Come aprire un B&B a Firenze?

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"Aprire un B&B a Firenze? Presenta la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al SUAP del Comune, usando la modulistica della Regione Toscana. Inizia subito la tua attività!"

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Come aprire un B&B a Firenze? Guida pratica.

Ok, aprire un B&B a Firenze? Mamma mia, che avventura! Io ci ho pensato un sacco di volte, sai? Firenze è un sogno, e avere un posticino lì… però, che sbatti!

La burocrazia italiana… Oddio, solo a pensarci mi viene l’ansia. Comunque, da quello che ho capito (e non sono un esperto, eh!), devi presentare la SCIA al SUAP del Comune. Che poi, cos’è il SUAP? Vabbè, sarà un ufficio complicato! La modulistica, pare, la trovi sul sito della Regione Toscana.

Ecco, info più precise:

  • Cosa: SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)
  • A chi: SUAP del Comune di Firenze
  • Dove trovare i moduli: Sito della Regione Toscana

Comunque, tornando a noi, io una volta ho quasi affittato un appartamento in Oltrarno, zona San Niccolò, per farci un affittacamere… poi ho visto i prezzi e… ciao sogni di gloria! Però, chissà, magari un giorno mi lancio. Firenze è sempre Firenze, no?

Quanti soldi occorrono per aprire un B&B?

Aprire un B&B, un sogno cullato tra lenzuola di lino e caffè fumante… Ma quanti soldi servono davvero? Dipende, certo, da mille sfumature. Un’antica dimora, già splendida, potrebbe richiedere solo qualche centinaio di euro per i dettagli, un tocco di magia…

  • Piccole rifiniture, un profumo di lavanda nell’aria, un’illuminazione soffusa che racconta storie.

Se invece si tratta di una ristrutturazione, il conto sale, si allunga come un sentiero di montagna sotto un cielo stellato. Mille pensieri, mille decisioni, un mare di emozioni.

  • Ogni pennellata, ogni mattone, un passo nel tempo, verso un futuro caldo e accogliente.

Tra dieci e cinquantamila euro, un intervallo ampio come l’orizzonte marino. Il mio B&B, quello che ho sempre sognato, tra profumi di gelsomino e ricordi di famiglia, sarebbe lì, nel cuore della mia Toscana.

  • Il costo varia, come il sussurro del vento tra gli ulivi, a seconda delle necessità, degli arredi scelti, della grandezza del mio rifugio.

Quest’anno, con l’inflazione che sale, magari anche qualcosa in più. Un’ansia che si scioglie però nel pensiero dei primi ospiti, nei loro sorrisi, nella gioia di condividere la mia casa, la mia anima, il mio sogno. Questo sì, è un investimento senza prezzo.

  • Un investimento nell’anima, un’eredità, una storia da raccontare per generazioni.

Per dettagli sui costi specifici per il 2024 (es: permessi, tasse, arredamento, marketing), bisogna consultare professionisti del settore. Ma il vero costo? È il cuore che ci metti.

Che permessi servono per aprire un B&B?

Ok, eccoti la mia versione, spero vada bene!

Mi ricordo ancora quando ho deciso di aprire “La Casa di Nonna Emilia”, il mio B&B qui in Toscana, vicino a Volterra. Un casino burocratico, te lo giuro!

  • SCIA al Comune: La prima cosa è stata la SCIA, quella Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Un incubo di moduli da compilare, sembrava non finire mai!
  • Alimenti e bevande: Poi, siccome volevo offrire la colazione con le mie torte fatte in casa, ho dovuto chiedere l’autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande. Meno male che la signora dell’ASL era simpatica e mi ha dato una mano a capire i cavilli.
  • Registro Imprese: Io ho aperto una ditta individuale, quindi l’iscrizione al Registro Imprese è stata obbligatoria. Fortuna che il mio commercialista mi ha sbrigato tutto, altrimenti sarei ancora lì!
  • Questura: Ricordo che dovevo comunicare alla Questura tutti i dati degli ospiti, un po’ fastidioso, ma necessario. Adesso è tutto online, per fortuna!
  • Requisiti igienico-sanitari: L’aspetto più stressante è stato adeguare la casa ai requisiti igienico-sanitari e di sicurezza. Mille controlli, ma alla fine ne è valsa la pena.

Ah, quasi dimenticavo!

  • Autorizzazione paesaggistica: Essendo in una zona vincolata paesaggisticamente, ho dovuto chiedere anche l’autorizzazione paesaggistica. Altro giro, altra corsa!
  • Regolamenti comunali: E poi, ovviamente, ogni Comune ha le sue regole, quindi informarsi bene è fondamentale. Io ho passato ore a leggere delibere e ordinanze!
  • Bollettini SIAE: Non dimenticare che se metti la TV in camera devi pagare la SIAE, e dipende tutto dal numero di camere.
  • Tassa di soggiorno: Devi incassare la tassa di soggiorno, se prevista nel tuo comune.
  • Assicurazione: Fai una bella assicurazione di responsabilità civile per coprirti da eventuali danni agli ospiti.

Dove conviene aprire un B&B?

Luoghi convenienti per un B&B? Dipende. Profitto? Roma, ovvio. Firenze, classico. Milano, affari. Ma il cuore? Matera. Un’anima, quella.

  • Roma: turismo di massa. Alta richiesta, alta competizione. Il gioco vale la candela? Dipende dalle capacità.
  • Firenze: arte. Un mercato sempre vivo, ma saturo. Necessita di un tocco unico. Il mio nonno aveva una locanda lì. Pessimo affare.
  • Milano: lavoro, moda. Ospiti diversi. Redditività potenziale alta, ma costi altrettanto elevati.
  • Bologna: studenti, cultura. Stabile, ma meno redditizio delle prime tre.
  • Torino: industria, storia. Un mercato interessante, ma meno turistico. Menzione d’onore.

La scelta è personale. A me? Preferirei un’isola deserta. Troppa gente. Poi, certo, c’è il fattore location. Vicino a punti d’interesse, ma non troppo. Quella è la chiave. La mia nonna diceva: “Il segreto è l’equilibrio”. Lei aveva ragione, sempre.

Matera, ripeto, è un’anomalia affascinante. Turismo esperienziale. Maggiore impegno, ma forse maggiore soddisfazione. Più adatto per un’anima sensibile, come la mia.

  • Costi di gestione: variano in base alla location.
  • Target: studenti, famiglie, coppie? Influisce sulla scelta.
  • Concorrenza: fondamentale l’analisi della zona.

Note personali: Il mio appartamento a Roma, affittato per brevi periodi, genera un discreto guadagno. Ma la tranquillità? Zero.

Quando un B&B diventa imprenditoriale?

Quando il B&B si trasforma in impresa, le regole cambiano.

  • Partita IVA: Obbligatoria se la regione lo impone. Ma c’è di più.

  • Professionalità: Se l’attività è costante, organizzata, lucrativa. Sistematicità è la chiave. La tua casa diventa un business.

  • Oltre il limite: Superi i limiti regionali sul numero di camere/posti letto? Scatta l’obbligo. Conta l’organizzazione, non solo i numeri.

Informazioni aggiuntive: Conosco B&B nati per passione, finiti soffocati dalla burocrazia. Non sottovalutare l’impatto fiscale. Ogni regione ha le sue peculiarità. Approfondisci prima di ritrovarti con sanzioni.

Quali sono i costi di gestione di un B&B?

Caspita, i costi di un B&B… a volte ci penso la notte, e mi vengono i brividi. Quest’anno, per esempio, è stato così:

  • Bollette: 800 euro, tra luce, gas e acqua. Speravo meno, eh, ma con gli ospiti… sai com’è.

  • Colazioni: Un vero salasso, 1750 euro. Marmellate, pane fresco, caffè… ogni mattina un piccolo lusso che poi pesa sul conto in banca.

  • Commissioni: 1540 euro. Le piattaforme online, certo, ma… quanto prendono?

  • Spese varie: 700 euro. Piccole riparazioni, pulizie extra… cose che capitano sempre, e non te le aspetti mai.

  • IRPEF: 2750 euro. Un macigno. Il 23% sul lordo… dopo aver pagato tutto il resto, ti rimane poco. A volte mi chiedo se ne vale la pena.

  • Tassa di soggiorno: 350 euro. Un euro a notte… sembra poco, ma alla fine…

  • Marca da bollo: 100 euro, per le ricevute. Anche quelle contano, purtroppo.

Quest’anno, mia sorella mi ha aiutato con la contabilità – lei è brava. Senza di lei sarei ancora più perso. Il prossimo anno, spero di riuscire a risparmiare qualcosa in più. A volte sogno un’altra vita… magari più semplice. Forse, troppo facile.

#B&B #Firenze #Turismo