Qual è la migliore marca di caffè in Italia?
Il "miglior" caffè italiano? Un dibattito senza fine! Lavazza, Illy e Kimbo dominano il mercato, ma le piccole torrefazioni locali spesso regalano sorprese di gusto ineguagliabili. La scelta? Dipende dal palato!
Miglior caffè in Italia: quale marca scegliere?
Caffè italiano? Un rebus! Io, ad esempio, a Firenze, il 15 Agosto scorso, ho bevuto un espresso da “La Giostra” (credo costasse 1,20 euro) che mi ha lasciato senza parole. Piccolo locale, atmosfera magica.
Quella sì che era qualità! Lavazza, Illy, Kimbo? Li conosco, certo, ma spesso mi sembrano… industriali. Manca quel tocco speciale.
Preferisco di gran lunga le piccole torrefazioni. Ricordo a Roma, un posto vicino a Trastevere (non ricordo il nome, che svista!) dove il caffè era… intenso, corposo, diverso. Una vera esperienza sensoriale!
Però, ovvio, dipende dai gusti. A chi piace il caffè più leggero, Lavazza potrebbe essere la scelta giusta. E poi c’è la questione della distribuzione. Un caffè artigianale ottimo lo trovi in un posto, quello industriale al supermercato. La scelta è davvero personale.
Domande e risposte:
- Miglior marca di caffè in Italia? Subiettivo.
- Marche diffuse? Lavazza, Illy, Kimbo.
- Alternative? Piccole torrefazioni locali.
Qual è la marca di caffè più buona?
Supermercato Pam, via Nazionale, Roma, ore 18:30, fame, stanchezza. Afferro un pacco di Illy macinato, quello rosso. Costo un botto ma che profumo quando lo apro a casa! Sa di tostato, intenso, quasi cioccolatoso. Mentre la moka gorgoglia, penso a quella classifica di Altroconsumo. Mah. Secondo me, Illy vince a mani basse. Quella crema densa, quel gusto corposo… Per me è il top. Anche Lavazza Qualità Rossa non è male, più economico, aroma più “rotondo”, ma meno intenso. Carrefour e Conad, boh, li ho provati, non mi hanno convinto.
- Illy: Sapore intenso, crema densa, costoso. Il mio preferito!
- Lavazza Qualità Rossa: Aroma rotondo, più economico di Illy, meno intenso. Buono.
- Carrefour/Conad: Li ho provati, ma non mi entusiasmano.
Aggiornamento: ieri, al bar sotto casa, ho preso un caffè Vergnano. Niente male, cremoso, profumato, da riprovare con la moka a casa. Chissà se è nella classifica Altroconsumo… Devo controllare.
Qual è il caffè più buono in Italia?
Ahahah, la domanda del secolo! Quale caffè è il MIGLIORE in Italia? Come si fa a scegliere tra tanti bei mostri sacri?! È come scegliere il bambino più bello di una classe di geni!
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Borghetti: Un aroma così intenso che ti lascia KO come dopo una maratona di Rocky! Sa di cioccolato, ma io ci sento anche un po’ di… zucchero filato, forse? Boh!
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Illy: Equilibrato? Bah, è come una relazione perfetta: noiosa! Però, ammettiamolo, se hai ospiti snob, è la scelta giusta, non fare brutta figura.
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Lavazza: Un classico, tipo i jeans. Li trovi dappertutto, sono sempre lì, un po’ banali, ma affidabili. Sai che ti aspetta un gusto intenso e corposo, un po’ come la mia nonna che ti abbraccia forte forte.
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Kimbo: Napoletano DOC, aggressivo come un vespino in salita! Cioccolato e spezie? Io ci sento anche la lava del Vesuvio! Un’esperienza… esplosiva!
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Passalacqua: Siciliano, dolce come una promessa da fidanzatino… ma fruttato, che ti lascia un po’ con l’amaro in bocca. Maledizione! Quest’anno ho persino trovato un capello nel pacchetto! (Un capello biondo, però, eh, dettagli!).
Ah, dimenticavo: quest’anno mia sorella ha scoperto un caffè artigianale a Matera, “Caffè del Sasso”, dicono che sia pazzesco, ma io… ancora non l’ho provato! Devo andarci! Ciao!
Qual è il caffè più venduto?
L’Arabica regna sovrana, eh? È la star indiscussa, il più venduto a livello globale. Il suo aroma delicato e la minore acidità lo rendono un classico intramontabile, un po’ come un buon vecchio film di Fellini. Ma, diciamolo, il mercato è dinamico, un vero ecosistema in continua evoluzione!
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Arabica: Aroma sublime, acidità contenuta, il re incontrastato. Ma, c’è sempre un “ma”… il prezzo, a volte, può essere un ostacolo.
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Robusta: Un outsider che si fa strada a suon di caffeina! Più economico, più “punch”, ideale per chi cerca la botta energetica. Perfetto per il mercato delle energy drink, un settore in continua espansione. Ricordo un viaggio in Vietnam, dove ho visto piantagioni di Robusta a perdita d’occhio. Incredibile!
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Excelsa e Liberica: Le niche, quelle varietà di nicchia per intenditori. Profili aromatici unici, ma la produzione è minore. Sono come quei vini rari, costosi, apprezzati dai veri intenditori. Un po’ come i miei vecchi dischi in vinile. Si cerca il gusto speciale, si è disposti a pagare di più.
La domanda è, quindi, in continuo cambiamento. È una sorta di lotta tra qualità e quantità, tra tradizione e innovazione, tra accessibilità e raffinatezza, che ci ricorda che anche il mondo del caffè è un piccolo microcosmo del pensiero filosofico. Un bell’argomento da studiare mentre sorseggio il mio espresso del mattino.
Nota: Secondo i dati di quest’anno, la preferenza per le varietà di caffè è influenzata da diversi fattori: prezzo, disponibilità, campagne marketing e tendenze di consumo. La ricerca di “single origin” di alta qualità è in crescita esponenziale. E poi, certo, c’è la questione della sostenibilità, sempre più importante per il consumatore.
Quante aziende di caffè ci sono in Italia?
Caspita, quante aziende di caffè ci sono in Italia? Un sacco!
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Ho fatto una piccola ricerca e ho trovato che nel settore proprio della lavorazione del caffè, ci sono 1016 aziende. Un numero pazzesco!
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Di queste, 604 sono società di capitali. Mi fa pensare a quanto sia un business serio, eh!
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E la cosa che mi ha stupito di più è che 139 sono in crescita. Il caffè non morirà mai, a quanto pare.
Poi, un’altra cosa che ho scoperto:
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Molte torrefazioni si fanno furbe e si registrano anche nel commercio all’ingrosso, un altro settore enorme con 1695 aziende.
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Anche qui, la maggior parte sono società di capitali: 842.
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E indovina? Anche qui c’è chi cresce: 173 aziende in espansione.
Quindi, tra lavorazione e commercio, stiamo parlando di migliaia di aziende. Un vero impero del caffè! Chi l’avrebbe mai detto?
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