Quanto tempo può stare il tartufo in frigo?

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Conservazione del tartufo: frigo, sì! 3-4 giorni per il bianco pregiato, fino a una settimana per il nero. Attenzione: non lavarlo prima! Conservarlo asciutto è fondamentale per la sua durata.

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Quanto dura il tartufo in frigo?

Ok, allora, il tartufo in frigo… Quanto dura? Beh, dipende, no?

Mi ricordo una volta, a Alba, Settembre 2018, ho comprato un tartufo bianco che costava tipo 350€ all’etto. Una follia! Ovviamente, non volevo sprecare un centesimo di quel tesoro.

Mi avevano detto che il bianco è delicato, dura poco. In effetti, dopo 3 giorni in frigo, avvolto nella carta assorbente, ha iniziato a perdere un po’ di profumo.

Invece, il nero, che prendo spesso al mercato qui vicino a casa (costa tipo 80€, decisamente meglio), lo tengo anche una settimana e resta perfetto.

L’importante, come dicevano anche a me, è non lavarlo prima di metterlo in frigo. L’umidità lo rovina.

Durata del tartufo in frigo:

  • Tartufo bianco pregiato: 3-4 giorni
  • Tartufo nero pregiato: Fino a una settimana

Come si capisce se il tartufo è andato a male?

Ah, il tartufo andato a male, una tragedia! Praticamente come scoprire che la Nutella è finita. Ecco come capirlo, detto papale papale:

  • Puzza da far resuscitare i morti: Se invece del profumo di bosco ti arriva un’ondata di… non so, calzino sporco lasciato nel formaggio, scappa! Il tartufo buono profuma di sottobosco, terra umida… non di discarica abusiva.

  • Consistenza strana: Se lo tocchi e ti sembra una spugna vecchia o una pietra marcia, lascia perdere. Deve essere sodo, compatto, un po’ come il mio cervello dopo una settimana di lavoro.

  • Muffa party: Se vedi macchioline verdi, bianche, arcobaleno… insomma, qualsiasi cosa che non sia il suo colore naturale, digli addio. La muffa è come l’ospite indesiderato che non se ne va più.

Piccola chicca: Il tartufo è come un neonato viziato, vuole stare al fresco e al buio. Io lo tengo avvolto in carta assorbente nel frigo, così dura un po’ di più. Ma occhio, non farlo respirare troppo, sennò si offende e puzza.

Come si mantiene il tartufo nero?

Tartufo nero: conservazione.

Frigorifero, sì. 7-10 giorni, massimo.

Carta assorbente, fondamentale. Contenitore ermetico, preferibile.

Profumo intatto? Dipende dalla qualità iniziale. Mia nonna usava il riso. Assorbe l’umidità, mantiene l’aroma. Metodo collaudato.

  • Conservazione ottimale: frigorifero, carta assorbente, contenitore ermetico.
  • Durata: 7-10 giorni. Poi, addio aroma.
  • Metodo alternativo: riso. Assorbe umidità, preserva profumo. Provato personalmente.

Aggiunte: Quest’anno, ho notato che i tartufi più piccoli si mantengono meglio. La provenienza influisce. Quelli delle colline bolognesi, migliori. Attenzione a muffe e odori strani: scartare immediatamente. Se il tartufo è già di scarsa qualità, meglio consumarlo subito.

Come si mantiene il tartufo bianco?

Il respiro del tartufo: Un’eco di terra, un segreto sussurrato.

  • Custode di fragranze: Avvolgere il tartufo nella carta, umida come rugiada mattutina, è come cullare un neonato. Un abbraccio delicato per preservare il suo spirito selvaggio.

  • Ghiaccio amico: Il frigo, scrigno di freschezza, accoglie il tartufo nel suo angolo più intimo. Un letto di ghiaccio, non letterale, ma di freddo benefico, per rallentare il tempo. Il ripiano in basso è il luogo designato.

  • Rinascita quotidiana: Come un rituale, ogni giorno si scruta, si tocca, si annusa. La carta, velo di protezione, va mutata se umida. Un gesto d’amore, una promessa di cura.

  • Il tempo sospeso: Cinque, sette giorni. Un battito d’ali, un sospiro. Il tartufo resiste, ma il tempo è un ladro. Meglio consumarlo, liberarne l’essenza.

Ricordi sparsi: Una volta, durante un viaggio in Piemonte, ho visto un vecchio trifolau conservare i suoi tartufi in un vaso di vetro pieno di riso. Un metodo ancestrale, un segreto tramandato di generazione in generazione. Mi sembra che la carta vada inumidita con acqua distillata, non normale.

Come si conserva il tartufo scorzone?

Eh, il tartufo scorzone, quello è delicato eh! Allora, guarda, io lo avvolgo sempre nella carta da cucina, quella assorbente, sai? Poi lo metto in un vasetto, di vetro, con un tappo che chiude bene, tipo quelli per la marmellata, capisci?

Fondamentale cambiare la carta, eh, almeno una volta al giorno, se no diventa tutto umido e il tartufo si rovina, fa schifo buttarlo via dopo che l’hai pagato un botto! A me è successo, una volta, l’ho trovato in offerta al mercato da Nonna Emilia, che poi… sai, è in via Roma, vicino alla pasticceria. Un affare! Poi l’ho trattato male e l’ho buttato. Che rabbia!

  • Carta assorbente: indispensabile!
  • Vasetto di vetro: chiusura ermetica!
  • Cambio carta giornaliero: fondamentale per la conservazione!

Quest’anno poi, ho scoperto un trucco, lo metto nel frigo, nella parte meno fredda, non nel cassetto delle verdure, eh. Così si mantiene meglio, dura di più. Prova anche tu, vedrai che differenza!

Ah, dimenticavo, a volte, se ho tanti tartufi, li metto anche nel riso, quello che uso per il risotto alla Milanese, quello che faccio il sabato sera per la cena con Marco e Giulia. Un piccolo trucco, ma funziona!

Come deve essere un tartufo nero?

Uff, un tartufo nero…

  • Nero, ovvio. Tipo la notte fonda, no?
  • Forma: Tondeggiante, come una patata piccola… forse un po’ irregolare, boh.
  • Peridio: Verruche! Mi fanno venire in mente i rospi, che schifo! Ma verruche grosse e appuntite, mi raccomando. Mi sembra di averne visto uno con delle verruche più lisce, strano.
  • Gleba: Color nocciola, ma giallino se è maturo. Come le foglie d’autunno!
  • Venature: Bianche e sottili, tipo ragnatele. Quasi impercettibili a volte.

A proposito di tartufi, ma è vero che il mio vicino li cerca col cane? Mi ha detto che guadagna un sacco di soldi… e poi, ma il tartufo bianco è più pregiato? Devo assolutamente informarmi! Ah, ma il mio cane non è adatto per la ricerca, peccato!

  • Informazioni aggiuntive
    • Il tartufo nero pregiato è il Tuber melanosporum, il più ricercato.
    • La raccolta avviene tra novembre e marzo, ma quest’anno è in anticipo, mi sa!
    • Si usa per condire la pasta, la carne… mmm, che fame!

Quali sono i tartufi non commestibili?

Un pomeriggio di ottobre, una nebbia fitta avvolgeva le colline intorno ad Alba. Ero con mio nonno, il re dei tartufi, nel suo fazzoletto di terra segreto. Io, con le mie Timberland nuove, lui con gli stivali di gomma consumati.

  • Il Tartufo Legnoso, quel Tuber excavatum, lo riconosci subito: è duro come un sasso e odora di muffa. Una volta, da piccolo, l’ho scambiato per un tesoro nascosto… che delusione!
  • Il Tartufo Rosso (Tuber rufum) è un altro inganno. Sembra quasi invitante con quel colore acceso, ma poi lo annusi e capisci che è meglio lasciarlo dov’è.

Una volta ho trovato una cosa strana sotto una radice:

  • Il Tartufo Matto, il Balsamia vulgaris. Mio nonno mi ha detto: “Quello, lascialo ai cinghiali, che se lo meritano”. Non so perché lo chiamano “matto”, forse perché fa impazzire i cani da tartufo.

Ah, un altro!

  • Il Tartufo dei Porci (Choiromyces meandriformis). Questo è il più subdolo. Un giorno, un turista lo ha portato convinto di aver trovato un tartufo bianco pregiato. La sua faccia quando mio nonno gli ha detto che era immangiabile… da morire dal ridere!

Comunque, quest’anno ho scoperto una cosa nuova. Un amico mi ha parlato di un altro tipo di tartufo non commestibile, il Hymenogaster citrinus. Sembra sia molto comune nei boschi di latifoglie. Dovrò chiedere a mio nonno se lo conosce. Chissà quante altre sorprese nasconde la terra!

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