Quali tipi di torte ci sono?

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Esistono diverse tipologie di torte, adatte a ogni occasione:

  • Classiche: come la torta di mele o al cioccolato, intramontabili.
  • Di compleanno: per celebrare al meglio.
  • Crostate: con ripieni golosi.
  • Fredde: perfette per l'estate.
  • Alla frutta: fresche e colorate.
  • Vegane: alternative gustose e cruelty-free.
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Quali sono i tipi di torta più popolari?

Oddio, che domanda difficile! Amo le torte, ma classificarle… uhm…

A me, sinceramente, la torta di mele fatta da mia nonna il 27 agosto 2021, a casa sua a Firenze (mi costò solo l’ingredienti, tipo 15 euro, ma il valore sentimentale è immenso!), è insuperabile. Cioccolato? Beh, quella fondente che ho comprato a Parigi, in quella pasticceria vicino al Louvre (dicembre 2022, 28 euro, un furto, ma che bontà!), rimane un ricordo indelebile.

Poi ci sono le torte di compleanno, ricordo quella al cocco con la panna fatta da mia sorella per il mio 30esimo (marzo 2018). Un disastro estetico, ma buonissima! E le crostate? Quelle di frutta fresca, tipo quella alle fragole che ho preparato a luglio, un successo!

Ah, le torte fredde… un po’ meno il mio forte. Quelle vegane? Ho provato una volta, diciamo che non mi hanno entusiasmata. Ma è solo la mia esperienza, ovviamente. Ogni palato è diverso!

Tipi di torta popolari: Torta di mele, torta al cioccolato, torta di compleanno, crostata, torta fredda, torta alla frutta, torta vegana.

Cosa comprende la pasticceria?

Sai, a quest’ora… la pasticceria… è un mondo, un universo di zucchero e vaniglia. Mi ricorda mia nonna, le sue mani, tutte infarinate, che tiravano la sfoglia per le crostate di mele. Un profumo che ancora sento, forte, anche adesso.

  • Torte, certo. Quelle enormi, con la panna montata a spuma, che facevamo sparire in un attimo, io e i miei fratelli. Ricordo la crema pasticcera, un po’ bruciata, ma buonissima.
  • Pasticcini, quelli mignon, delicati, quasi peccaminosi. Quei bignè, soffici e leggeri, ripieni di crema chantilly. Un boccone, e poi un altro…
  • Biscotti, poi. Quelli al burro, semplici, perfetti con un bicchiere di latte caldo. Oppure, quelli alle mandorle, croccanti, che mi facevano sentire ricco, sai?

Ma è più di questo, capisci? È l’attesa, la gioia di condividere qualcosa di dolce, il calore che ti avvolge quando mangi una fetta di torta con chi ami. Un po’ come un abbraccio, caldo e zuccherino. È strano, ma adesso mi sento un po’ solo. Magari mi faccio una tazza di tè e un biscotto… sì, un biscotto al burro.

  • Cioccolatini, praline, canditi… le piccole gioie, le coccole, i dettagli che rendono la vita un po’ più dolce, anche quando è dura. Come quest’anno, che è stato… complicato. Troppe cose.

Quest’anno ho fatto una torta al cioccolato per il compleanno di mio nipote, una sacher, perfetta, ma lui era più preso dal suo nuovo gioco. Chissà, forse è solo questo, la malinconia della notte. O forse solo fame.

Cosa vende una pasticceria?

Torte! Devono avere le torte, millefoglie, quelle al cioccolato, le adoro. Biscotti… ah, i biscotti al burro, quelli della nonna, la ricetta segreta… ma chi se la ricorda più? E le crostate? Mirtillo, sicuramente. Poi, bignè, eh sì, con la crema pasticcera, quella che preparo io è meglio! Ma che dico? Sono fantastici anche quelli del forno sotto casa. Devo andare a prenderne uno. Ah, e poi? Mousse? Macarons? Ah, gli éclair! Quelli al caffè! E i pasticcini, tutti quei pasticcini… piccoli, colorati, che meraviglia!

  • Torte (millefoglie, cioccolato)
  • Biscotti (al burro)
  • Crostate (mirtillo)
  • Bignè (crema pasticcera)
  • Mousse
  • Macarons
  • Éclair (al caffè)
  • Pasticcini vari

Che confusione, devo riordinare la dispensa! A proposito, oggi ho finito lo zucchero a velo, devo comprarlo. E il cioccolato fondente, per le torte. Mmm, cioccolato… Devo fare una lista della spesa, seriamente. Ma prima… un bignè!

Quali sono i prodotti della pasticceria?

Sai, a quest’ora… la mente vola, e ripenso a tutto quel che si fa in pasticceria. Un casino di cose, in realtà. Un via vai continuo, un profumo dolce che ti avvolge e poi… il silenzio della notte che ti fa pensare a quanto lavoro c’è dietro.

  • Basi per semifreddi: quelle lì, le preparo con cura, ogni ingrediente pesato, come se fosse magia. Ricorda quella volta che ho sbagliato le dosi di panna? Disastro.

  • Prodotti da forno: crostate, biscotti, panettoni… ogni impasto è una storia a sé. Ogni volta imparo qualcosa di nuovo, anche se sembra sempre la stessa cosa. Quest’anno ho provato una nuova ricetta per i biscotti al cioccolato, niente male.

  • Confetture: quelle di mia nonna erano le migliori. Le sue ricette… un segreto che non riuscirò mai a replicare perfettamente. Provo, certo che provo, ma manca sempre quel non so che.

  • Creme e farciture: un mondo di sapori! Quest’anno ho sperimentato una crema al pistacchio… pazzesca!

  • Glasse per torte: quelle lucide, specchianti… belle da vedere, ma anche difficili da gestire. Ricordo quella volta che mi sono sporcato tutto.

  • Aromi e paste aromatizzanti: la vaniglia, il limone, la cannella… ogni profumo mi riporta a ricordi, a persone.

  • Preparati per dessert: un aiuto prezioso, ma niente batte la soddisfazione di un dolce fatto interamente a mano, da zero. Quest’anno, ho preparato un tiramisù… un capolavoro.

Quest’anno ho lavorato di più con le creme al cioccolato fondente e ho venduto un sacco di torte al caffè. Il mio sogno? Aprire una pasticceria tutta mia. Ma per ora, devo ancora imparare. Ancora tanto.

Come si chiama chi lavora in pasticceria?

Ok, allora… come si chiama quello che fa i dolci? Ah, sì, il pasticcere!

  • Pasticcere, ovvio! Ma cosa fa esattamente?

  • Fa i dolci, certo, ma prepara anche gli impasti, li cuoce, li decora. Un lavoraccio, eh!

  • Mi ricordo una volta che ho provato a fare una torta di mele, un casino totale! Forse perché non seguivo bene le ricette? La tecnica, dicono, è fondamentale… Sarà vero?

  • E poi, ma il pasticcere fa solo torte? No, dai, anche i croissant, i bignè… e i pasticcini! Che fame! Mi sa che dopo vado a prendermi una sfogliatella, la mia preferita. Ma il ripieno è ricotta o crema pasticcera? Boh!

Quando la pasticceria diventa arte?

Quando la pasticceria diventa arte? Ma quando, scusa?! Nel 1300-1400, ovvio! Un’esplosione di dolcezza, un’orgia di zucchero, roba da far impallidire persino Willy Wonka! Era come se le fate del bosco avessero deciso di aprire una scuola di pasticceria, e insegnare la magia dello zucchero filato a tutti, persino a mia zia che fa dolci stile “bomba atomica” (e fidati, non è un complimento).

  • Il Libro della Cocina: Un anonimo fiorentino, tipo un ninja delle ricette, scarabocchiava ricette come fossero graffiti su un muro di una gelateria! Sessantina di ricette, eh? Poco! Mia nonna ne conosceva almeno il triplo, e senza ricettario! Parliamo di una vera maestra pasticcera, capace di trasformare le uova in capolavori.

  • Ricettari a go-go: Immaginati un’epoca pre-internet dove i blog di cucina erano dei bei libri manoscritti, roba pregiata, da custodire come le chiavi del tesoro di Capitan Uncino! Erano così importanti che, se li perdevi, piangevi lacrime di cioccolato fondente.

  • L’arte culinaria nasce? Dai, scherziamo?! L’arte culinaria è sempre esistita, soprattutto la parte dolce! Ma in quel periodo ha indossato un abito elegante, si è pettinata con cura e ha iniziato a frequentare i salotti buoni della storia!

Sai, a casa mia, nel 2024, la pasticceria diventa arte quando mia sorella tenta la ricetta della torta Sacher e la brucia: il risultato è un’opera d’arte astratta, decisamente “contemporanea”, e di un colore che definirei “marrone scuro tendente al nero cosmico”. Quella sì che è arte!

Come si chiamano le torte scenografiche?

Ah, le torte scenografiche! Quelle opere d’arte commestibili che sembrano uscite da un sogno (o da un episodio di “Cake Boss”, a seconda del livello di zucchero a velo coinvolto). Chiamarle semplicemente “torte” è come chiamare la Cappella Sistina “un muro dipinto”.

  • Torta artistica: Un nome semplice, efficace, che mette in luce la componente artistica. È come chiamare una Ferrari “macchina veloce”: preciso, ma non rende giustizia alla bellezza della cosa.

  • Cake design: Il termine tecnico, professionale. Suona elegante, ma se lo dici al tuo nonno, lui penserà che ti sei laureato in ingegneria pasticcera. Io, ad esempio, preferisco “torta figa”.

  • Torta da esposizione: Perfetto per chi ama la chiarezza, ma un po’ asettico. Fa venire in mente le mostre di ortofrutta, non proprio l’atmosfera di festa che queste meraviglie dovrebbero evocare. Insomma, manca il gusto, il “wow”!

  • Torta a tema: Se ha una forma particolare, un tema preciso (tipo una torta a forma di Harley Davidson per il compleanno di mio zio Gino, che ne avrebbe una vera se non fosse per la patente ritirata). Una descrizione piuttosto che un nome, però. Non descrive la maestria artigianale.

Sai, ricordo una volta, ero a un matrimonio, e la torta era un capolavoro, una vera scultura di pan di Spagna e panna montata, ma la mia cugina, che di arte culinaria capisce quanto io capisco di fisica quantistica, l’ha definita semplicemente “quella grande e bella”. La semplicità è bella, ma a volte serve una parola più altisonante!

Aggiunte: Il cake design è un settore in continua espansione, con competizioni internazionali e corsi professionali di alta specializzazione. La scelta del nome, dunque, dipende dal contesto. A casa di mia nonna, “torta buona” funziona benissimo.

#Dessert #Dolci #Torte