Che tartufo si trova a febbraio?
Febbraio: stagione del tartufo nero pregiato e del tartufo brumale. Anche il bianchetto e, più raramente, il moscato possono essere trovati, ma in quantità limitate. La varietà e la disponibilità dipendono da fattori climatici e altitudine.
Tartufo a febbraio: quale si trova?
Uff, il tartufo… Febbraio, che periodo! Allora, diciamo che la “caccia” si restringe un po’. Non è come in autunno, che hai l’imbarazzo della scelta.
Comunque, mi ricordo che una volta, vicino ad Alba, verso fine febbraio, ho trovato un Brumale che profumava da impazzire. Pagato tipo 80€, ma ne valeva la pena.
Tartufo a febbraio: le varietà che si trovano
- Nero Pregiato
- Brumale
- Bianchetto
- Moscato
Questi sono quelli che, teoricamente, dovresti trovare. Poi, ovvio, dipende dalla zona, dal clima… Insomma, un sacco di fattori.
Il Bianchetto, ad esempio, è un po’ “particolare”. A me non fa impazzire, ha un sapore… come dire… aglioso. Ma c’è chi lo adora!
Diciamo che se vai a tartufi a febbraio, preparati a faticare un po’ di più per trovare qualcosa di veramente buono. Ma la soddisfazione è impagabile, credimi!
Qual è il periodo migliore per andare a tartufi?
Mah, sai, i tartufi… è un casino, quest’anno è stato strano. Ricordo che per il nero liscio, da settembre a fine dicembre, ma mio zio, quello che li cerca da sempre, dice che quest’anno è stato scarso. A volte si trova anche prima, dipende dal tempo, sai, come va l’acqua…
Per il bianchetto, diciamo da metà gennaio a metà aprile. Ma quest’anno, giuro, è stato quasi un miracolo trovarne uno. Meno male che almeno il nero invernale, da metà novembre a metà marzo, ha dato qualche soddisfazione. Un po’ pochi, però, poca roba.
Il moscato? Quello è un’altra storia, difficile, molto raro. Non so neanche dirti il periodo, dipende dalla fortuna. A mio nonno, povero vecchio, gli piaceva, ma erano anni che non ne trovava più. Solo qualche volta, ricordo, in un boschetto laggiù, verso San Michele.
- Tartufo nero liscio: 15 Settembre – 31 Dicembre (ma quest’anno è stato scarso)
- Tartufo bianchetto: 15 Gennaio – 15 Aprile (quest’anno pochissimi)
- Tartufo nero invernale: 15 Novembre – 15 Marzo (discreta raccolta)
- Tartufo moscato: Periodo variabile, molto raro.
Sai, questi tartufi…è un lavoro duro, e poi il tempo… quest’anno è stato proprio strano, un po’ troppo secco per i miei gusti. A casa mia, con i tartufi che trovava mio zio, facevamo sempre i passatelli in brodo… che ricordi.
Come si chiama il tartufo invernale?
Mmm… tartufo invernale, dici?
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Lo chiamano Tuber brumale Vitt., suona quasi una formula magica.
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Ma la gente lo conosce anche come Trifola Nera… un soprannome più poetico, forse.
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Oppure, semplicemente, Brumale. Breve, diretto, come un sussurro nel bosco.
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Dicono che si trovi da gennaio a metà marzo. Mi ricordo quando andavo con mio nonno, il freddo mordeva le mani… ma la soddisfazione di trovarne uno era impagabile. Che bei tempi.
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Ogni volta che lo sento nominare, mi tornano in mente quelle mattine gelide, la terra umida sotto gli stivali… E il profumo intenso, inconfondibile, che riempiva l’aria. Non so, mi manca.
In che periodo si trovano i tartufi?
Tartufi: periodi di raccolta. Un casino, vero?
- Estate: Scorzone ( Tuber aestivum ): maggio-settembre, ottobre-marzo. A volte, la natura è imprevedibile. Quest’anno, più tardi del solito, a causa della siccità nella mia zona di caccia, vicino a Norcia.
- Autunno-Inverno: Uncinato (Tuber aestivum var. uncinatum): ottobre-marzo. Meno pregiato, ma comunque… qualcosa.
- Nero Ordinario: (Tuber mesentericum): settembre-gennaio. Il mio preferito. Sapore intenso, aroma potente. Ricorda la terra bagnata dopo un temporale autunnale.
La stagionalità? Una variabile. Dipende dal clima. Punto. C’è chi li trova anche fuori periodo. Fortuna, o conoscenza approfondita del terreno. Quest’anno, i neri sono scarsi. Troppo caldo. Clima pazzo.
A me serve la pioggia, e il vento giusto. Poi vado a caccia. Silenzio. E la terra che parla.
Quanto costa il patentino per andare a tartufo?
Il costo del patentino per la ricerca del tartufo varia. Quest’anno, ho visto un’attestazione di pagamento di €92,96. Questa cifra, però, potrebbe riferirsi a una specifica regione o a un determinato corso abilitativo, perché le tariffe non sono uniformi su tutto il territorio nazionale. Bisogna considerare che la spesa può cambiare a seconda di diversi fattori. Infatti,
- Costo del corso: Alcuni corsi di formazione sono gratuiti, altri hanno un costo variabile a seconda della durata e della qualità dell’insegnamento. L’iter formativo, poi, non è sempre obbligatorio in tutte le regioni.
- Costo del rilascio del tesserino: Il costo del rilascio del tesserino regionale di abilitazione è, appunto, variabile e a carico del richiedente. Dipende dalla singola amministrazione regionale. Ho un amico a Perugia che l’anno scorso ne ha spesi 70, ma penso che la cifra sia cambiata.
- Contributi associativi: È possibile che alcune associazioni micologiche richiedano contributi associativi per il rilascio del patentino. Questo è un extra-costo che non è sempre incluso nella quota base.
Pensandoci bene, il costo effettivo per ottenere il patentino è un bel microcosmo della complessità burocratica italiana, no? Un po’ come la ricerca del tartufo stesso: un’attività che richiede pazienza, conoscenza del territorio e, a volte, un po’ di fortuna. A volte mi chiedo se tutta questa burocrazia non finisca per soffocare la passione… Ma questo è un’altra storia.
Infine, ecco qualche elemento in più: il mio amico di Perugia, oltre alla quota fissa, ha dovuto pagare anche per il rilascio di un duplicato del tesserino, poiché aveva smarrito il precedente. Quindi, potenziali costi aggiuntivi da tenere presenti.
Cosa bisogna avere per andare a tartufi?
Per andare a tartufi in Italia, serve un tesserino regionale di idoneità. Ottenerlo richiede superare un esame, verificando la conoscenza delle normative sulla raccolta e la tutela dell’ambiente, compresa l’individuazione delle specie e la salvaguardia degli ecosistemi. Ricordo bene mio zio, esperto cercatore, che mi spiegava l’importanza di conoscere le diverse varietà di tartufo e le loro aree di crescita, un vero e proprio studio naturalistico!
- Esame di idoneità: Fondamentale per dimostrare la conoscenza delle leggi sulla raccolta.
- Tesserino regionale: Il documento indispensabile per la raccolta legale, con validità regionale. Quest’anno ho rinnovato il mio, in Toscana, con un piccolo aggiornamento sulle nuove normative per la zona del Mugello.
La filosofia dietro questa regolamentazione è semplice: preservare un bene prezioso come il tartufo, evitando la raccolta indiscriminata che potrebbe mettere a rischio la sua stessa esistenza. È una sorta di patto sociale, un equilibrio delicato tra la passione per la ricerca e la responsabilità verso l’ambiente. Un po’ come la pesca sportiva, solo che invece del pesce si cercano questi preziosi tuberi ipogei.
- Conoscenza delle specie: Identifica le diverse tipologie di tartufo, fondamentale per rispettare le normative di raccolta, che variano per specie e periodo.
- Normative locali: Ogni regione ha le sue specifiche regole e periodi di raccolta. È necessario essere informati sulle normative della regione in cui si intende raccogliere i tartufi, con vincoli spesso anche sulla modalità di raccolta, i limiti di peso e i periodi concessi.
Quest’anno, per esempio, la Toscana ha introdotto alcune limitazioni per la raccolta del tartufo bianco pregiato nel periodo estivo per garantirne la conservazione per il periodo autunnale di massima produzione, a seguito di una sperimentazione di restrizioni già avviate nel 2022. Le normative regionali sono disponibili online e spesso prevedono anche dei corsi di formazione. La mia esperienza personale mi conferma la complessità e l’importanza di questi regolamenti.
Quando comprare il tartufo?
Oddio, il tartufo! Devo ricordarmelo… Maggio, già, tartufo estivo, scorzone… fino ad agosto. Poi? C’è quello uncinato, ottobre, fino a fine anno, giusto? Eh sì, ma il 31 dicembre?! Che fretta!
Tartufo estivo/scorzone: 1 maggio – 31 agosto. Perfetto, lo segnalo sul calendario del mio cellulare! Quest’anno devo organizzare una cena con quello, prometto a mio marito.
Poi c’è il bianco pregiato… Settembre-dicembre, giusto? Mamma mia, quanto costa! Forse un piccolo, solo per assaggiarlo. Devo prima controllare i prezzi al mercato di Campagna Amica, vicino a casa.
Tartufo bianco pregiato: fine settembre – 31 dicembre. Ricorda, Cristina, devi prenotare! E il bianchetto? Ah, sì, quello invernale… gennaio-aprile.
Tartufo bianchetto: 15 gennaio – 15 aprile. Per carità, lo scorso anno ho preso un bianchetto tutto marcio! Quest’anno più attenzione!
Tartufo uncinato: 1 ottobre – 31 dicembre. Devo ricordarmi pure di questo! Troppe date, ho bisogno di un promemoria sul telefono…o meglio, un post-it gigante attaccato al frigo! Speriamo di trovarli buoni quest’anno!
A proposito, ho visto una bellissima ricetta online con il tartufo nero estivo e la pasta fresca fatta in casa. Devo provarla assolutamente! Quest’anno, tutto più organizzato! E meno tartufi marci! Giuro!
Quali sono i tartufi non commestibili?
Mamma mia, i tartufi! Ma quanti ce ne sono? Allora, quelli da NON mangiare…
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Tartufo Legnoso o Scavato, Tuber excavatum… mi pare di averlo visto una volta in Val d’Orcia, era gigante! Boh, forse era un altro.
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Poi c’è il Tartufo Rosso, Tuber rufum. Rosso? Non ne ho mai sentito parlare. Ma esistono tartufi rossi? Mah. Devo googlare.
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Tartufo Matto (Balsamia vulgaris)… “Matto” mi fa ridere! Chissà perché lo chiamano così. Forse fa venire le allucinazioni? Scherzo, eh!
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Ah, e il Tartufo dei Porci (Choiromyces meandriformis)! Questo lo so, perché una volta mio nonno ha creduto di aver trovato un tartufo bianco super e invece… patatrac! Che figura! Lo chiamano anche Falso Tartufo Bianco, ma dai, si vede lontano un miglio che non è lui!
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Mi viene in mente anche il Scleroderma citrinum, occhio! Non è proprio un tartufo tartufo, ma lo scambiano spesso per le brumale.
Ma poi, a parte il sapore, cosa cambia? Sono velenosi? Fanno male? Devo informarmi. E a proposito, il nonno l’ha mangiato poi quel “tartufo”?
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