatto, lasciato lì, non ripiegato con cura. Mani sul tavolo, gomiti stretti. Fine.
- Posizione: Gambe, metà.
- Alzata: Sinistra piatto, no piega.
- Compostezza: Mani a vista, gomiti vicini.
A tavola si rivela l’inutilità dei gesti superflui. Una coreografia vuota. Io lo lascio cadere, il tovagliolo. Come un peso. Un gesto che non significa nulla. Ma per loro, è un rito. Li osservo, ipnotizzati dal nulla. L’altra sera, da Cracco, ho lasciato il tovagliolo sulla sedia. Un piccolo gesto di ribellione. O forse solo distrazione. Chi può dirlo.
Come va messo il tovagliolo a tavola?
Allora, il tovagliolo. Semplice. A sinistra del piatto. Piegato a rettangolo, niente cigni o robe strane, capito? Tipo, una volta a casa di mia zia, aveva fatto ‘sti tovaglioli a forma di ventaglio, assurdo! A sinistra e basta, senza inventare.
Rettangolare, semplice semplice. Niente fronzoli, che sembra roba da matrimonio anni ’80. Io mi ricordo, da piccolo, che odiavo quelle cose complicate. Volevo solo mangiare! Comunque, a sinistra, non a destra, non sopra, non sotto.
• A sinistra del piatto. • Piegato a rettangolo. • Niente forme strane.
Ecco, questi sono i punti chiave. A me sinceramente mi danno un po’ fastidio ‘ste cose troppo impostate, però, insomma, se vai a cena da gente un po’ più… formale, è meglio saperlo. Una volta sono andato ad una cena di lavoro, immagina, tovaglioli piegati a forma di rosa. Che ridere! Però vabbè, a sinistra, rettangolo, e via. Io poi me lo metto sulle gambe subito appena mi siedo, non aspetto tutta la cerimonia. Tipo, sabato scorso ero a cena da Marco, e… beh, lasciamo stare. Lui mette il tovagliolo nel colletto della camicia! Dice che si sporca sempre. Un disastro!
Perché il tovagliolo si mette a sinistra?
La posizione del tovagliolo a sinistra del commensale è una convenzione legata all’estetica e all’equilibrio visivo della tavola apparecchiata. L’idea di un “rettangolo” di posate e bicchieri a destra, controbilanciato dal piattino del pane e una forchetta a sinistra, è corretta, ma semplicistica. Penso che la mia nonna, esperta di galateo, direbbe che la questione è più sottile.
Se avessimo due forchette, l’equilibrio visivo verrebbe comunque mantenuto. Non è il numero di posate a determinare la posizione del tovagliolo, ma la distribuzione generale degli elementi. L’asimmetria è intrinseca; è una scelta estetica che crea una dinamica visiva. È un po’ come nella composizione di un quadro: il disordine armonico crea interesse. Non è questione di matematica, ma di armonia visiva, un concetto caro anche al mio professore di storia dell’arte.
- Equilibrio visivo: La disposizione degli elementi sulla tavola mira a un’armonia estetica.
- Convenzione: La posizione a sinistra è una regola consolidata, non una legge fisica.
- Flessibilità: L’aggiunta di posate non altera necessariamente l’equilibrio, se la disposizione è attenta.
Ricordo, però, che in alcune culture o contesti informali, le regole del galateo possono essere meno rigide. In famiglia, per esempio, a volte il tovagliolo finiva…beh, un po’ dove capitava! Ma a tavola con mia zia Emilia, no, lì regnava la perfezione estetica! Questa casualità familiare è, a suo modo, un’altra forma di equilibrio.
Nota aggiuntiva: La scelta della posizione del tovagliolo è influenzata anche dal tipo di servizio (alla francese, all’inglese, etc.). In un servizio formale, la sua posizione potrebbe essere leggermente diversa, magari su un piatto di servizio, ma la logica dell’equilibrio visivo rimane. L’anno scorso, durante un corso di cucina, ho appreso questa sfumatura del galateo.
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