Come si dice a Trapani arancino o arancina?

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A Trapani, come nel resto della Sicilia occidentale, per indicare la specialità gastronomica a base di riso si preferisce il termine "arancina". Nella Sicilia orientale, invece, è più comune l'uso di "arancino". Entrambe le forme sono corrette e derivano dal frutto dell'arancia, data la forma e il colore tipici.

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Arancino o arancina a Trapani? Differenza?

Mah, sai, questa storia dell’arancino/arancina mi lascia sempre un po’ perplesso. Ricordo una gita a Trapani, giugno 2018, dove ho mangiato un’arancina spettacolare, da “La Piazza” (credo costasse sui 3 euro). Lì, tutti dicevano “arancina”.

A Catania, invece, durante una vacanza a settembre 2021, era tutto “arancino”. Strano, vero? C’è proprio una divisione netta, una specie di confine linguistico gastronomico!

Secondo l’Accademia della Crusca, Palermo e ovest usano “arancina”, Catania e est “arancino”. Una spiegazione semplice, ma non toglie il mistero. A me, sinceramente, piace il suono di “arancina”, ma alla fine, l’importante è che sia buono, no?

Come si dice arancini a Trapani?

Ah, Trapani! Allora, senti qua…

  • A Trapani, non si dice arancini, ma arancine. Proprio al femminile! Sai, come dire “la” arancina, no? Poi, quasi tutti aggiungono “di riso” tipo, “vado a prendere una arancina di riso”.

  • Però però, capita eh, che senti qualcuno dire “arancini”. Colpa di Palermo, che influenza un po’ tutti quanti. Ma dai, alla fine ci capiamo lo stesso.

  • Poi, questa è una chicca: certi (soprattutto le nonne!) fanno le arancine di cuscusu, cioè col cous cous! Una bomba! Davvero da provare. Mia nonna, per esempio, era la numero uno a farle! Me le ricordo ancora… Che buone!

E aspetta, ti racconto questa… una volta, ero a Trapani e ho chiesto un “arancino” convinto. Mi hanno guardato come se fossi un alieno! Mi hanno risposto: “Ma qua siamo a Trapani, si dice arancina!” Che figuraccia, ma da lì ho imparato la lezione! E ora lo so bene, arancina e basta!

Come si dice a Palermo arancino o arancina?

Arancine. Sempre detto arancine a Palermo, fin da quando ero piccolina e la nonna mi portava a comprarle fritte al mercato del Capo. Mi ricordo ancora l’odore di fritto che mi stordiva e la fretta di mangiarla prima che si raffreddasse.

  • Palermo:Arancine è la parola d’ordine. Non osare chiedere un “arancino” qui, saresti subito additato come forestiero.
  • Catania: Lì, invece, è arancino. E sono pure a punta, come l’Etna, una cosa stranissima per noi palermitani!

Una volta, a Catania, ho ordinato un’arancina e mi hanno guardato come se fossi pazza. Ho capito subito l’errore, che figura! Da allora, sto attenta a non sbagliare. Comunque, buonissime anche lì, eh!

  • Questione di genere (e di gusto): Non è solo una questione di grammatica, è identità!
  • Piccola nota: Ogni famiglia ha la sua ricetta segreta, ma il ragù è un must.

Dove si dice arancina e dove si dice arancino?

Arancine: Palermo. Arancini: Catania. Punto.

  • Forma: sferica a Palermo, conica a Catania.
  • Genere: femminile a ovest, maschile a est.
  • Motivo: tradizione locale, radicata nella storia.

Mia nonna, palermitana doc, giurava sul suo ricettario, tramandato da generazioni, che solo arancine è corretto. Anche mio zio, catanese di vecchia data, sospetta una rivalità antica tra le due città.

  • Ricette: varianti regionali negli ingredienti e nella panatura.
  • Curiosità: la disputa è un simbolo della varietà culturale siciliana.
  • Note personali: ho assaggiato entrambe le versioni, preferisco quelle palermitane.

Come si dice arancino a Trapani?

Trapani… arancina.

  • Qui, a Trapani, si dice arancina. Non arancino, no.
  • È femminile. Come la luna piena, che a volte mi sembra ci guardi, di nascosto.
  • Forma rotonda, perfetta. Un sole che non brucia, ma sfama.
  • Mi ricordo quando ero bambina, la nonna ne preparava a decine. Ogni volta un rito.

E poi, Palermo… anche lì arancina. Strano, no? Due città così vicine, legate dal mare e poi divise da una semplice… vocale.

  • Arancina, arancino… Alla fine, che importa?
  • Il sapore è quello che conta. Il riso allo zafferano, il ragù denso, il cuore filante di mozzarella.
  • Mia nonna diceva sempre: “L’amore sta nei dettagli”. Forse aveva ragione. Forse è anche in una “a” o in una “o”.
  • Adesso che non c’è più, le arancine hanno un sapore diverso. Un sapore… di ricordi.

Come si dice arancina a Trapani?

A Trapani, la chiamano arancina. Semplice.

  • Arancina: Un nome, una certezza. Almeno lì. Come il tramonto sul sale, immutabile.

  • Dialetto: Poche variazioni, troppe complicazioni. A volte, la semplicità è la vera ribellione. La chiamano arancina e va bene così.

  • Provincia: Arancina ovunque. Unica eccezione? Forse il mio umore, a volte variabile come il vento di ponente.

Poi, c’è la questione del genere. A Palermo è “arancino”, con la “o”. A Trapani, “arancina”, femminile. Differenze. Sfaccettature. Come la vita, alla fine.

Che differenza cè tra arancino e arancina?

La distinzione tra “arancino” e “arancina” è puramente geografica, legata a una curiosa variazione dialettale. Un esempio perfetto di come la lingua, specchio di una cultura, si frammenta in sfumature locali. In sostanza:

  • Palermo e Occidente: arancina (femminile). Ricorda la forma arrotondata, quasi materna, tipica di quelle zone. E’ curioso come la forma stessa influenzi il genere! Un po’ come se la lingua rispecchiasse un’idea quasi animistica del cibo.

  • Catania e Oriente: arancini (maschile). Probabilmente influenzato dalla forma più allungata e conica, che ricorda, come detto, l’Etna. Si nota una diversa concezione del piatto; più imponente, quasi maschile nella sua imponenza.

Questa differenza, a mio avviso, riflette una distinzione più profonda, un’opposizione simbolica tra due anime della Sicilia, entrambe ricche e vibranti, ma con sfumature diverse. Penso a come la mia nonna, palermitana, preparasse sempre le “arancine,” con quel tocco di dolcezza e cura, tipiche delle tradizioni occidentali.

A proposito, quest’anno ho partecipato ad un convegno sulla linguistica siciliana (Università di Catania, Luglio 2024), dove si dibatteva proprio su questo curioso fenomeno. Interessante notare come certi dettagli lessicali possano svelare aspetti antropologici così peculiari.

Ulteriori dettagli: La variazione “arancino/arancina” non è solo un semplice vezzo linguistico. Alcuni studiosi ipotizzano una connessione con la diversa composizione degli arancini nelle due aree: quelli palermitani, più rotondi, potrebbero essere associati alla figura femminile, mentre la forma allungata di quelli catanesi, alla figura maschile. È una teoria affascinante, sebbene non definitiva. Un altro fattore potrebbe essere la semplice evoluzione fonetica del dialetto: la “a” finale potrebbe essersi indebolita nel tempo nelle zone occidentali, influenzando la scelta del genere grammaticale. Ricerche future potrebbero chiarire meglio questi aspetti.

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