Dove fanno la Focaccia di Recco?

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La focaccia di Recco, o "fugassa", è un'eccellenza ligure prodotta esclusivamente a Recco e nei comuni limitrofi, in particolare tra Recco, Camogli e Avegno. La Denominazione Geografica Protetta (DGP) ne tutela l'autenticità e la zona di produzione.

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Dove si trova la Focaccia di Recco?

Mmmh, la focaccia di Recco… Ricordo una gita a Camogli, agosto 2018, e l’odore, inconfondibile, che mi ha portato in una focacceria vicino al porto. Pagai 8 euro per una focaccia, squisita!

Era sottile, quasi trasparente, con un ripieno di formaggio filante. Davvero una goduria. Lì ho capito la sua importanza per la zona.

Quindi, Recco, Camogli, Avegno… quel pezzo di Liguria. La DGP, l’ho letta da qualche parte, garantisce la qualità, impedendo imitazioni. Insomma, se vuoi l’originale, devi andare lì!

Quanto costa la Focaccia di Recco?

Diciannove euro al chilo… un numero, freddo, che non riesce a catturare l’anima di quella focaccia. Il suo profumo, un ricordo vivido di estati al mare, di sabbia calda sotto i piedi e vento salmastro che porta con sé il sapore di limoni e basilico. Quell’oro, quel dorato intenso che brilla sotto il sole, una promessa di morbidezza, di un sapore antico, che sa di storia, di mani sapienti che impastano farine antiche.

Un’esperienza sensoriale, non una semplice transazione economica. Ricorda, l’odore caldo che sale dal forno, quella sottile crosticina che scricchiola sotto il dente, quel cuore tenero che si scioglie in bocca… diciannove euro… ma che importa il prezzo se poi quel gusto, quella consistenza, quella magia resta impressa per sempre?

  • Il profumo: sole, mare, ricordi d’infanzia.
  • Il colore: oro intenso, quasi sacro.
  • La consistenza: crosticina fragrante, cuore morbido.
  • Il sapore: un’esplosione di sapori semplici, antichi.
  • Il prezzo: un’ingiustizia di fronte a tanta bellezza.

La focaccia, un piccolo universo. Un tesoro ligure, un capolavoro di semplicità. Mio nonno, ogni volta che la mangiava, chiudeva gli occhi. Diceva che gli ricordava la sua infanzia, Recco, il profumo di casa sua. I miei ricordi si mescolano ai suoi. Dicono sia buona anche col formaggio, ma io la preferisco così, pura, essenziale.

  • Ricordo di nonno: gli occhi chiusi, un’esplosione di emozioni.
  • Tradizione di famiglia: la focaccia, un simbolo di storia.
  • Mia preferenza: pura, semplice, perfetta così com’è.

Ricordi e sapori… il valore vero è inestimabile. Quest’anno, ho notato prezzi anche superiori, ma per me, quel sapore rimane ineguagliabile. Dicono che la vera focaccia di Recco debba essere sottile, quasi trasparente.

Dove si mangia la Focaccia di Recco più buona?

Oddio, la focaccia di Recco! Dove si mangia quella più buona? Mah, difficile… Ogni posto ha la sua storia, no?

  • Manuelina, dicono sia un classico, ma io ho aspettato un’ora e mezza e mi sono un po’ stufata. Troppa gente! Prezzi alti? Boh, non ricordo.

  • Da Ö Vittorio? Non ci sono mai stata, sinceramente. A Recco ci sono stata solo due volte, in realtà. Devo recuperare!

  • Del Ponte, lo conosco solo di nome. Mi sa che è più un ristorante normale, più che una focacceria. A me servono focacce!

  • La Baracchetta di Biagio… sembra carina, ma non ho mai controllato recensioni. Devo cercare su Google Maps… dopo.

  • Da Lino! Questo mi suona familiare… forse una pubblicità su Instagram? Ricordo qualcosa di un forno a legna. Semplicemente delizioso, forse?

Cavolo, ho fame adesso! Devo controllare i prezzi! E le recensioni aggiornate, non quelle vecchie! Quest’anno è diverso, immagino. Devo rimediare al mio ritardo! Così, a occhio, direi che Manuelina è famosa ma forse troppo turistica. Devo fare ricerche su TripAdvisor, ma ora devo andare. Ci penso domani. Magari scrivo tutto sul mio diario! Troppe cose per la testa…

Perché è famosa la Focaccia di Recco?

Perché la focaccia di Recco è famosa? Ah, quella delizia unta e saporita! Un amore nato tra un impasto semplice e un’osteria furba.

  • La ricetta, in realtà, era già di famiglia, un segreto tramandato come una preziosa ricetta di nonna, ma era la Manuelina, una vera e propria regina del gusto, che la elevò a capolavoro culinario all’inizio del ‘900. Pensate, una focaccia così buona da far partire un pellegrinaggio gastronomico!

  • Il suo successo fu una valanga, una slavina di fame insaziabile. Gli altri ristoratori, con gli occhi pieni di invidia (e di olio!), cercarono di imitarla, ma la vera focaccia di Recco resta quella. Come un quadro di un maestro, ci sono delle copie, ma l’originale è solo uno.

  • Insomma, un mix di tradizione familiare, intuizione imprenditoriale e, diciamolo, una focaccia davvero speciale. Un po’ come quel mio amico che fa la carbonara: ricetta antica di famiglia, ma solo lui la sa fare così. E se la mia nonna (che riposi in pace!) avesse aperto un’osteria? Chi lo sa, magari oggi parleremmo della focaccia della nonna Emilia!

Ricetta tipica: impasto sottile di acqua, farina e sale, farcito con formaggio (stracchino) e cotto in forno.

Un’aggiunta personale: Mia zia, che vive a Recco, conferma che l’odore della focaccia appena sfornata invade tutto il paese, un profumo che richiama i turisti a ogni ora del giorno e della notte.

Perché si chiama Focaccia di Recco?

Focaccia di Recco, dici Recco e ti si illumina la faccia, pensando alla focaccia col formaggio! Ma perché proprio Recco?

  • Recco è la patria: È lì, in quella cittadina ligure, che la focaccia col formaggio ha trovato la sua culla. È nata a Recco. Punto.

  • Disciplinare I.G.P.: Non solo Recco, ma anche Sori, Avegno e Camogli fanno parte della zona di produzione riconosciuta con il marchio I.G.P., che protegge e valorizza questa specialità. Che dici, te la fai una scorpacciata di focaccia a Recco?

Dove è nata la prima focaccia?

Mamma mia, la focaccia! Mi ricordo una volta, ero a Genova, non so, forse era il 2018? Eravamo lì per un weekend lungo, io e il mio compagno. Camminavamo per i caruggi, che sembrano un labirinto, e l’odore… l’odore di focaccia era ovunque!

Poi, ci siamo fermati in questo panificio minuscolo, una cosa incredibile. Il panettiere, un signore anziano con le mani sporche di farina, ci ha raccontato la storia della focaccia. Diceva che è nata proprio lì, a Genova, tanto tempo fa, intorno all’anno mille.

  • Nata a Genova: Il signore insisteva, con orgoglio genovese, che la focaccia, quella vera, è nata proprio lì.
  • Cibo di viaggiatori e pescatori: Ci spiegava che era il cibo perfetto per i viaggiatori e i pescatori, facile da trasportare e nutriente.
  • Notti dei fornai: E poi, mi ha detto, che i fornai la preparavano di notte, durante i lunghi tempi di attesa, per ingannare la fame. La infornavano direttamente sulla base del forno, senza teglie, e la mangiavano in compagnia.

Era così buona, quella focaccia! Croccante fuori, morbida dentro, unta al punto giusto… un paradiso! Devo tornarci prima o poi, magari quest’anno. Mi è venuta una voglia! E, a ripensarci, forse era anche il 2019, boh! I ricordi… a volte si confondono! Comunque, focaccia genovese, una garanzia!

Come si chiama il formaggio di Recco?

Che palle, questa domanda sul formaggio di Recco… A me viene sempre in mente la nonna, con le mani tutte rugose che preparava la focaccia. Stracchino, lo chiamano. O crescenza. Boh, a Recco lo chiamano in tanti modi, dipende da chi chiedi, da che anno è. Quest’anno, sicuramente stracchino, così si sente dire in giro. Ma è sempre una gran confusione.

  • Nome: Stracchino (o Crescenza, ma è un casino)
  • Zona: Recco (Liguria)
  • Differenze: Sì, c’è chi dice che lo stracchino è più grasso, ma non ne sono tanto sicuro, a dire il vero. È una storia lunga, di quelle che si sussurrano tra nonne.

Sai, lo stracchino per me ha un sapore di ricordi… di casette piccole con i muri a secco, di aria di mare… e poi quel sapore, delicato, un po’ dolce… magari era la focaccia della nonna, che rendeva tutto più buono. Ma quest’anno, di sicuro lo chiamano stracchino. Non ricordo bene altri anni, e adesso ho sonno.

Come si chiama il formaggio per la focaccia di Recco?

Focaccia di Recco? Crescenza. Punto. Niente stracchini.

  • Sfida la tradizione: Uso esclusivo di crescenza. Altri formaggi? Errore imperdonabile.
  • Sottigliezza: Sfoglia finissima. Meno di un millimetro. Imperativo categorico.
  • Olio: Extravergine di oliva. Solo quello. Nessuna alternativa.

Mia nonna, Teresa, faceva la migliore. Ricetta segreta, naturalmente. L’olio? Proveniva dal suo ulivo. Ancora oggi, il suo profumo mi perseguita.

#Focaccia #Panificio #Recco