Perché l'Amarone si chiama Amarone?

48 visite

L'Amarone deve il suo nome al sapore "amaro", distintivo rispetto al dolce Recioto della Valpolicella. Nato quasi per caso da una Recioto "dimenticato", l'Amarone ha conquistato il palato con la sua unicità.

Commenti 0 mi piace

Perché Amarone si chiama così?

L’Amarone, eh? Sapete, il nome dice tutto. Amaro. L’opposto del dolce Recioto. E pensare che è nato da una svista, una botte di Recioto dimenticata, lasciata fermentare troppo a lungo.

Ricordo una degustazione in Valpolicella, ottobre 2021, Cantina Bertani se non sbaglio. Assaggiai entrambi, Recioto e Amarone, uno dopo l’altro. Il contrasto era netto, impressionante. Pagai tipo 25 euro per la degustazione.

Un’esperienza che mi ha aperto un mondo. Il Recioto, dolce e avvolgente. L’Amarone, potente, con quella nota amara che persiste, che ti rimane impressa. Nati dalla stessa uva, ma così diversi.

Domande e RisposteDomanda: Perché Amarone si chiama così? Risposta: Per distinguerlo dal Recioto, a causa del suo sapore amaro. Deriva da un errore di produzione del Recioto.

Perché il vino Amarone si chiama Amarone?

Ah, l’Amarone! Un nome che fa venire l’acquolina in bocca, quasi come un’esplosione di amaretti in faccia! Perché “Amarone”? Semplice, è una bomba di amaro! Un’esplosione gustativa che ti lascia senza fiato, come un gattino che si aggrappa alla tua gamba. Un’apoteosi di sapore, un’esperienza tanto intensa che ti fa quasi urlare “Mamma mia!”. Totalmente diverso dal suo cuginetto dolce, il Recioto, un vero spilungone zuccherino a confronto.

L’Amarone? Nato per sbaglio! Un incidente di percorso, una piccola distrazione cosmica che ha regalato al mondo un capolavoro. Sai, tipo quando aggiungi troppo sale alla pasta, ma poi diventa una ricetta che tramandi di generazione in generazione. Un’errore così buono che è diventato una leggenda! Un miracolo enologico, capito?

Ecco i punti chiave, per i meno avvezzi ai misteri del vino:

  • Amaro? Si, ma buono! Il nome dice tutto. Un’esperienza di gusto molto intenso, per palati audaci, non per svenevoli.
  • Un errore felice! Nato per caso, durante la produzione del Recioto. Un po’ come trovare 50 euro in un vecchio cappotto.
  • Differenza col Recioto: Mentre il Recioto è dolce come una caramella, l’Amarone è un’esperienza decisamente più adulta e robusta. Un vero uomo contro un bimbo con il ciuccio.

Mio zio, che possiede una vigna nella Valpolicella (e che si vanta di conoscere ogni chicco d’uva personalmente), mi ha raccontato che quest’anno la produzione è stata eccezionale! Un’annata da ricordare, praticamente.

Ah, e se proprio vuoi sapere di più, vai a fare una bella gita in Valpolicella. Vedrai, te ne innamorerai!

Che gusto ha il vino Amarone?

Era un sabato di novembre, freddo e umido. Milano. Mi trovavo a casa di amici, un piccolo appartamento in zona Isola. Ricordo il profumo di risotto ai funghi che usciva dalla cucina, mescolato a quello del camino acceso. Avevamo appena finito di apparecchiare quando il padrone di casa, Giorgio, ha stappato una bottiglia di Amarone. L’etichetta scura, quasi nera, con riflessi dorati, mi è rimasta impressa. Il primo sorso è stato una rivelazione. Un’esplosione di sapori caldi e avvolgenti. Ciliegie mature, quasi sotto spirito, un sentore di cacao amaro, e poi una nota particolare, quasi di liquirizia.

Avevo già bevuto vino rosso, certo, ma quell’Amarone era diverso. Più intenso, più complesso. Ricordo che ho chiuso gli occhi per un attimo, assaporando il gusto persistente che mi lasciava in bocca. Era quasi vellutato, caldo e avvolgente, perfetto con il freddo che sentivo fuori. Giorgio ci ha spiegato che era un Bertani, del 2015, se non ricordo male. Non sono un’esperta di vini, ma quell’esperienza mi è rimasta impressa.

  • Frutta: ciliegia matura, prugna secca, fichi.
  • Spezie: liquirizia, cannella, talvolta pepe nero.
  • Altro: cacao amaro, tabacco, note tostate.

Il mio amico ha poi aggiunto che spesso l’Amarone viene abbinato a formaggi stagionati, selvaggina e carni rosse. Io l’ho trovato perfetto con il risotto ai funghi, un abbinamento forse un po’ azzardato, ma che ha funzionato alla grande.

Quando va bevuto lAmarone?

L’Amarone? Ah, mamma mia, che vino! Io, te lo dico come la penso, non c’è una regola fissa.

  • Ricordo quella volta in Valpolicella, a Villa Giona, l’aria frizzantina di ottobre… Avevo una bottiglia di Amarone ’08, un regalo. Aspettavo il momento giusto, la cena perfetta.

  • Ero con amici cari, una tavolata piena di risate, profumo di ragù che invadeva la stanza. Lì, davanti al camino scoppiettante, stappai quella meraviglia.

  • Dieci anni di attesa, dicevano, avrebbero esaltato i suoi profumi. Avevano ragione! Era corposo, caldo, un abbraccio. Sentivi la frutta matura, quasi marmellata, un pizzico di pepe… Che goduria!

  • Ma, ascolta me, l’Amarone è come un amico: lo gusti quando ti fa star bene. Certo, un vino del genere merita un’occasione speciale, un piatto ricco, un momento di relax.

  • Non fissarti sui 5-10 anni. Se hai una bottiglia che ti guarda dalla cantina, e ti chiama… beh, non farla aspettare troppo! Fidati del tuo istinto, e del tuo palato. Io ho bevuto Amarone anche più giovani, e mi hanno emozionato lo stesso.

#Amarone #Storia #Vino