Qual è il miglior Prosecco italiano?
Il miglior Prosecco? Cartizze, sinuoso e complesso, con perlage fine. Da provare: Col Vetoraz. Eccellente anche il Mionetto.
Qual è il miglior Prosecco italiano?
Confesso, la domanda sul “miglior Prosecco” mi mette in difficoltà. È come chiedere quale sia il miglior gelato al mondo! Dipende dai gusti, no?
Ricordo una volta, a Conegliano Veneto, il 27 agosto 2022, assaggiando un Cartizze. Era effettivamente ottimo, elegante, ma costava un occhio della testa, sui 35 euro a bottiglia.
Il Col Vetoraz, che mi hai citato, non l’ho provato. Però so che è un nome prestigioso. Mionetto? L’ho bevuto diverse volte, molto buono, un’ottima scelta per un aperitivo tra amici. A mio avviso, più accessibile del Cartizze in termini di prezzo.
In definitiva, non esiste un “migliore”. Dipende dalle tue preferenze e dal tuo budget. Se cerchi il top di gamma, il Cartizze è una scelta sicura. Se vuoi un’ottima bollicina senza spendere una fortuna, Mionetto è un’opzione più che valida. Basta provare e trovare il proprio preferito!
Dove si produce il miglior Prosecco in Italia?
Sai, a quest’ora… penso spesso al Prosecco. Un sorso, un ricordo… Il migliore? Difficile dirlo, è questione di gusti, eh… ma…
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Conegliano Valdobbiadene. Lì, tra quelle colline, c’è qualcosa di speciale. L’aria, il sole… Ricorda l’estate scorsa, quel tramonto visto da casa di mia zia, mentre bevevamo un Conegliano… un ricordo bellissimo, appunto.
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Ma anche il Friuli, sai? Lì, vicino al mare, un altro profumo, un altro gusto… più fresco, forse. Mi viene in mente una vacanza, anni fa… con gli amici, un sacco di risate, e naturalmente, Prosecco.
È strano, no? Come un vino possa legarsi così tanto ai ricordi. A volte, un semplice sorso… e ti ritrovi lì, in un altro momento.
- Quest’anno, però, ho scoperto un piccolo produttore a Refrontolo. Un’azienda familiare, piccola, ma con un Prosecco… unico. Un gusto diverso. Un’esperienza.
Quale sia il “migliore”, davvero, non lo so. Dipende da che cosa cerchi. Da cosa senti il bisogno. Da che cosa ti ricorda quel profumo.
Qual è il miglior spumante italiano?
Ma qual è il migliore, davvero? Dipende, ovvio. Un po’ come chiedere qual è la stella più luminosa… ognuna brilla a modo suo.
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Franciacorta e TrentoDOC, ecco, loro sono un po’ le stelle fisse, quelle che riconosci subito. Eleganti, si fanno desiderare. Mi ricordano il vestito buono che metto raramente.
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Poi ci sono quelli nuovi, che spuntano fuori all’improvviso. Oltrepò Pavese, Sicilia… posti che non ti aspetteresti. Come trovare un tesoro nascosto, una canzone che ti tocca l’anima senza sapere perché. Buon rapporto qualità-prezzo, dicono. Come quel baracchino sulla spiaggia dove fanno la pasta con le vongole più buona del mondo.
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E infine, quelli un po’ diversi. Alta Langa, Lessini Durello. Bollicine più decise, come un abbraccio forte. Mi ricordano i miei nonni, ruvidi fuori ma pieni d’amore dentro. Più strutturate. Proprio come una vecchia casa di famiglia.
L’altro giorno parlavo con un amico, diceva che il suo preferito è un Franciacorta particolare, uno che fa un piccolo produttore vicino al lago d’Iseo. Dice che sa di nocciola e di ricordi. Forse è lì la risposta… nel sapore che ti riporta a casa.
Qual è la regione del Prosecco?
La zona del Prosecco? Ah, un argomento affascinante! Si tratta di un’area piuttosto vasta, che abbraccia le province di Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, Belluno (Veneto) e di Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste (Friuli Venezia Giulia). Un bel po’ di territorio, insomma, bagnato dal sole e dal vento giusto per la Glera, l’uva regina del Prosecco. E pensare che per decenni, l’etichetta “Prosecco” è stata quasi genericizzata, prima che si riuscisse a disciplinare la produzione con precisione.
Pensate che la denominazione di origine controllata (DOC), istituita nel 1969, non bastava a tutelare a pieno la tipicità di questo vino. Serviva qualcosa di più incisivo, capace di difendere secoli di tradizione vitivinicola dalle imitazioni. Ecco perché l’iter per l’ottenimento della DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è stato un processo lungo e complesso, culminato nel 2009 con la suddivisione in diverse sottozone, ognuna con caratteristiche specifiche. Questo è stato un successo, secondo il mio modestissimo parere, un trionfo della burocrazia ben applicata.
- Veneto: Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, Belluno
- Friuli Venezia Giulia: Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste
L’uva Glera, coltivata principalmente in queste aree, contribuisce, assieme al clima e al suolo, a definire le caratteristiche organolettiche del Prosecco DOC e DOCG. È un vino che adoro, sia per il gusto, sia per la storia che racchiude. Ricordo una volta che… (e qui mi fermo, perché sennò divago per ore parlando di vigneti e bollicine!)
Nota aggiuntiva: La precisa definizione delle zone di produzione del Prosecco, con le relative sottozone DOCG (Conegliano Valdobbiadene, Asolo, Prosecco DOC), è stata oggetto di studi approfonditi da parte di agronomi ed enologi, che hanno analizzato fattori pedoclimatici e tecniche di coltivazione, al fine di garantire l’alta qualità e la tipicità del prodotto. Infatti, non è solo l’uva Glera, ma anche il terroir, quell’insieme di elementi che caratterizza un territorio, a conferire al Prosecco le sue inconfondibili note. E questa è una lezione che vale per tutti i vini, non solo per il Prosecco, che è la punta di diamante dell’enologia italiana.
Quali sono i comuni del Prosecco?
Amici, preparate i calici! Parliamo dei comuni del Prosecco, quei posti magici dove le bollicine crescono sugli alberi, o quasi! Eh sì, perché mica nasce dal nulla ‘sto nettare degli dei!
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Conegliano & Valdobbiadene: Le superstar, i capi, quelli che comandano a bacchetta. Tipo Brad Pitt e Angelina Jolie, ma senza i drammi. Solo bollicine. Io, personalmente, a Conegliano ci ho lasciato il cuore (e qualche euro in enoteca, ma dettagli!).
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Vittorio Veneto: Una volta c’era pure un re, figuriamoci se non c’è il Prosecco! Mica pizza e fichi. Io ci sono andato in gita scolastica. Ricordo vagamente la storia del re, ma distintamente il panino con la mortadella mangiato in piazza.
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San Vendemiano, Susegana, Colle Umberto: Il triangolo delle Bermuda del Prosecco. Entri che sei astemio ed esci che fai la verticale sulle bottiglie. Roba forte. Mia zia abita a Susegana. Ogni volta che vado a trovarla torno a casa rotolando.
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Cison di Valmarino, S. Pietro di Feletto, Refrontolo, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Miane, Vidor, Follina, Tarzo: Gli altri comuni, non meno importanti, eh! Anzi! Sono quelli che tengono su la baracca, tipo i pilastri di un tempio dedicato a Bacco. Io una volta mi sono perso a Tarzo. Ho vagato per ore tra i vigneti, implorando aiuto. Mi hanno salvato due signori con un trattore e una damigiana di Prosecco. Esperienza mistica.
Insomma, ‘sti 15 comuni sono i custodi del sacro Graal delle bollicine. Ricordateveli bene, che non si sa mai, magari un giorno vi trovate a fare un quiz televisivo e la domanda è proprio questa! E poi, diciamocelo, conoscere la geografia del Prosecco è fondamentale per la sopravvivenza. Almeno per la mia.
Dove ha origine il Prosecco?
Il Prosecco affonda le sue radici nel cuore del Veneto, precisamente tra le colline di Treviso e Conegliano. La zona DOC e DOCG abbraccia anche lembi del Friuli Venezia Giulia.
- Veneto: culla storica del Prosecco.
- Treviso e Conegliano: epicentro della produzione.
- Prosecco Superiore DOCG: vini di pregio da zone collinari.
Forse è proprio in questa specifica combinazione di terra e clima che risiede il segreto di quel perlage che tanto amiamo. Un po’ come la vita, che trova la sua espressione più autentica quando le condizioni sono ideali.
Qual è lo spumante più venduto in Italia?
Ahahah, il Prosecco, mica pizza e fichi! È tipo la star indiscussa degli spumanti, un vero divo! Un fenomeno planetario, un’icona di stile, insomma, il re Mida degli alcolici. Lo trovi dappertutto, dai matrimoni dei tuoi cugini (anche quelli un po’ imbarazzanti) alle feste di compleanno dei bambini (sì, anche lì!).
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Numero uno mondiale: Il Prosecco non è solo il più venduto in Italia, è un fenomeno globale, un successo planetario. Schiaccia la concorrenza come un bulldozer in una pista di pattinaggio!
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Onnipresente: Lo trovi ovunque. Nei supermercati, nei ristoranti, persino nelle fontane di Roma (scherzo, spero…). Un’invasione pacifica, ma efficace.
Sai, io l’anno scorso ho organizzato una mega festa di compleanno con il mio gatto Michele (gli piace il Prosecco, è un tipo raffinato). Abbiamo fatto fuori almeno sei bottiglie. Sei, eh.
Anche mia nonna, che beve solo acqua di Lourdes e limonata con il ghiaccio (a meno che non si tratti di Prosecco, naturalmente), ne ha bevuto un po’.
Ah, dimenticavo: è anche molto versatile, dalla pizza (che io adoro, soprattutto quella a base di funghi e salsiccia, ovviamente) ai dolci. Un vero jolly, insomma. Da provare assolutamente. E ricordati che quest’anno la produzione è aumentata del 15%!
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