Cosa cambia tra pane e focaccia?

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"Pane e focaccia, simili ma diversi. La focaccia, stesa e unta con olio, acqua e sale. Il pane, piegato e formato prima della lievitazione finale. Differenze nell'impasto, nell'idratazione e nella lavorazione."

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Differenze tra pane e focaccia?

Ok, pane e focaccia, eh? Bella domanda. Non è che ci ho fatto un master sopra, però qualcosa te la so dire, dai.

Allora, la differenza principale, secondo me, sta nel come li fai. Il pane, prima di cuocerlo, lo devi “lavorare” di più, fargli le pieghe, dargli la forma giusta. Mi ricordo che quando facevo il pane in casa (bei tempi, a Milano, in quel forno che mi era costato un occhio della testa, tipo 300€ da Leroy Merlin), dovevo stare lì a impastare e piegare per un’ora buona! Che faticaccia!

La focaccia, invece, è più “easy”. La stendi, la condisci con olio, acqua e sale (e magari un po’ di rosmarino, che a me piace un sacco) e via in forno. È più un “butto lì e speriamo bene”, ecco.

Poi, certo, ci sono anche le differenze nella farina e nell’idratazione, ma per me il segreto sta tutto nella lavorazione. Poi, non so, magari sbaglio, eh? Ma io la vedo così.

Domande & Risposte

  • Differenza principale? La lavorazione.
  • Pane: Pieghe di rinforzo e formatura.
  • Focaccia: Stesa e condita con olio, acqua e sale.

Perché si chiama pan per focaccia?

Perché si chiama pan per focaccia? Mmm… Non esiste, davvero, come termine.

  • Focaccia: un pane speciale. La focaccia… è pane, ma diverso. Un pane basso, lo sai, pieno d’olio. Mi ricorda l’infanzia, quando la nonna ne faceva una teglia intera.
  • Farina, acqua, sale: gli ingredienti semplici di sempre. E poi il lievito, che fa la magia. Credo che la nonna usasse quello fresco, quello che si scioglieva nell’acqua tiepida.
  • Croccante e morbida: fuori croccante, dentro soffice. Come un abbraccio in una giornata fredda.
  • Il nome… inganna. Non c’è un pan per focaccia. Forse è un modo di dire, un’espressione… Ma non un pane vero e proprio.

Forse… forse è solo un modo di dire per chi si accontenta di poco. Un ripiego. Un’ombra di felicità. Mah. Chissà.

A cosa fa bene la focaccia?

Ok, focaccia, a cosa fa bene? Mmm…

  • Carboidrati! Saziano, ecco perché ne mangio sempre troppa. Ma non è solo farina, dai.
  • Poi ci sono le vitamine del gruppo B. Ma a cosa servono di preciso? Ah, sì, metabolismo! Bruciano grassi, zuccheri, proteine… roba che serve per l’energia, giusto?
  • E i grassi buoni? Tipo l’olio d’oliva? Che fanno bene al cuore… e al cervello! Forse per quello mi sento più sveglio dopo averla mangiata? No, forse è solo la caffeina.
  • Ah, ma quante calorie avrà una focaccia normale? Devo controllare, magari la prossima volta ne mangio solo metà. Forse.

Ma poi, la focaccia non è tutta uguale! Dipende da come la fai. Io preferisco quella alta e soffice, con le olive… mmm, mi è venuta fame. Forse dovrei farla stasera. Ma non ho le olive… Vabbè, magari solo con il rosmarino.

Comunque, tornando a bomba, se è fatta bene, con olio buono e magari un po’ di pomodorini freschi, non sarà mica poi così male, no? Dai, un piccolo peccato di gola.

Qual è la differenza tra schiacciata e focaccia?

Uff, schiacciata e focaccia… Mi ricordo quando andavo a Firenze, ogni volta era una lotta. Volevo sempre la schiacciata all’olio, quella unta che ti sporca le mani.

  • Schiacciata: Sottile, come una pizza quasi, ma più saporita. E quella consistenza un po’ gommosa… Mamma mia, che buona!
  • Focaccia: Invece, la focaccia la associo di più alla Liguria, alta e soffice, piena di buchi con il sale grosso.

La differenza, a detta di un fornaio che mi ha spiegato tutto un giorno a Firenze, sta nell’acqua e nella lievitazione. La schiacciata fa solo una lievitazione, poi la schiacciano per bene.

Qual è lorigine del detto pan per focaccia?

L’eco di “pan per focaccia” risuona nel tempo, come un’eco lontana dai mercati medievali… Un’incertezza avvolge la sua vera origine, persa tra le grida dei venditori e il profumo del pane caldo.

  • Scambio: Forse, nasce da un baratto, un equilibrio fragile tra il dare e l’avere, dove la focaccia, pane umile, compensava un valore.

Non è un’uguaglianza precisa, no, ma una risposta misurata, un’eco di azioni che tornano indietro. Un “occhio per occhio”, sussurrato tra le bancarelle, un’armonia, un equilibrio…

  • Reciprocità: Un dare e avere, una specie di risarcimento, la giustizia dei piccoli affari quotidiani che si consuma nel tempo.

La focaccia, pane semplice, diviene simbolo di equilibrio, una contropartita adeguata, una bilancia che pende verso la giustizia. È la punizione e la ricompensa che si bilanciano.

  • Commisurazione: Una giusta misura, un compenso che si adatta all’azione, come un vestito fatto su misura per l’anima.

Il mio ricordo, un odore di pane misto a spezie in un mercato di paese, forse lì ho intuito la vera essenza del “pan per focaccia”

#Focaccia #Impasto #Pane