Che vitigno è il Ripasso?
Il Valpolicella Ripasso DOC è composto principalmente da Corvina (45-95%), con una quota di Corvinone non superiore al 50%. La Rondinella contribuisce tra il 5 e il 30%. Fino al 25% possono essere aggiunti altri vitigni a bacca rossa autorizzati nella provincia di Verona, completando la composizione.
Il Ripasso: Un vino, una tecnica, un’identità veronese
Il Valpolicella Ripasso DOC, spesso definito “baby Amarone”, è un vino rosso veneto che si distingue per la sua complessità aromatica e la sua struttura robusta. Ma cosa lo rende così unico? La risposta risiede non solo nei vitigni utilizzati, ma soprattutto nella particolare tecnica di produzione da cui deriva il suo stesso nome. “Ripasso”, infatti, significa letteralmente “ripassare” e indica il processo di rifermentazione sulle vinacce dell’Amarone o del Recioto. Questo contatto con le bucce ancora ricche di zuccheri, polifenoli e aromi, dona al vino una maggiore struttura, un’intensificazione del colore e un bouquet più complesso e ricco di sfumature.
Per quanto riguarda i vitigni che compongono il Ripasso, il disciplinare della DOC prevede una prevalenza di Corvina (45-95%), vitigno autoctono veronese che conferisce al vino struttura, acidità e note di ciliegia. Accanto alla Corvina troviamo il Corvinone (fino al 50%, ma non superiore alla percentuale di Corvina), spesso confuso con la Corvina stessa, ma che si distingue per acini più grandi e un apporto di tannini più morbidi. Completa il trio di vitigni principali la Rondinella (5-30%), che contribuisce con la sua spiccata aromaticità floreale e speziata, aggiungendo un tocco di freschezza.
Il disciplinare concede inoltre la possibilità di utilizzare altri vitigni a bacca rossa autorizzati nella provincia di Verona fino ad un massimo del 25%. Questa flessibilità permette ai produttori di personalizzare il proprio Ripasso, introducendo nuances aromatiche e strutturali diverse a seconda delle varietà scelte e del terroir. Tra i vitigni complementari più utilizzati troviamo la Molinara, la Croatina e l’Oseleta, ognuno con il suo contributo specifico al profilo organolettico finale.
È importante sottolineare che, sebbene la tecnica del ripasso sia l’elemento distintivo di questo vino, la scelta dei vitigni e la loro proporzione giocano un ruolo fondamentale nel determinarne la qualità e l’identità. La sapiente combinazione di Corvina, Corvinone, Rondinella e altri vitigni autoctoni, unita alla maestria dei produttori veronesi, dà vita ad un vino di grande personalità, espressione autentica del territorio e della sua tradizione vitivinicola. Il Ripasso, dunque, non è semplicemente un “baby Amarone”, ma un vino con una propria identità, un carattere deciso e una complessità che lo rendono un’esperienza sensoriale unica.
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