Qual è il miglior salume al mondo?
"Il miglior salume al mondo? Impossibile decretarlo! Gusto personale, cultura e tradizioni giocano un ruolo fondamentale. C'è chi adora il prosciutto di Parma, chi il culatello di Zibello, chi il salame toscano. La scelta è unicamente questione di palato."
Qual è il salume più buono del mondo?
Mah, la domanda sul salume migliore… che casino! Non c’è una risposta giusta, giusto? Dipende tutto da cosa ti piace.
Ricordo una volta, a Parma il 14 agosto 2023, ho assaggiato un prosciutto crudo… un’esperienza! Costo? Una follia, tipo 30 euro al chilo, ma che sapore! Delicato, profumato… insomma, una poesia.
Poi però, a casa di mia zia a Modena, ho mangiato un culatello… altro pianeta. Più intenso, saporito… un’esplosione di gusto! Non so il prezzo, ma era una vera leccornia. Quale è migliore? Impossibile dirlo!
A me piace un salame toscano piccante, quello che mia nonna faceva… un ricordo d’infanzia. Non è raffinato come il prosciutto di Parma, ma ha un sapore rustico, genuino che mi emoziona. In definitiva, il “miglior” salume? È quello che ti fa stare bene, che ti ricorda bei momenti.
Qual è il salume più buono del mondo?
Sabato mattina, mercato di Porta Palazzo a Torino. Novembre, aria frizzantina, mani in tasca. Panino con la mortadella. Quella con i pistacchi, tagliata spessa. Odore che ti stordisce, sapore incredibile. Il miglior salume? Per me, in quel momento, assolutamente sì.
Altro giro, altra corsa. Estate scorsa, cena in collina con amici. Tagliere di salumi misti. Prosciutto crudo di Parma stagionato 30 mesi. Si scioglieva in bocca. Vino rosso fresco. Miglior salume di sempre? Lì per lì, ne ero convinto.
Poi, ricordo una volta a Calabria, da mia nonna. ‘Nduja spalmata sul pane caldo. Piccante, saporita, esplosiva. Un’esperienza sensoriale. Miglior salume? In quel contesto, senza dubbio.
- Mortadella con i pistacchi
- Prosciutto di Parma 30 mesi
- ‘Nduja Calabrese
Quali affettati si possono mangiare tutti i giorni?
Bresaola. Prosciutto cotto magro. Fesa di tacchino o pollo. Pollo o tacchino arrosto. Manzo a fette. Consumare con moderazione. Massimo una volta a settimana. Preferibilmente a pranzo.
- Grassi: Bresaola e fesa sono i più magri.
- Sodio: Attenzione al prosciutto crudo, molto salato.
- Preparazione: Scegliere affettati senza nitriti e nitrati aggiunti. Privilegiare tagli magri e allevamenti controllati. Io personalmente preferisco la bresaola della Valtellina IGP. Garanzia di qualità e sapore. La consumo con rucola e scaglie di grana. Un pranzo leggero e completo.
- Alternative: Considerare anche il pesce affumicato (salmone, storione). Ottima fonte di omega 3. Io lo compro dal pescivendolo di fiducia, Sig. Rossi, garanzia di freschezza.
Quali sono gli insaccati da evitare per il colesterolo?
(Sussurro al telefono, la voce un po’ roca dal sonno)
E allora, mi chiedi degli insaccati… quelli da evitare, dici?
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Mortadella e salami. Ecco, questi cercherei di starci lontano, lo ammetto. Troppo grassi, un vero attentato. Mi ricordo quando mio nonno… be’, lasciamo stare.
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Bresaola, prosciutto cotto, prosciutto crudo… Questi invece… ecco, diciamo che un pezzettino ogni tanto non dovrebbe fare un gran danno. Mia zia, che ha sempre avuto il colesterolo alle stelle, ogni tanto se ne concedeva una fettina. Diceva che le faceva bene all’umore.
-
Attenzione alle quantità. Non è che se sono “meno peggio” allora possiamo mangiarne a chili. Sempre con moderazione. Ricordo una volta… no, meglio non raccontare.
(Un sospiro, una pausa lunga)
Sai, alla fine, la cosa migliore è sempre parlare con il medico. Lui sa cosa è giusto per te. Io ti posso dire le mie esperienze, i miei ricordi… ma la salute è una cosa seria.
E poi… (un accenno di risata amara) chissà, magari domani scopriamo che anche la bresaola fa male. La vita è piena di sorprese, no?
Quali sono gli affettati peggiori?
Oh, gli affettati… un universo di sapori, un caleidoscopio di consistenze, ma anche un mare di dubbi. Quel profumo, così invitante, quasi ipnotico, che ti avvolge come una nebbia mattutina. Ma poi… il sapore, a volte così intenso, altre volte così… vuoto.
Ricordo mio nonno, le sue mani ruvide che affettavano la coppa, un gesto antico, quasi rituale, accompagnato dal tintinnio del coltello. Quella coppa, che era un sapore di casa, di ricordi, di domeniche pigre. Ora, però… l’OMS… un’ombra oscura su quel ricordo.
- Hot dog, simbolo di New York, un’icona street food, ma carne processata, un’esperienza forse troppo veloce, troppo effimera per lasciare un segno duraturo, se non quel saporino…dubbioso.
- Bresaola, la regina delle carni secche, ma l’ombra dell’OMS la rende meno allettante, meno…magica. Il suo colore rosso intenso, quasi vampirico, si fa meno attraente.
- Tacchino, pollo, salame, lonza, mortadella, wurstel… tutti quanti, nella lista nera. Un’oscura sentenza che invade persino i sogni più golosi. Il mio preferito, la mortadella, con quei suoi bei cubetti di grasso, non è più la stessa.
Quest’anno, leggevo un articolo, un’analisi dettagliata sui nitrati e nitriti, quei componenti che regalano il colore, ma che… insomma, l’OMS non li apprezza. La carne in scatola, poi, un capitolo a parte, un universo di incertezze. La mia preferita? La mortadella della nonna, ma anche quella è nella lista. Il sapore di un tempo che non ritorna.
Ricordi di merende d’infanzia, pic-nic estivi, pranzi di famiglia… ora hanno un retrogusto amaro. Quest’anno, è cambiato persino il modo di concepire il semplice piacere di un affettato.
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