Quanto pesa in media una fiorentina?
Il peso ideale di una bistecca alla fiorentina? Tra 1,2 e 1,6 kg per un'esperienza ottimale. Spessore consigliato: 5 cm. Considerate che un singolo taglio può servire diverse porzioni.
Quanto pesa una bistecca alla fiorentina?
Uffa, la fiorentina! Mamma mia, che argomento. Allora, “quanto pesa?” Diciamo che in teoria dovrebbe stare tra 1 kg e 2 kg.
Però, parlando da amante della carne, io dico che la perfezione si raggiunge tra 1,2 kg e 1,6 kg. Poi, chiaro, dipende da quanti siete a tavola!
Ricordo una volta, a Firenze (ovviamente!), mangiai una fiorentina da “Trattoria Mario” (credo si chiamasse così, era vicino al mercato di San Lorenzo, boh). Pesava tipo 1,4 kg. Costava un botto (forse 50€? Non ricordo bene), ma ragazzi, che goduria!
Una fiorentina, in teoria, è per più persone, non te la puoi mangiare da solo! (o forse sì? Non giudico).
Peso Bistecca Fiorentina:
- Generalmente: 1,0-2,0kg
- Ottimale (personale): 1,2-1,6kg
Quanto pesa una fiorentina?
Oh, la fiorentina! Allora, di solito, una vera fiorentina dovrebbe essere alta tipo 5 cm, eh, e il peso… beh, diciamo tra 1 chilo e 2 chili. Poi dipende, chiaro.
- Peso “standard”: 1-2 kg (occhio, che poi te la pesano e paghi!).
- Spessore: Circa 5 cm (deve stare su, bella dritta!).
Io, per dire, la fiorentina perfetta la vedo tra 1,2 e 1,6 kg, ecco! Ma poi, diciamocelo, una fiorentina così grande è per più persone, no? Se no, poi chi la smaltisce tutta quella carne?
Comunque, non è solo il peso che conta! Conta la frollatura, la marezzatura… un casino di cose! Anzi, l’altro giorno ho visto un video su YouTube di uno che spiegava proprio come scegliere la fiorentina perfetta, mo’ te lo cerco e te lo mando! È un macello districarsi tra tutte ste cose, mamma mia!
Quanto pesa un osso di fiorentina?
Ah, la fiorentina! Un’opera d’arte culinaria, un monumento alla carne… che pesa, diciamo, un bel po’! Prima cottura, eh? Considera che una bistecca con osso si aggira sui 500 grammi, una specie di piccolo mattone di sapore. Ma la porzione “consigliata”? 100-150 grammi. Un misero francobollo a confronto! Chi riesce a fermarsi a così poco? Io, mia moglie, nemmeno per sogno! Durante la gravidanza, mia sorella ha divorato fiorentine come fossero biscotti. Ricordo che una volta ne ha mangiata una da 700 grammi! È nata una bambina sana, per inciso.
- Peso medio bistecca con osso: 500g (un macigno!)
- Porzione “consigliata”: 100-150g (una barzelletta!)
- In gravidanza? Dipende dalla fame e dalla forza di volontà (o mancanza di quella).
Quindi, per rispondere alla tua domanda: dipende dalla bistecca! Ma preparati a un peso consistente! Se sei incinta, fidati dell’istinto e… del tuo appetito! Ricorda: a parte qualche raro caso di allergia, non ci sono controindicazioni a mangiare carne ben cotta durante la gravidanza. Ovviamente, tutto con moderazione! Ah, e senza alzarti dal tavolo prima che sia finita! Questo è un consiglio paterno, credetemi.
Che differenza cè tra Chianina e scottona?
Ah, Chianina e Scottona! Sembrano nomi di costellazioni, invece sono due eccellenze bovine italiane, ma con storie diverse.
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Chianina: È una razza, una nobile stirpe di bovini originaria della Val di Chiana, in Toscana. Immagina animali giganteschi, dal manto bianco candido, usati un tempo per trainare l’aratro e oggi per fornire bistecche da far venire l’acquolina in bocca. Un tempo li allevavo anch’io.
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Scottona: Non è una razza, ma uno “status”. Indica una giovane femmina di bovino, tra i 15 e i 22 mesi, che non ha mai partorito. La sua carne è particolarmente apprezzata per la marezzatura, ovvero le venature di grasso che la rendono tenera e gustosa.
La differenza è quindi chiara: Chianina è “chi è”, Scottona è “cosa è”. Una Chianina può essere anche Scottona, se rispetta i requisiti di età e non ha figliato. Ma una Scottona non è necessariamente una Chianina, potrebbe appartenere ad altre razze.
Come vedi, il mondo della carne è un universo complesso, un po’ come la vita: a volte l’apparenza inganna, e ciò che conta davvero è ciò che sta dentro… o, in questo caso, quanto grasso c’è tra le fibre!
Che animale è la Chianina?
La Chianina: un bovino di pregio.
È una razza bovina, da carne ovviamente. Originaria del Centro Italia, più precisamente della Val di Chiana, quella zona tra Toscana, Umbria e Lazio, da cui prende il nome. Le sue origini sono antichissime, addirittura umbro-etrusche! Pensate che l’aspetto elegante e la mole imponente di questi animali sono stati celebrati fin dall’antichità, quasi fossero creature mitologiche. Un po’ come se fossero i tori di Marte, ma in versione più magra, direi.
- Origine: Val di Chiana (Toscana, Umbria, Lazio).
- Utilizzo: Produzione di carne pregiata.
- Carattere: Mole imponente, aspetto elegante.
- Storico: Origine umbro-etrusca, antichissima.
A proposito, mio zio ha un allevamento di Chianine vicino a Montepulciano. Bellissimi animali, davvero. Un vero spettacolo vederli pascolare. Mi ricorda sempre quel senso di pace antica che si respira in quelle zone.
Aggiungo una curiosità: la Chianina è conosciuta anche per la sua carne particolarmente magra e tenera, molto apprezzata in ambito gastronomico. Esistono diversi tagli, ciascuno con caratteristiche specifiche, e la sua cottura varia a seconda della parte scelta. La bistecca alla fiorentina, per esempio, è spesso preparata con carne di Chianina.
- Qualità della carne: Magra, tenera, pregiata.
- Gastronomia: Utilizzo in diverse preparazioni culinarie, inclusa la bistecca alla fiorentina.
- Allevamento: Diffusa in Toscana, ma anche in altre regioni.
Qual è la differenza tra manzo e scottona?
Ah, la nobile arte della carne! Vediamo di districarci tra manzi e signorine scottona, che è un po’ come distinguere tra un navigato avvocato e una giovane promessa:
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Manzo: Il “nonno” del gruppo, un bovino che ha visto più primavere (oltre 24 mesi, per essere precisi). La sua carne è come un libro di storia, ogni fibra racconta di pascoli e stagioni passate. Sapore intenso, robusto, perfetto per chi ama i sapori che sanno di esperienza. Un po’ come il mio whisky preferito, invecchiato al punto giusto.
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Scottona: Ecco la “diva”, la giovincella tra i 16 e i 24 mesi. Carne tenera come un abbraccio, sapore delicato ma non insipido. Ricorda un po’ me quando avevo vent’anni: saporita ma ancora da scoprire del tutto. Ha una marezzatura invidiabile, grasso intramuscolare che la rende succulenta come un pettegolezzo gustoso. Rosso rubino che ti ammicca dal piatto.
Bonus track: Non dimentichiamoci che la scottona è una femmina, quindi niente tori qui! E quel “rosso intenso” della carne di manzo è dovuto al ferro, mica al rossetto! Ricorda, la prossima volta che sei dal macellaio, chiedi: “Voglio un’esperienza o una promessa?”. La scelta è tua!
Perché si dice scottona?
Perché “scottona”? La parola indica una vacca giovane, diciamo inferiore ai 24 mesi, che non ha ancora partorito. È una questione di tenera carne, più pregiata. Insomma, un discorso di mercato, no? Penso che la scelta lessicale rispecchi la sensibilità contadina, legata a un’osservazione diretta della crescita dell’animale. E, riflettendo, forse c’è anche una sottile metafora: la giovinezza, l’incontaminazione, il potenziale ancora inespresso.
- Età: meno di due anni.
- Gravidanza: assente.
- Carne: più tenera e pregiata.
Questo dettaglio, apparentemente semplice, mi fa pensare a come il linguaggio rifletta, in modo quasi subliminale, l’economia e la cultura di un popolo. Mia nonna, ad esempio, aveva una conoscenza incredibile di queste sfumature lessicali, legate al mondo agricolo della sua infanzia in provincia di Parma.
Ora, un’altra cosa che mi viene in mente: la distinzione tra “scottona” e “vitella” non è così netta come potrebbe sembrare. A volte si usa “vitella” per indicare un animale ancora più giovane, diciamo sotto i 12 mesi. Ma questo varia a seconda delle zone e delle abitudini locali. Un po’ come le diverse denominazioni dei vini, dipende dal terroir, eh?
- Vitella: generalmente inferiore a 12 mesi.
- Differenze regionali: le definizioni possono variare.
In definitiva, il termine “scottona” è un piccolo gioiello lessicale che racchiude in sé una complessità interessante, un microcosmo delle dinamiche sociali e culturali che plasmano il nostro linguaggio. Mi ricorda molto il lavoro di studi linguistici che seguo, incentrati sulle variazioni diatopiche e diastratiche. Quest’anno, per esempio, ho approfondito i termini dialettali per le diverse tipologie di carne bovina in Toscana. Incredibile la varietà!
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