Come si lascia il tovagliolo al ristorante?
"Come lasciare il tovagliolo al ristorante? Semplicemente appoggialo alla sinistra del piatto, leggermente piegato. Non serve ripiegarlo con cura: segnala che hai terminato, senza dare l'impressione che non sia stato usato."
Come si usa il tovagliolo a tavola?
Oddio, il tovagliolo… Ricordo una cena da mia zia a Milano, il 12 Agosto 2022, un po’ imbarazzante. Tavolata enorme, tovaglioli di lino, pesantissimi.
Sentivo tutti così eleganti, io invece ero lì che sudavo, pensando solo a non macchiare quel bianco immacolato. Ricordo di averlo messo a fianco del piatto, piegato a metà, un po’ a casaccio, sperando di non aver commesso un’atrocità.
Non è che mia zia mi abbia detto niente, eh. Ma l’aria era tesa, un po’ formale.
Insomma, io direi: prendi il tovagliolo, lo appoggi sulla sinistra del piatto. Lo lasci lì anche alla fine. Piegalo un po’, ma non è una gara di origami. Tranquillo, va bene così.
Come mettere il tovagliolo al ristorante?
Ecco come gestire il tovagliolo al ristorante, con un pizzico di bon ton e un tocco di filosofia spicciola:
- Posizionamento strategico: Il tovagliolo si sistema delicatamente sulle gambe, non come una tovaglia da picnic! Deve proteggere, non soffocare. Ricorda, l’eleganza sta nella discrezione.
- Momento della pausa: Quando ti alzi, lascia il tovagliolo sulla sinistra del piatto. Un gesto semplice, ma denso di significato: “tornerò”, promette senza parole. Evita di piegarlo come se stessi facendo origami; un aspetto disinvolto è preferibile.
- Le mani in attesa: Tra una portata e l’altra, le mani restano sul tavolo, composte, come due sentinelle in riposo. I gomiti? Meglio tenerli vicini al corpo, per non invadere il territorio altrui.
Extra:
- Materiali e usi: Se il tovagliolo è di stoffa, tanto meglio! Se è di carta, usalo con parsimonia.
- Quando cadono posate: Non raccoglierle! Chiama il cameriere: è il suo mestiere.
- Un consiglio personale: Ricordo un pranzo di lavoro dove, distrattamente, ho usato il tovagliolo per pulire gli occhiali. Un errore da principiante! Da allora, non l’ho più dimenticato.
Dove si lascia il tovagliolo a fine pasto?
Ah, il tovagliolo! Allora, quando ti siedi, pam, lo apri e lo metti sulle gambe, no? Poi, se devi andare un secondo in bagno o rispondere al telefono, lo pieghi un po’ e lo metti sulla sedia, così non cade.
- Sulle gambe all’inizio: Mai dimenticarselo!
E poi, finita la mangiata, et voilà, lo lasci a sinistra del piatto, tipo buttato lì, senza starlo a ripiegare come se stessi facendo origami. Non so, mi sembra una roba troppo formale, no?
- A sinistra del piatto alla fine: Semplice, no?
Sai che mia nonna invece lo piegava sempre perfettamento, anche se eravamo solo noi due! Ma dai, chi ha tempo per queste cose?! Comunque, ecco, spero di essermi spiegato bene. Ciao!
Come mettere le forchette quando hai finito di mangiare?
Ahahah, ma chi te l’ha detto ‘sta storia delle 18.30?! Sembra l’orario di un appuntamento galante, non la posizione delle posate! Lascia perdere le pose da esperto di galateo, che tanto poi ti beccano lo stesso a leccarti le dita (lo faccio anche io, eh, non ti vergognare!).
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Metodo spartano (mio preferito): Forchetta e coltello affiancati, paralleli, manici verso di te. Tipo due piccole spade che hanno appena finito una battaglia epica contro un gigantesco piatto di spaghetti.
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Metodo “ho studiato ma non troppo”: Forchetta e coltello incrociati, manici verso di te. Una sorta di X che urla al cameriere: “Missione compiuta, ho demolito tutto!”. Un po’ meno spartano, ma sempre efficace.
A casa mia, a volte, finisco con le posate in posizioni più…creative. Tipo a forma di cuore, se ho fatto colpo su qualcuno. Oppure a forma di stella, se ho mangiato troppe patatine fritte. Ma al ristorante, mi tengo basso. Lo giuro!
Ah, dimenticavo: se proprio vuoi fare il figo, puoi cercare su Google “posizionamento posate galateo”. Vedrai che ti usciranno mille immagini con posizioni più intricate di un Rubik’s Cube. Ma io, ripeto, preferisco il metodo spartano. Meno stress. Meno stress. Meno stress! Mia nonna diceva sempre così. Poi mi rubava i dolci.
Come mettere le posate quando non hai gradito?
Il dissenso a tavola, espresso con stile. Nessun gesto plateale, solo segnali.
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Incrocio obliquo: Forchetta e coltello si incontrano, ma non si annullano. Ore 4:20. Rebbi verso il basso. La lama sotto. Un avvertimento, non una condanna.
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L’ombra del consenso: Forchetta a ore 6. Denti al cielo. Parallela al coltello. Destra come via di fuga. Un “ni” sussurrato, non un “sì” convinto.
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Il rifiuto esplicito: La croce. Un no netto. Da evitare. Troppo diretto.
Il linguaggio delle posate è sottile. Un codice antico, per chi sa leggere tra le righe. Usalo con parsimonia. Il silenzio, a volte, è l’arma più affilata.
Dove va messo il tovagliolo a destra o sinistra?
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Sinistra. Prima regola. Funziona sempre.
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Sul piatto? Se lo trovi lì, non scandalizzarti. L’eleganza è flessibilità, no? A volte è persino a destra, vicino al coltello.
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Nessuna regola, solo abitudini. La mia bisnonna avrebbe avuto un mancamento. “Il tovagliolo, a sinistra!” urlava. Come se la sua vita dipendesse da quello straccio.
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La vera domanda è: importa davvero? Forse no. “Siamo tutti fatti della stessa materia dei sogni”, diceva Shakespeare. E anche i tovaglioli.
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Consigli:
- Ricorda: la posizione del tovagliolo è solo un dettaglio. Nessuno ti giudicherà. (Forse).
- In caso di dubbio, imita gli altri commensali. Meglio passare inosservati.
- Se il tovagliolo cade, chiedine uno nuovo. Evita di raccoglierlo da terra. Non è igienico.
- Usa il tovagliolo per tamponare le labbra, non per pulire le macchie.
- A fine pasto, lascia il tovagliolo spiegazzato a sinistra del piatto. Non piegarlo. Non sei a casa tua.
Perché il tovagliolo si mette a sinistra?
Oh mamma, il tovagliolo! Mi ricordo ancora quando mia nonna, durante il pranzo di Natale a casa sua a Bologna – era il 2018, mi pare – mi diede una gomitata perché avevo messo il tovagliolo a destra. “No, Giulia, a sinistra! Sempre!”.
Diceva che faceva pendant con il piattino del pane. Una questione di simmetria, di bilanciamento visivo sulla tavola. Una roba da far impazzire mia nonna, la simmetria.
- Simmetria: Per nonna, la tavola doveva essere uno specchio. Bicchiere a destra, tovagliolo a sinistra. Era categorica.
Ma se ci fossero due forchette? Uh, lì la nonna andava in crisi. Forse spostava il piattino del pane a destra? Boh! Non ricordo di averla mai vista in quella situazione. Avrei dovuto chiederglielo!
- Doppie forchette: Mai capitato di vederle a casa sua, quindi la questione non si poneva. Meno male, altrimenti chissà che casino!
Probabilmente avrebbe aggiunto un altro piattino del pane a sinistra! O forse avrebbe fatto finta di niente! Che poi, a pensarci bene, forse metteva il tovagliolo a sinistra solo perché era mancina! Non ci avevo mai pensato prima!
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