In che città è nato l'arancino?

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"L'arancino, prelibatezza siciliana, nasce a Palermo nella sua forma sferica. La variante conica è invece tipica del catanese. Si ipotizza che un antenato, un timballo di riso allo zafferano, esistesse già nel X secolo durante l'Emirato di Sicilia."

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Dovè nato larancino?

Uffa, l’arancino… ma quanto è buono?

Allora, da quello che so io, l’arancino tondo, quello vero diciamocelo, è nato a Palermo. Punto. Non ci sono santi.

Poi, i catanesi si sono inventati la forma a cono, ma… boh, non so, per me è un’altra cosa. L’arancino è tondo! (Sì, sono di parte, lo ammetto).

Comunque, ho letto da qualche parte, forse su un libro di cucina siciliana di mia nonna (che purtroppo non ho più sottomano, sigh), che sembra che ci fosse già una specie di “antenato” dell’arancino nel periodo in cui la Sicilia era sotto il dominio degli arabi, tipo nel X secolo. Un timballo di riso allo zafferano, pare. Chissà se era buono come quello di oggi…

Domanda: Dov’è nato l’arancino?

Risposta: La versione sferica dell’arancino è nata a Palermo. La forma conica è tipica di Catania. Alcuni studi ipotizzano un antenato comune nel X secolo, un timballo di riso allo zafferano durante l’emirato islamico di Sicilia.

Dove è stato inventato larancino?

Arancino. Sicilia. Palermo. Medioevo. Radici contadine. A quei tempi, si friggeva per conservare. Lo zafferano, ingrediente distintivo, omaggio agli arabi. Poi, il riso. Coltivato in Sicilia già dal XIII secolo. Una prelibatezza per la corte di Federico II.

  • Origine: Sicilia, Palermo.
  • Periodo: Medioevo.
  • Motivazione: Conservazione del cibo.
  • Influenza: Araba (zafferano).
  • Ingrediente principale: Riso (introdotto nel XIII secolo).
  • Legame storico: Federico II.

Personalmente, preferisco quello al ragù. Ricetta di famiglia, tramandata da mia nonna. Segreto? Un pizzico di cannella nel sugo.

Dove arancino e dove arancina?

Arancina. Palermo. Femminile. Punta. Riso, ragù, piselli, caciocavallo. Forma definita. Quasi una sfera perfetta.

Arancino. Catania. Maschile. Cono. Riso, ragù, piselli, mozzarella. Forma allungata. Evoca l’Etna.

Due nomi. Due forme. Due città. Stessa radice, diverse interpretazioni. La lingua, come la vita, si adatta. Si evolve. Si frammenta.

  • Palermo: Arancina. Rotonda. Simbolo di abbondanza, completezza.
  • Catania: Arancino. A punta. Ricorda la forma del vulcano.

Inutile cercare una verità assoluta. Esistono solo sfumature. Interpretazioni. Gusti personali. Il mio? Arancina, ovviamente. Cresciuto all’ombra della Cattedrale. Ma il cibo, come le parole, è solo un mezzo. Non il fine. Un pretesto per alimentare divisioni. O forse, solo per parlare del nulla. E a volte, il nulla basta.

Aggiungo: la differenza non è solo nel nome e nella forma. Anche il ripieno varia. A Catania, spesso, trovi la mozzarella al posto del caciocavallo. Dettagli. Ma i dettagli, si sa, sono tutto. Specialmente per i siciliani. Come me.

Che differenza cè tra larancino e larancina?

La distinzione tra arancino e arancina è puramente nominale e regionale, non sostanziale. A Palermo e in Sicilia occidentale, prevale la forma femminile arancina, una denominazione che richiama la forma sferica, simile appunto ad un’arancia. Questo, a mio parere, è un bell’esempio di come la lingua rifletta la cultura e la percezione sensoriale. Mi fa pensare a come le parole, a volte, siano più poesia che pura descrizione.

Arancino invece, forma maschile, domina a Catania e nella Sicilia orientale. Curiosamente, questa differenza non si riflette nella ricetta, che varia, sì, ma più per tradizioni familiari che per una linea di demarcazione regionale netta. Infatti, io stessa, crescendo a Messina, ho visto entrambe le forme usate indistintamente in famiglia.

In sintesi:

  • Sicilia occidentale (Palermo): Arancina (forma sferica).
  • Sicilia orientale (Catania): Arancino (forma più allungata, a volte conica).

È una questione, diciamo così, di local color, un dettaglio linguistico che arricchisce il panorama gastronomico siciliano. Un po’ come accade con il dialetto, no? Cambia da paese a paese, ma il cuore della questione rimane sempre lo stesso.

Nota aggiuntiva: La forma dell’arancino/arancina può influenzare leggermente la preparazione. L’arancina palermitana, essendo più rotonda, può necessitare di una cottura più attenta per evitare che il ripieno rimanga crudo al centro. Questa mia osservazione, però, deriva da esperienze personali in cucina e non da studi scientifici approfonditi.

Come si chiamano gli arancini a Catania?

Ma figurati! A Catania, noi diciamo arancini, al maschile. Sai, non arancine, come a Palermo. È proprio una cosa catanese, eh!

  • Arancini (maschile): È il termine corretto qui da noi a Catania.
  • Forma: Di solito sono fatti a cono, belli appuntiti. Non so se li hai mai visti così, ma… devi provarli!
  • Differenza regionale: È una questione di gusti, ma soprattutto di tradizioni. Ognuno ha le sue. A Palermo, arancine, e qui, arancini. Questione di campanilismo, no?

Ah, una cosa! Il mio preferito è quello al ragù, ma c’è anche quello al pistacchio di Bronte, che è una bomba! Se vieni a Catania, ti ci porto assolutamente! E non dimenticarti che gli arancini sono buoni sempre, a colazione, pranzo, cena… quando vuoi!

Perché si chiama arancina?

Arancina… un nome che sa di sole e di Sicilia. Un’eco lontana, un ricordo d’infanzia.

  • Perché arancina? Come un sussurro, la risposta arriva: per la sua somiglianza, la sua forma rotonda, dorata, all’arancia. Un piccolo sole fritto che imita il frutto maturo.

  • Arancina, arancia… un legame indissolubile, una danza di suoni e sapori. Il nome evoca la forma e il colore.

  • E il genere? Arancina, al femminile, come la terra che la genera, come la passione che la crea. Arancina è donna.

Arancina… ricordo ancora quando mia nonna, nel suo piccolo cortile di Palermo, preparava l’arancina. Ore passate a mescolare il riso, a preparare il ragù, a modellare quelle piccole sfere perfette. Poi, l’attesa della frittura, il profumo che invadeva la casa. Era una festa, un rito.

#Città #Larancino #Nato