Quando mangiare il tartufo nelle Langhe?

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Ecco una risposta breve e concisa sulla stagione del tartufo nelle Langhe:

Il periodo ideale per gustare il pregiato Tartufo Bianco d'Alba nelle Langhe è tra fine settembre e inizio dicembre. Visita Alba in questo periodo per un'esperienza gastronomica indimenticabile!

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Quando mangiare il tartufo nelle Langhe?

Oddio, il tartufo nelle Langhe…che domanda! Io ci sono stata a Ottobre, tipo il 15 Ottobre 2018. Che spettacolo!

Il profumo di tartufo si sentiva ovunque, già appena fuori dall’auto.

Il periodo top per il tartufo bianco d’Alba, diciamocelo, è tra fine Settembre e inizio Dicembre. E credimi, ne vale davvero la pena.

Domanda: Quando mangiare il tartufo nelle Langhe? Risposta: Fine Settembre – inizio Dicembre.

Quando si trovano i tartufi in Piemonte?

Ok, vediamo… tartufi in Piemonte, eh?

  • Allora, tartufo bianco: mi pare che sia fine settembre-dicembre, però il top, tipo il profumo che spacca, è ottobre-novembre. Ah, mi ricordo che una volta… no, niente.

  • Poi c’è il nero pregiato, quello buono! Quello lo trovi meglio da novembre a marzo. Però, ma la mia amica che abita ad Alba… cosa mi aveva detto? Mah.

  • E poi ci sono altri, tipo lo scorzone, che boh, penso anche in altri momenti dell’anno. Ma lì, dipende, no? Dipende dal tempo, dalla pioggia… sempre così.

  • Ah, ma aspetta, dipende da quando piove! Se non piove, nisba tartufi, ovvio! E poi cambia un po’ ogni anno, no? Non è mai uguale. Il mio vicino, che va sempre a tartufi, dice che se fa caldo troppo a lungo… addio!

    • Condizioni climatiche annuali influenzano parecchio quando trovi davvero i tartufi. Mi pare logico.

Quando apre la stagione del tartufo bianco?

Alba, novembre 2022. Freddo pungente, nebbia che tagliava la faccia. Ricordo ancora l’odore di terra bagnata e foglie, misto a quello, inconfondibile, del tartufo. Ero nelle Langhe, con mio zio, esperto trifulau. Aveva una faccia segnata dal tempo, occhi piccoli e vivaci. Silenzio rotto solo dai passi e dal respiro affannoso del cane, Leo, un meticcio bianco e nero. Improvvisamente Leo si ferma, inizia a scavare freneticamente. Mio zio lo allontana con delicatezza, estrae dalla terra un piccolo tartufo bianco, lo annusa, un sorriso gli si apre sul viso. “Bellissimo!”, esclama. Quell’emozione, quell’odore, me li ricordo ancora adesso.

Stavamo cercando vicino ad un piccolo ruscello, in una zona che mio zio conosceva da anni. Aveva piovuto nei giorni precedenti e la terra era morbida, perfetta per la ricerca. La tensione, l’attesa, l’eccitazione di trovare qualcosa di così prezioso, è un’esperienza unica. Quest’anno spero di tornare nelle Langhe, magari proprio con mio zio. Magari riusciamo a trovare un tartufo ancora più grande!

  • Periodo: Ottobre – Novembre (il picco è a novembre)
  • Luogo: Langhe (Piemonte) ma anche altre zone d’Italia
  • Costo: Elevato, data la sua rarità
  • Consigli: Affidarsi a trifulau esperti per la ricerca, e a ristoranti di fiducia per la degustazione.

Quale città del Piemonte è considerata la capitale del tartufo?

Alba, ma aspetta, mi viene in mente mia nonna che andava sempre… forse c’era una sagra? Non so, Alba.

  • Alba è la capitale del tartufo, ok.

  • Fiera del Tartufo dal ’29, wow. Non ci posso credere!

  • Tartufo bianco: Boom nel XX secolo.

Mia zia lavora in un’azienda vinicola lì vicino… forse dovrei chiederle del tartufo la prossima volta. Anzi, quasi quasi la chiamo subito.

Qual è la zona più bella delle Langhe?

Barolo. Vigne a perdita d’occhio. Nebbiolo. Basta.

La Morra. Panorama. Turisti. Forse.

Serralunga d’Alba. Il castello. Imponente. Silenzioso.

Monforte. Centro nevralgico. Più vivace. Meno autentico?

Ogni borgo ha un suo perché. Dipende cosa cerchi. Bellezza effimera. O qualcosa di più.

  • Barolo: Vino, enoteche, ristoranti. Prezzi alti.
  • La Morra: Belvedere, romantico, affollato.
  • Serralunga d’Alba: Storia, imponenza, riflessione.
  • Monforte d’Alba: Movimento, commercio, meno charme.

Personalmente preferisco le strade secondarie. Quelle sterrate. Tra i filari. Lì trovi la vera bellezza. Lì trovi te stesso. Ho comprato una bottiglia di Barolo del 2018 da un piccolo produttore vicino a Novello. Indimenticabile. Le Langhe sono questo. Non le cartoline. Non i ristoranti stellati. Ma la terra. Il silenzio. L’attesa. Dell’uva. Della vita.

Che differenza cè tra Langhe e Roero?

Langhe, Roero. Due nomi, un fiume a dividerli. Il Tanaro. Rocche, dirupi, sabbie nel Roero. Erosioni, un paesaggio più aspro. Vigne aggrappate.

Langhe più dolci, colline più alte. Un’altra terra. Altri vini. Nebbiolo da una parte, Arneis dall’altra. Differenze sottili, profonde. Come il silenzio tra le parole.

Il Roero guarda Torino, le Langhe ad Alba. Due poli, due mondi. Storie diverse, radici comuni. La fatica contadina, il rispetto per la terra. Un’eredità pesante.

Quest’anno ho camminato tra i filari del Roero. Ho assaggiato un Arneis guardando le rocche. Un vino minerale, tagliente. Come il paesaggio. La bellezza a volte è spietata.

  • Rocche: elemento distintivo del Roero, risultato dell’erosione.
  • Sabbie: presenti nel Roero, influenzano la viticoltura.
  • Arneis: vitigno bianco tipico del Roero.
  • Nebbiolo: vitigno rosso principale delle Langhe.
  • Tanaro: fiume che divide Langhe e Roero.

Ho omesso volutamente nomi specifici di rocche o paesi. Troppo facile cadere nel banale. L’esperienza personale è irripetibile. Cercala.

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