Cosa si mangia in una fraschetta romana?

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Fraschetta Romana: Sapori Autentici

  • Zuppa di fagioli: un classico confortante.
  • Cacio e pepe: pasta cremosa e semplice.
  • Scottata: carne alla brace, saporita e succulenta.
  • Trippa alla romana: piatto tradizionale, ricco di sapore.
  • Pollo alla cacciatora: un secondo saporito, perfetto con verdure grigliate.

La fraschetta offre un'esperienza culinaria romana genuina.

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Cosa mangiare in una fraschetta tipica romana?

Ok, allora, cosa si mangia in una fraschetta romana? Mamma mia, che domande! Praticamente il paradiso del gusto.

La zuppa di fagioli è un must. Cioè, non puoi andare in fraschetta e non prenderla. Ricordo una volta a Ariccia, febbraio 2018, freddissimo, quella zuppa mi ha resuscitato. Sarà costata tipo 5 euro, ma valeva oro.

Poi, ovviamente, la cacio e pepe. Sembra facile, ma trovarne una fatta bene è un’arte.

A me piace un sacco la scottata alla brace. Con le verdure grigliate poi… boom! Un’esplosione di sapore. Ultimamente vado matto per le puntarelle, che qui a Roma sono una religione.

Non dimentichiamoci della trippa alla romana, un classico che divide, lo so. Io l’adoro.

E il pollo alla cacciatora? Un altro piatto che mi fa tornare bambino. La nonna lo faceva sempre la domenica. Che ricordi…

Cosa mangiare in una fraschetta tipica romana?

  • Zuppa di fagioli
  • Cacio e pepe
  • Scottata alla brace con verdure grigliate
  • Trippa alla romana
  • Pollo alla cacciatora

Cosa si mangia in una fraschetta?

Ah, la fraschetta! Un’oasi di goduria dove la dieta scappa a gambe levate, inseguita da un bicchiere di vino dei Castelli Romani.

  • Antipasto? Un trionfo di peccati di gola: affettati che sembrano opere d’arte, formaggi che cantano sinfonie di sapore, bruschette che ti fanno dimenticare il pane tostato a casa e olive che, diciamocelo, creano dipendenza.

  • Primi? Qui si fa sul serio. Carbonara, amatriciana e cacio e pepe sono un’esperienza mistica. Ma occhio alla pasta e fagioli, che ti fa sentire nonna per un attimo. E gli gnocchi? Soffici nuvole di patata che si sciolgono in bocca.

  • Secondi? La brace è la regina. Arrosticini che sembrano spiedini di felicità, salsicce che urlano “mangiami!” e costarelle che… beh, le costarelle sono un capitolo a parte. Se sei audace, la trippa alla romana è un must. E il pollo con i peperoni? Un classico intramontabile.

  • Contorni? La cicoria ripassata è un obbligo morale. I fagioli al fiasco sono un’istituzione, e le patate arrosto… inutile parlarne, sono perfette così.

  • Dolci? Castagnole che sembrano palline di zucchero filato, ciambelline al vino che affogano i dispiaceri e la torta della nonna, che ti fa sentire di nuovo bambino.

Extra:

  • Il vino della casa, spesso servito nel fiasco, è un nettare che scivola giù che è un piacere.
  • L’atmosfera è sempre allegra e caciarona, perfetta per una serata tra amici.
  • Preparati a lasciare la fraschetta rotolando, ma felice. Ricordo ancora quella volta che… no, forse è meglio non raccontarla!

Che cosè la fraschetta romana?

Era tipo, boh, il 2018? Forse ’19, caldo assurdo, agosto. Con i miei amici, gita ai Castelli. Ariccia, mi pare. Affamati come lupi dopo la scarpinata. Cercavamo un posto per mangiare, e ci imbattiamo in questa fraschetta, piccolissima, tavoli di legno fuori, gente che rideva, profumo di porchetta nell’aria. Subito capito che era il posto giusto.

Ci sediamo, ordinato porchetta, ovviamente, coppiette, pane casareccio, abbacchio alla scottadito che si scioglieva in bocca. E il vino, vino sfuso della casa, in quelle caraffe un po’ sbeccate. Non so quanti litri ne abbiamo bevuti, ma ricordo le risate, le canzoni urlate a squarciagola, la sensazione di assoluta spensieratezza. E il conto? Ridicolo, una stupidaggine.

Un’altra volta, un paio d’anni dopo, a Frascati, di nuovo in una fraschetta. Era ottobre, stavolta con la mia ragazza. Atmosfera diversa, più tranquilla, ma sempre genuina, familiare. Abbiamo mangiato salsicce, olive ascolane giganti e un’altra cosa, non ricordo, tipo una zuppa di verdure con la pasta, buonissima. E anche lì, vino a fiumi.

  • Cibo: porchetta, coppiette, abbacchio, salsicce, olive ascolane, primi piatti tipici, contorni.
  • Vino: sfuso, della casa, a prezzi bassissimi.
  • Atmosfera: informale, rustica, allegra, familiare.
  • Luoghi: Castelli Romani (Ariccia, Frascati, Grottaferrata, ecc.).

Le fraschette, oltre al cibo e al vino, sono proprio questo: semplicità, allegria, tradizione. Un’esperienza che, almeno per me, è diventata un must delle gite fuori porta. Ci torno ogni volta che posso. Anzi, settimana prossima credo proprio che ci farò un salto.

Quanto si spende in una fraschetta?

Trenta euro. Ariccia, ottobre scorso. Freddino, ma c’era il sole. Con Luisa e i bambini. Avevamo fame, tanta. Eravamo arrivati tardi, parcheggio un casino. Alla fine abbiamo trovato una fraschetta con i tavoli fuori, piena di gente. C’era un via vai pazzesco. Abbiamo preso porchetta, ovviamente, coppiette, pane, olive, due litri di vino della casa. Alla fine abbiamo speso trenta euro in quattro. I bambini quasi niente, mangiavano pane e porchetta. Soddisfatti.

Un’altra volta, sempre ad Ariccia, ma era agosto, con mio fratello. Serata più tranquilla, meno caos. Fraschetta diversa, più piccola. Abbiamo preso un tagliere misto, formaggi, salumi, coratella. Vino buono. Quella volta sui venti a testa. Ma abbiamo mangiato di più, e bevuto meglio. Dipende.

  • Porchetta: quasi sempre presente.
  • Coppiette: secche e piccanti.
  • Vino: della casa, in genere.
  • Prezzo medio: 20-30 euro a persona.
  • Ariccia: il posto giusto per le fraschette.

A volte meno, se prendi solo panino con la porchetta e un bicchiere di vino, anche 10-15 euro. Ma se vuoi fare una cena completa, con antipasti, primi, secondi e contorni, allora il prezzo sale. E se poi prendi cose particolari, tipo cinghiale o formaggi costosi, arrivi anche a 40-50 euro.

Quali sono i piatti tipici della cucina romana?

Allora, se parliamo di Roma, subito mi vengono in mente un sacco di cose buone da mangiare! Praticamente, è un paradiso per chi ama la pasta.

  • Bucatini all’Amatriciana: eh, come fai a non amarli? Guanciale croccantissimo, pomodoro, pecorino… una botta di vita! E pensa che la ricetta originale non aveva il pomodoro, ma è stato aggiunto dopo, se non erro.

  • Gnocchi alla romana: questi sono speciali, fatti con semolino e cotti al forno. Mia nonna li faceva sempre la domenica.

  • La Gricia: diciamo che è l’antenata della amatriciana, senza pomodoro. Solo guanciale e pecorino. Semplice, ma che bomba!

  • Stracciatella alla romana: una minestra in brodo con uovo sbattuto e parmigiano. Perfetta quando sei un po’ giù di corda, ti rimette al mondo!

  • Rigatoni griciati: praticamente la stessa cosa della gricia, ma con i rigatoni. Cambia solo il formato della pasta.

  • Carbonara classica: qui non si scherza! Uova, guanciale, pecorino romano e pepe nero. Niente panna, per carità! Ho visto gente quasi litigare per ‘sta storia della panna…

  • Cacio e pepe: un’altra ricetta super semplice, ma devi essere bravo a farla cremosa. Solo pecorino romano, pepe nero e acqua di cottura della pasta.

  • Rigatoni con coda alla vaccinara: un classico della cucina romana, un sugo ricco e saporito fatto con la coda di bue. Mia zia ci mette anche un po’ di cacao, sai? Dice che esalta il sapore!

E poi, ovviamente, c’è anche la pizza romana, quella scrocchiarella, bassa e croccante. Da provare assolutamente! Ah, e non dimenticare il supplì, una vera istituzione! Insomma, a Roma non si muore mai di fame, fidati.

Quali sono i secondi piatti tipici romani?

Ah, la cucina romana! Roba che fa resuscitare i gladiatori. Scherzo, ma quasi. Eccovi una carrellata di secondi che vi faranno sentire imperatori, anche se il vostro impero è solo un monolocale:

  • Saltimbocca: Fettine sottili che saltano in bocca, letteralmente. Un classico intramontabile, come Totti alla Roma.

  • Abbacchio alla scottadito: Costine così tenere che le mangi con le dita, scottandoti pure. Un piccolo prezzo da pagare per la goduria.

  • Coda alla vaccinara: Un piatto che dimostra che anche le parti meno nobili possono diventare regine. Una ricetta lenta come il traffico del GRA, ma ne vale l’attesa.

  • Porchetta: Un tripudio di carne e aromi, perfetto per un pic-nic al Colosseo (se ve lo lasciano fare). L’ho mangiata una volta così buona che ho pianto come Romolo quando Remo gli ha rubato la merendina.

  • Pollo con i peperoni: Un must, semplice ma efficace. Come un rigore di Francesco Totti, insomma.

  • Coratella: Non per i deboli di cuore, ma un piatto che racchiude l’anima vera di Roma. Un po’ come la fila per prendere il 64.

  • Trippa: Altro piatto forte, per stomaci allenati. Io personalmente, dopo una porzione di trippa, potrei digerire anche il debito pubblico italiano.

  • Baccalà: Fritto o in umido, il baccalà a Roma è un’istituzione. Lo trovate in ogni trattoria che si rispetti, insieme alla foto di Alberto Sordi.

A questi aggiungerei, perché una volta mi hanno salvato la vita (o quasi):

  • Straccetti: Sottili, saporiti, perfetti con la rucola. La mia ricetta segreta? Un goccio di vino bianco nel sugo. Shhh!

  • Involtini: Che siano di carne o di verza, sono un comfort food romano DOC. Li faceva sempre mia nonna, e vi assicuro che erano meglio di qualsiasi ristorante stellato.

Ricordatevi: a Roma, il cibo non è solo nutrimento, è un’esperienza religiosa. Quindi, abbandonate la dieta e godetevi la vita! Io, ad esempio, una volta ho rinunciato a un appuntamento galante per una carbonara. E non me ne pento affatto.

Quali sono i dolci tipici di Roma?

Maritozzo: Un panino dolce, soffice come una nuvola, ripieno di panna montata. Una bomba calorica, ma chi se ne importa, la vita è troppo breve per rinunciare alla felicità. Perfetto per colazione, merenda, o anche a mezzanotte se l’insonnia vi assale.

Ciambelle al Vino: Dritte dai Castelli Romani, queste ciambelle sono imbevute di vino, il che le rende leggermente pericolose se dovete guidare. Ma il loro profumo inebriante vi conquisterà. Ottime con un bicchiere di vino, ovviamente.

Frappe: Chiamate anche chiacchiere, perché una tira l’altra e si finisce a chiacchierare per ore, tra una fragrante striscia di pasta fritta e l’altra. Leggere, croccanti, un vero classico del Carnevale romano.

Crostata Visciole e Ricotta: Un mix perfetto di dolce e aspro, con la ricotta cremosa che bilancia il sapore intenso delle visciole. Un dolce della tradizione, ideale per la domenica in famiglia. Provare per credere.

Ricotta e Gelato: Sembra un’accoppiata strana, lo so, ma fidatevi. La ricotta romana, fresca e delicata, si sposa divinamente con un gelato artigianale, magari al fior di latte o alla frutta. Una combinazione rinfrescante e inaspettata.

Grattachecca: Un must dell’estate romana. Ghiaccio tritato, sciroppi colorati e frutta fresca. Un’esplosione di gusto e freschezza, per sopravvivere all’afa cittadina. Io personalmente la preferisco con amarena e limone.

Bignè di San Giuseppe: Fritti e ripieni di crema pasticcera, questi bignè sono una vera delizia. Si trovano soprattutto a marzo, per la festa di San Giuseppe, ma perché aspettare?

  • Quest’anno ho scoperto una pasticceria vicino al Pantheon che fa dei maritozzi strepitosi. Li riempiono al momento, e la panna è così fresca che si scioglie in bocca.
  • Le ciambelle al vino le compro sempre da un forno a Frascati, un piccolo paese sui Colli Albani. Le fanno secondo la ricetta tradizionale, con il vino rosso locale.
  • Per le frappe, invece, vado matta per quelle della mia nonna. Le prepara solo a Carnevale, ma ne fa così tante che durano per settimane!
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